Referendum 2025, urne chiuse per prima giornata di voto. Alle 23 affluenza intorno al 22%

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Per i cinque quesiti abrogativi su lavoro e cittadinanza si torna a votare dalle 7 alle 15 di lunedì 9 giugno. Per essere validi, serve raggiungere la quota del 50%+1 degli elettori, al momento lontana. L'ultimo appello per andare a votare è stato lanciato dai leader di Pd, M5s e Avs, scatenando le accuse del centrodestra di violazione del silenzio elettorale. Governo e maggioranza sono per l'astensione. La premier Meloni è andata alle urne, ma come annunciato non ha ritirato le schede

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Prima giornata di votazioni per i cinque referendum su lavoro e cittadinanza. Seggi aperti anche lunedì 9 giugno, dalle 7 alle 15. Per essere validi, i referendum dovranno raggiungere il quorum del 50%+1 degli elettori. Alle 23 l'affluenza è arrivata intorno al 22% degli aventi diritto (alle 19 era il 16,16%). L'ultimo appello per andare a votare è stato lanciato dai leader di Pd, M5s e Avs dal palco di Roma, scatenando le accuse del centrodestra di violazione del silenzio elettorale. Governo e maggioranza sono per l'astensione. La premier Meloni, come aveva anticipato, è andata alle urne, ma non ha ritirato le schede. L'ultimo a sfilarsi è stato il ministro della Giustizia Nordio: 'Non andrò a votare, è un diritto costituzionale', ha spiegato. Polemiche per alcuni presidenti di seggio che avrebbero chiesto "preventivamente agli elettori" se volessero ritirare o meno ritirare tutte le schede. In contemporanea ai questiti referendari si tengono i ballottaggi per le amministrative in 13 Comuni, fari puntati su Taranto e Matera. Primo turno in Sardegna con anche Nuoro al voto.

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Referendum, alle 23 l'affluenza è intorno al 22%

Alle 23 affluenza intorno al 22%L'affluenza dei votanti per i 5 quesiti referendari alle 23 è di circa il 22%. E' quanto si legge sul sito del ministero dell'Interno. I seggi si sono chiusi alle 23 e riapriranno domani mattina alle 7 per restare aperti fino alle 15

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Seggi chiusi

Hanno chiuso alle 23 i seggi della prima giornata di voto per i referendum. Si torna alle urne lunedì 9 giugno, dalle 7 alle 15.

Cgil: "A Lamezia diversi presidenti non danno schede referendum"

La Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo ha denunciato di avere saputo da alcuni cittadini che, in diverse sezioni elettorali di Lamezia Terme, dove si vota anche per il ballottaggio per il sindaco, i presidenti di seggio avrebbero chiesto agli elettori se intendessero ritirare tutte le schede disponibili per la scelta del sindaco e per i referendum ponendo dunque quesiti che, per la Cgil, risultano "in aperto contrasto con quanto stabilito dal manuale operativo fornito a tutte le sezioni elettorali". Il segretario generale della Cgil Area Vasta, Enzo Scalese, parla di una prassi che "rischia di alterare il clima di piena libertà in cui ogni cittadino deve potersi esprimere".

Referendum: alle 19 affluenza al 16,16% per tutti i quesiti

Alle 19 l'affluenza a tutte e cinque i referendum per quali si vota oggi e domani si attesta al 16,16%. Lo si legge sul sito del ministero dell'Interno quando sono state scrutinate tutte le 61.591 sezioni.

In Liguria affluenza sopra al 20% alle ore 19

Alle ore 19, l'affluenza al voto per i cinque referendum in Liguria è stata poco sopra al 20%. L'affluenza più alta a Genova (22%), la più bassa a Imperia (13,7%). Alla Spezia l'affluenza è stata del 20,04%, a Savona del 19,69%.

