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Buoni propositi per l’anno nuovo, meglio aspettare la primavera

Salute e Benessere

A sostenerlo è Tim Bono, docente di Scienze psicologiche e cerebrali presso la Washington University di Saint Louis. Secondo l’esperto in inverno il clima, la carenza di luce solare e le fatiche post vacanze potrebbero scoraggiare molte persone 

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E’ ormai tutto pronto per l’ultimo brindisi dell’anno, le bollicine sono in frigo e i buoni propositi per affrontare il 2020 al meglio sono dietro l’angolo. Una nuova dieta, iscriversi in palestra, mangiare sano, smettere di fumare, seguire un corso particolare o cambiare certe abitudini. Tutte idee ottime per migliorare ma qualunque sia il proposito per il nuovo anno è meglio aspettare qualche mese, magari attendendo l’arrivo della primavera. A suggerirlo è Tim Bono, docente di Scienze psicologiche e cerebrali nell'arte e nelle scienze presso la Washington University di Saint Louis.

Gli svantaggi dell’inverno

L'inverno è buio, freddo, capitano spesso malesseri di stagione e domina spesso la tendenza a rimanere in casa. E’ davvero il primo di gennaio un buon momento per i cambiamenti? A detta dell’esperto non proprio, anche perché possono capitare imprevisti che bloccano in parte o del tutto i buoni propositi e questo può far crollare le aspettative di molti. Insomma “l’inverno può essere un vero svantaggio”, sostiene il professore. "Forse dobbiamo disabituarci all'idea che il primo gennaio sia il momento migliore per prendere decisioni", ha detto Bono, offrendo però una strada alternativa, ovvero quella del “rinnovamento primaverile”. "Gennaio è probabilmente il mese più difficile dell'anno per cambiare abitudini e comportamenti", ha specificato l’esperto.

L’importanza della luce solare

Iniziare a correre, per esempio, potrebbe non essere una buona idea a gennaio, secondo Bono. Il freddo e le temperature rigide potrebbero non invogliare ad uno sforzo chi già ha fatto fatica a intraprendere attività fisica regolare. Il meteo influisce in gran parte in questo processo, spiega l’esperto, mentre un altro limite può essere auto imporsi un cambiamento rigoroso dopo un periodo di estrema libertà, dove stando in vacanza si sono persi determinati paletti. “Spesso, dopo le feste, le persone fanno fatica a tornare subito a impegni e orari regolari. Può esistere una sorta un crollo post-festivo”, ha detto Bono. Inoltre “si tende a sottovalutare la quantità di luce solare che ci colpisce", suggerisce il professore. I primi giorni di gennaio sono tra i più brevi di tutto l'anno e molti studi hanno esaminato il rapporto esistente tra la luce solare e l'umore, per cui meno ne percepiamo e più tendiamo ad essere negativi. "Sappiamo che quando la luce solare entra nel sistema visivo, attiva i circuiti neurali associati a numerosi stati psicologici", ha affermato Bono. "Un'esposizione così limitata alla luce solare diretta in questo periodo dell'anno può influire pesantemente sul nostro benessere generale e sui nostri livelli di energia".

La primavera come inizio del cambiamento

E allora, per avere una spinta in più e non rischiare di essere demotivati dalle avverse condizioni invernali, ecco che secondo Bono la primavera è il momento ideale dell’anno per cambiare. “La primavera è sempre stata un'epoca di nuovi inizi. Gli animali in letargo si svegliano, il terreno si scongela e le forti piogge generano nuove piante germogliate. Perché non usare questo tempo per un auto-rinnovamento invece che per la fine dell'inverno?” si chiede l’esperto. Dunque, secondo il professore, non ci sarebbe niente di sbagliato nel posticipare di qualche mese i propri obiettivi e nel riprovare a raggiungerli quando le circostanze ambientali saranno più favorevoli.