
Presidente della Repubblica, ecco come si svolgono le elezioni e chi partecipa al voto
Le sedute inizieranno il 24 gennaio 2022. Al Parlamento in seduta comune - composto da 315 senatori, 6 senatori a vita e 630 deputati - si aggiungeranno 58 delegati regionali, 3 per ogni Regione, a eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno. Nei primi tre scrutini bisogna avere la maggioranza dei tre quarti (673 voti) per essere eletti. Dal quarto il tetto si abbassa alla maggioranza assoluta dei votanti (505)

Mancano pochi giorni alle votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, che inizieranno ufficialmente il 24 gennaio 2022. L’elezione avverrà con il Parlamento in seduta comune, a cui si aggiungeranno i rappresentanti delle Regioni: ecco come funziona
GUARDA IL VIDEO: Elezione del Presidente della Repubblica: come funziona
Saranno 1.009 i grandi elettori chiamati ad eleggere il Capo dello Stato: 315 senatori, a cui si aggiungono i 6 senatori a vita, 630 deputati e 58 delegati regionali, 3 per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno
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Per essere eletto, il presidente della Repubblica deve raggiungere nei primi tre scrutini il quorum dei due terzi dei componenti dell’Assemblea, vale a dire 673 voti
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Dal quarto scrutinio in poi, basterà raggiungere la maggioranza assoluta dei votanti, quindi 505 su 1.009. In realtà attualmente il plenum è fermo a 1.007 componenti: ci sono due seggi vacanti, uno alla Camera e uno al Senato
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I senatori sono 314, in attesa che l'Aula del Senato convalidi il subentro del senatore del Pd Fabio Porta a quello del Maie Adriano Cario, dichiarato decaduto
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I deputati attualmente in carica sono invece 629, essendo vacante il seggio lasciato libero dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ma per domenica 16 gennaio sono state convocate le elezioni suppletive: il nuovo eletto si aggiungerà al plenum appena verrà proclamato

Al momento nessuno schieramento ha i numeri per riuscire a eleggere da solo il Presidente, neanche quando il tetto si abbassa dopo il quarto scrutinio

Oltre ai partiti di centrodestra e centrosinistra, ci sono da considerare forze che potrebbero giocare un ruolo determinante di ago della bilancia e che al momento non possono essere incasellate in uno dei due principali poli

Terminata la votazione per il Presidente della Repubblica, si procede allo spoglio delle schede, che vengono lette dal presidente della Camera con accanto quello del Senato. Quindi i segretari procedono al computo dei voti e il presidente proclama poi il risultato

In caso di esito positivo, immediatamente il presidente della Camera e quello del Senato si recano dall’eletto, comunicandogli l’avvenuta elezione e il verbale della seduta. Nella foto: Carlo Azeglio Ciampi attende i presidenti di Senato e Camera per la comunicazione del risultato

Una volta eletto, il Presidente della Repubblica non entra subito in carica. Occorre attendere il giuramento e l’insediamento

Questo avviene con una particolare cerimonia, che ha inizio con la partenza del presidente eletto dalla sua residenza insieme al segretario generale della Camera e il suo arrivo a Montecitorio

Il nuovo Capo dello Stato entra in Aula per il giuramento di fronte al Parlamento riunito in seduta comune, ai delegati regionali e ai componenti del Governo, a cui rivolge un messaggio

Al termine del discorso, accompagnato dal presidente del Consiglio, lascia Montecitorio e si reca all’altare della Patria per rendere omaggio al milite ignoto

Poi raggiunge il Quirinale a bordo della storica Lancia Flaminia, scortato dai Corazzieri a cavallo. Riceve gli onori militari e infine entra nel palazzo dove avviene il passaggio di consegne con il predecessore