In Calabria l'affluenza più bassa d'Italia ai referendum: 10,11%

La regione con il più basso tasso di affluenza ai seggi per votare i cinque referendum è la Calabria. Alle ore 19, la partecipazione è stata del 10,11% contro una media nazionale non ancora definitiva del 16%. A livello provinciale, Catanzaro è quella che registra il maggior numero di votanti con il 12,62%, seguita da Cosenza con l'11,08, Reggio Calabria (8,39), Vibo valentia (8,13) e ultima Crotone con il 7,91%.

Referendum, alle 19 affluenza in Campania poco sotto il 14%

Alle 19 è del 13,83% l'affluenza alle urne registrata in Campania per i quesiti referendari. La provincia dove si è votato di più è quella di Napoli (15,25%). La provincia di Caserta, con l'11,47% degli elettori che si sono recati alle urne, quella con l'affluenza più bassa. A Napoli città il dato si attesta sul 17,58%.

Referendum, in Sardegna alle 19 affluenza del 13%

In Sardegna alle ore 19 l'affluenza per i cinque referendum abrogativi è stata del 13,02%, sotto la media nazionale che si attesta intorno al 16%. A Nuoro, dove si vota anche per le elezioni comunali, si è registrata l'affluenza più alta, 30,8%. A Cagliari ha votato il 15,6%.

Referendum, affluenza in Umbria tra il 15,36 e 15,38%

In linea con la media nazionale, alle 19, l'affluenza per i referendum in Umbria. Va infatti dal 15,36 al 15,38% quando sono noti i dati di tutti i mille e uno seggi. Secondo il portale del Ministero dell'Interno, nel Paese l'affluenza è tra il 15,92% e il 16,05%.

Mattarella ha votato a Palermo nel pomeriggio

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato oggi nel suo solito seggio di Palermo per i referendum. Il Capo dello Stato, secondo quanto si apprende, è andato a votare intorno alle 16.30.

Mattarella al seggio a Palermo

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Referendum, Meloni è andata al seggio in serata

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, come aveva annunciato, in serata si è presentata al suo seggio elettorale di riferimento. Lo si apprende dal suo staff. Nei giorni scorsi aveva già parlato della sua intenzione di recarsi al seggio senza però ritirare le schede dei cinque referendum.

meloni

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A Milano per il referendum affluenza al 22% circa alle 19

A Milano alle 19 era circa del 22% in tutte le circoscrizioni l'affluenza alle urne per il voto sui cinque referendum su lavoro e cittadinanza. In città sono in totale 1.044.439 gli aventi diritto al voto. Per quanto riguarda il quesito 1 'Contratto di lavoro a tutele crescenti - Disciplina dei licenziamenti illegittimi' alle 19 avevano votato 83.713 persone per un'affluenza al 21,73%. Per il Quesito 2, 'Piccole imprese - Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale' alle 19 il totale dei votanti era 81.952 per un'affluenza del 21,68%. Per il Quesito 3, "Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi' alle 19 il totale dei votanti era 81.467, per un'affluenza del 21,71%. Per il quesito 4 relativo alla responsabilità solidale in tema di appalti e subappalti il totale dei votanti è stato di 81.177 per una affluenza del 22,74%. Per il quesito 5 sul dimezzamento da 10 a 5 anni della cittadinanza, alle 19 il totale dei votanti è stato 80.758 per un'affluenza del 21,82%.

Referendum: alle 19 affluenza oltre il 15%

L'affluenza alle 19 sui cinque referendum si attesta tra il 15,81 del primo quesito sul lavoro al 15,65% per il quinto quesito, riguardante la cittadinanza. E' quanto emerge dai dati diffusi dal Viminale quando sono giunti i dati di 55.743 sezioni su 61.591.

