
Dalla svolta della Bolognina all'addio di Renzi: le scissioni della sinistra in 30 anni
Il primo divorzio è quello del 12 novembre 1989, quando Achille Occhetto dà il via allo scioglimento del Partito Comunista Italiano. L'ultimo, lo strappo firmato Matteo Renzi. In mezzo, scissioni, nuovi partiti e nuovi simboli: GALLERY. A cura di Pietro Adami

Scissioni, a volte drammatiche, altre volte consensuali. Rotture e nuove alleanze, a cui sono seguite altre spaccature. La storia della sinistra italiana degli ultimi 30 anni è fatta di molte divisioni: tanti i partiti che sono nati per poi scomparire. A cominciare dal 1989, quando, con la cosiddetta “svolta della Bolognina”, l’allora segretario del Pci Achille Occhetto dà il via al processo politico che porta nel 1991 allo scioglimento del Partito Comunista Italiano
Renzi annuncia la scissione
La mozione di Achille Occhetto per lo scioglimento del Pci, appoggiata tra gli altri da Massimo D'Alema, Walter Veltroni (nella foto con Occhetto) e Piero Fassino, risulta vincente, e il 3 febbraio 1991 nasce il Partito Democratico della Sinistra: come simbolo ha una quercia e, notevolmente ridotto, il vecchio simbolo del Pci con falce e martello
Achille Occhetto torna alla Bolognina
Alla mozione del segretario si oppone il cosiddetto "Fronte del No", capeggiato dal filo-sovietico Armando Cossutta (nella foto) e sostenuto da Fausto Bertinotti. Il 15 dicembre 1991 decidono di dare vita al partito della Rifondazione Comunista
Tutte le notizie su Rifondazione Comunista
Nel 1995, in occasione della fiducia al governo tecnico guidato da Dini, i gruppi parlamentari di Rifondazione si spaccano: 16 parlamentari votano la fiducia, in antitesi con la linea del partito. Il 14 giugno 1995, 25 dirigenti, capeggiati dal deputato Famiano Crucianelli (nella foto insieme a Romano Prodi), lasciano Rifondazione Comunista e creano il Movimento dei Comunisti Unitari
Partito democratico: 12 anni tra vittorie, sconfitte e scissioni
Nel 1998 i Comunisti Unitari, assieme a Pds, Federazione Laburista, Cristiano Sociali, Sinistra Repubblicana, Riformatori per l'Europa e Agire Solidale, fondano i Democratici di Sinistra (Ds), guidati da Massimo D'Alema: non ci sono più la falce e il martello nel simbolo. Lo stesso anno avviene una nuova rottura all'interno di Rifondazione Comunista (nella foto Bertinotti)
Traditori e pentimenti. Quando un sol voto decide il governo
Bertinotti nel 1998 toglie la fiducia al governo Prodi, ma Oliviero Diliberto, insieme al fondatore del partito Armando Cossutta, non ci sta e dice addio a Rifondazione creando il Partito dei Comunisti Italiani (nella foto Cossutta e Diliberto)
La morte di Armando Cossutta
Le scissioni all'interno di Rifondazione Comunista non sono ancora finite: nel 2006, a poche ore dal voto di fiducia dei senatori del partito al secondo governo Prodi, sei membri del Comitato Politico Nazionale del Prc decidono di abbandonare il partito per dare vita a una forza di opposizione radicale: nasce il Partito Comunista dei Lavoratori, alla guida c'è Marco Ferrando (nella foto)
Traditori e pentimenti. Quando un sol voto decide il governo
Il 2007 è l'anno di nascita del Pd, in cui confluiscono i Ds e La Margherita di Rutelli. Segretario è Walter Veltroni, eletto il 14 ottobre dopo le primarie
Partito democratico: 12 anni tra vittorie, sconfitte e scissioni
Alcuni Ds che si oppongono alla confluenza nel Pd si staccano e fondano Sinistra Democratica (Sd): tra di loro Fabio Mussi, Cesare Salvi e Claudio Fava (nella foto, con Veltroni)
La storia delle primarie
Nel 2008, in vista delle elezioni politiche, nasce Sinistra Arcobaleno: la lista è sostenuta da Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Federazione dei Verdi e Sinistra Democratica. Nella foto, Mussi, Pecoraro Scanio, Giordano e Diliberto.
Tutti i segretari del Pd
Un anno dopo, fallita l'esperienza della Sinistra Arcobaleno, c'è la nascita di una nuova formazione politica: Sinistra Ecologia e Libertà (Sel) è sostenuta da Verdi, Sd, Partito Socialista Italiano e Movimento per la Sinistra. A guidarla è Nichi Vendola (nella foto)
La storia politica di Nichi Vendola
Il 31 ottobre 2009 arriva anche la prima scissione all'interno del Pd: Francesco Rutelli lascia il partito e crea Alleanza per l'Italia (Api)
La figlia di Rutelli al Grande Fratello
In vista della tornata elettorale del 2013, nel 2012 - fallita la trattativa con il centrosinistra - viene lanciata la lista Rivoluzione Civile (Rc), guidata dall'ex magistrato Antonio Ingroia (nella foto). A sostenerla Italia dei Valori, Verdi, Rifondazione, Comunisti italiani, Movimento Arancione e Nuovo Partito d'Azione
Lo scontro tra Ingroia e Renzi sul nome del partito
Nel 2015 altra spaccatura nel Partito democratico: dopo mesi di scontri con il segretario e premier Matteo Renzi, Pippo Civati decide di lasciare il partito, dando vita a Possibile
Tutte le notizie su Pippo Civati
Poco dopo è la volta di Sinistra Italiana, nato prima come gruppo parlamentare e poi come vero e proprio partito politico. Nella foto, Nicola Fratoianni
Fratoianni ospite a Sky TG24
La rottura più drammatica nel Pd avviene però nel 2017, dopo la sconfitta di Renzi al referendum costituzionale, che segna il rapporto tra il segretario e l'ala sinistra del partito: abbandonano alcuni esponenti storici, come Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani (nella foto)
La scissione e l'addio di Bersani e D'Alema
Nasce Articolo 1, guidato da Roberto Speranza, attuale ministro della Salute del governo Conte-bis (nella foto)
Chi è Roberto Speranza
In vista delle elezioni politiche del 2018, Articolo 1 si allea con Sinistra Italiana e Possibile, creando la coalizione Liberi e Uguali per Pietro Grasso Premier. Dopo le elezioni, nel dicembre 2018 Articolo 1 decide di uscire da Liberi e Uguali (LeU)
LeU appoggia il governo Conte-bis
Alla fine di agosto 2019, il Pd decide di allearsi con il M5S per sostenere il governo Conte bis. L'ex ministro ed eurodeputato Carlo Calenda lascia il partito in opposizione alla scelta e fonda “Siamo Europei”
Carlo Calenda dà le dimissioni e lascia il Pd
Il 16 settembre 2019 è la volta di Matteo Renzi, che annuncia la scissione della sua corrente dal partito
La scissione di Renzi