Referendum: in Basilicata alle ore 19 affluenza al 12,9%

In Basilicata, per il referendum, alle ore 19 è stata registrata un'affluenza del 12,98% degli aventi diritto al voto.    Per la provincia di Potenza, il dato è del 12,52%, nel capoluogo lucano del 16,41%. Per la provincia di Matera, l'affluenza è del 13,84%, mentre nella città dei Sassi - dove si vota anche per il ballottaggio per eleggere il nuovo sindaco - il dato sale al 23,26%.

Referendum, Schlein: "Vigiliamo su cosa accade nei seggi"

"Ci stiamo informando di tutto. Abbiamo i nostri rappresentanti nei seggi e prendiamo nota di tutto". La segretaria del Pd Elly Schlein risponde così ad alcune elettrici che, all'uscita del seggio elettorale, le fanno presente che, molte volte, il personale addetto chiede se si vogliono o meno ritirare le schede per votare per i 5 referendum. Un atteggiamento che alcune di loro considerano "un abuso".  Ai fotografi che le chiedono se intendesse fare un appello al voto risponde: "No, oggi è silenzio elettorale".

Lupi: "Affluenza inviti a riflettere, non si usi referendum come strumento di dibattito politico nella sinistra"

"Bisognerebbe fare una riflessione sul referendum e sull'abuso" del referendum "con cinque quesiti di cui molti non comprensibili", riflette Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, commentando l'affluenza alle urne per i referendum a margine del suo voto a Milano. "La possibilità di raccogliere le firme legittimamente per via web, ma non avere aumentato il numero delle firme da raccogliere poi porta anche ad inflazionare questo strumento - ha aggiunto - dire no vuol dire anche fare riflettere i promotori che varrebbe la pena usare il referendum non come strumento politico di dibattito interno alla sinistra, ma come possibilità di consultazione degli elettori. Noi crediamo in questa forma di consultazione ed è per questo che abbiamo invitato in modo convinto a dire cinque no e ad andare a votare".

Lupi: "Noi Moderati anziché astenersi ha invitato ad andare al voto"

Il leader del partito di maggioranza Noi Moderati ha votato per i referendum a Milano. "Cinque no convinti, non è un segreto il nostro voto - ha detto fuori dal seggio - Noi Moderati tutto questo mese di campagna elettorale avevamo invitato ad andare a votare e votare no, perché non condividevamo i referendum ed era importante anche parlare a quei cittadini che volevano votare". Lupi si mostra quindi distante dalle posizioni di Giorgia Meloni (e di Ignazio La Russa): "Siccome invitiamo sempre alla partecipazione al voto, testimoniare che il voto è importante anche nei referendum credo che fosse un dovere da parte nostra - ha aggiunto - di una forza politica del centrodestra, che si è espresso con la contrarietà a questi referendum. Noi Moderati anziché astenersi ha invitato ad andare al voto".

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Referendum, il voto di Maurizio Landini

Il segretario della Cgil Maurizio Landini ha votato nel primissimo pomeriggio nella scuola elementare di San Polo d'Enza, in provincia di Reggio Emilia: è proprio la Cgil che ha promosso quattro dei cinque referendum.

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Referendum, Comune paga nave per abitanti Giannutri

Un traghetto straordinario per consentire a chi vive all'isola di Giannutri, la più piccola dell'Arcipelago toscano, di poter raggiungere il Giglio e poter votare per il referendum, come organizzato e pagato lo stesso Comune del Giglio, dopo il diniego del ministero dell'Interno di coprire le spese di trasporto. Stamani sono stati due i residenti di Giannutri su circa una quindicina di aventi diritto, che hanno preso la nave per poter raggiungere il seggio. Lo spiega lo stesso sindaco del Giglio Armando Schiaffino. Che aggiunge: "Non so se il traghetto straordinario per andare a votare sia un onere a carico dell'amministrazione comunale, ma ha prevalso il principio di garantire a tutti il diritto al voto". Costo dell'operazione per il Comune circa "1.000 euro più Iva, quindi 1.200 euro".

Conte: "Sappiamo di atteggiamenti impropri ai seggi, vigiliamo"

"Oggi è una bella giornata per esercitare un proprio diritto come quello di andare a votare", ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte uscendo dal seggio elettorale, come si vede in un video di Ala News. Prima di infilare le 5 schede nelle urne, l'ex premier si era informato su come venissero date le schede agli elettori. Rassicurato dal presidente del seggio sul fatto che loro, in assenza di specifiche richieste da parte dei cittadini, le davano tutte e cinque insieme sempre, Conte, parlando con i giornalisti, ha poi detto di sapere che comunque ci sono stati degli "atteggiamenti impropri" da parte del personale di alcuni seggi sui quali "si sta vigilando". Ogni elettore - ha sottolineato - "deve poter essere libero di esprimersi. Ma stiamo verificando".

Referendum, FdI: "Presidente seggio posta foto con esponente Pd"

"Dopo il cappellino di Bersani in pieno silenzio elettorale, oggi si è arrivati oltre l'inimmaginabile, con la propaganda che entra addirittura dentro le cabine elettorali in un seggio della provincia di Roma. Questa mattina, a Olevano Romano, una presidente di seggio si è lasciata fotografare in bella posa con un esponente locale del Partito democratico, mettendo in mostra il libro di Bersani. La foto poi finisce immediatamente sui social con l'invito a votare 5 SI. Come sempre il Pd pensa che le regole valgano solo per gli altri, ma siamo certi che questa arroganza non gli servirà per evitare un'altra sonora sconfitta elettorale". Lo dichiarano in una nota il deputato Alessandro Palombi e il senatore Marco Silvestroni di Fratelli d'Italia.

Referendum, Telesca: "Votare è un gesto di responsabilità civica"

"Votare è un esercizio di democrazia che ci ricorda quanto sia prezioso il nostro sistema democratico". Così il sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca (centrosinistra), in un post sui social corredato da una foto mentre imbuca le schede dei referendum. "Ogni volta che mettiamo la scheda nell'urna - ha aggiunto Telesca - stiamo partecipando attivamente al futuro del nostro Paese. Non è solo un diritto, ma un gesto di responsabilità civica", ha concluso il primo cittadino potentino.

Calenda: "Va stigmatizzato invito al voto in silenzio elettorale"

"Se la destra avesse usato una manifestazione su un dramma umanitario per aggirare il silenzio elettorale, avremmo tutti, giustamente, stigmatizzato questo comportamento: è esattamente ciò che è accaduto ieri. In un referendum con quorum l'invito a votare equivale a un'indicazione di voto. Il corretto funzionamento di una democrazia non si difende solo quando fa comodo", scrive sui social il leader di Azione, Carlo Calenda, riferendosi alle dichiarazioni dei leader di Pd, M5s e Avs di ieri a Roma, al termine della manifestazione per Gaza.

Referendum, oggi seggi aperti fino alle 23

Oggi i seggi per votare i referendum restano aperti fino alle 23, domani aprono alle 7 e chiudono alle 15. In foto: un seggio elettorale a Napoli.

un seggio elettorale

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Referendum, Giani: "Buon voto Toscana"

"Buon voto Toscana!". Così il presidente della Regione Eugenio Giani sui social postando la sua foto mentre vota in un seggio a Sesto Fiorentino, Firenze. Il governatore augura "buon lavoro a tutti i componenti nei seggi, personale dei Comuni e Forze dell'Ordine", ricordando poi gli orari dei seggi, "aperti fino alle 23 di oggi e domani dalle 7 alle 15"

Dal 1946 a oggi quorum referendum abrogativi superato 39 volte

Da quello istituzionale del 1946, per scegliere tra monarchia e Repubblica, a quelli che hanno riguardato la scelta su aborto e divorzio: gli italiani sono stati chiamati a votare per un referendum 78 volte. In particolare, dal dopoguerra a oggi, sono stati 67 quelli abrogativi. Per questo tipo di referendum è richiesto un quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Dal 1974 al 2022, è stato raggiunto in 39 occasioni, mentre in 28 non è stata superata la soglia.

Referendum, lavoro e cittadinanza: per cosa si vota? I quesiti spiegati

Lavoro e concessione della cittadinanza italiana per gli extracomunitari. Nello specifico: abolizione del contratto di lavoro a tutele crescenti del Jobs Act, la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, l'abrogazione delle norme che hanno reso più facile ricorre ad assunzioni a tempo determinato, l’abrogazione della norma che non permette al lavoratore in subappalto che ha un incidente di chiedere il risarcimento anche all'impresa che ha commissionato l'opera e il dimezzamento da 10 a 5 anni il tempo di residenza legale nel nostro Paese per la richiesta della cittadinanza italiana da parte degli stranieri maggiorenni. I QUESITI DEL REFERENDUM NEL DETTAGLIO.

Referendum, Schlein: "Buon voto a tutti, grazie a chi è ai seggi"

"Buon voto a tutte e tutti e grazie a chi sta lavorando ai seggi in tutta Italia", scrive sui social la segretaria del Pd Elly Schlein postando la sua foto mentre infila una scheda nell'urna.

Conte al seggio: "La democrazia si nutre di partecipazione"

"La democrazia non è un concetto formale. Si nutre di partecipazione. Esercitiamo i nostri diritti politici: andiamo tutti a votare!". A scriverlo sui social è il presidente del M5S Giuseppe Conte che posta anche la sua foto mentre inserisce una scheda nell'urna.

Variazioni nell'affluenza tra i 5 quesiti

Ci sono piccole variazioni nell'affluenza al voto alle 12 dei cinque referendum sui quali oggi e domani sono chiamati ad esprimersi i cittadini italiani. La normativa prevede infatti la possibilità di ritirare anche una parte delle cinque schede. I dati emergono dal sito del ministero dell'Interno quando sono giunti i dati di 61.467 sezioni su 61.591. L'affluenza per il primo quesito, quello sul reintegro in caso di licenziamento illegittimo è stata del 7,41%. Identico il dato per il secondo quesito, riguardante il limite delle indennità per i licenziamenti nelle aziende sotto i 15 dipendenti. Per il terzo quesito, che concerne la causale per i contratti a tempo determinato, l'affluenza sale al 7,43%. Scende leggermente al 7,42% il dato del quarto quesito, quello sulla responsabilità in solido delle ditte appaltanti in caso di incidente sul lavoro. Anche per il quinto quesito, riguardante la cittadinanza, l'affluenza si attesta al 7,42%.

In Sardegna alle 12 affluenza del 6,8%

In Sardegna alle ore 12 ha votato il 6,81% degli aventi diritto per i cinque referendum abrogativi, poco sotto la media nazionale (7,4%). Sono 1.842 le sezioni nell'Isola che resteranno aperte sino alle 23 e domani dalle 7 alle 15. Si è votato di più a Cagliari e provincia, 7,36% (nel capoluogo 8,1%), mentre l'affluenza più bassa si è registrata nella provincia di Oristano con il 5,83%.

Referendum, in Calabria alle 12 affluenza al 4,38%

È stata del 4,38% - inferiore alla media nazionale del 7,4% - l'affluenza alle ore 12 in Calabria per il voto sui cinque referendum. La provincia in cui si è votato di più, con il 5,5% è stata quella di Catanzaro, seguita da Cosenza, 4,83%. Sotto il 4% l'affluenza nelle altre tre province: 3,60 Reggio Calabria, 3,54% Crotone e 3,19% Vibo Valentia.

Referendum, in Liguria alle 12 affluenza al 9,23%

Alle ore 12 in Liguria ha votato per i cinque Referendum il 9,23% degli aventi diritto secondo i dati del Ministero dell'Interno. L'affluenza più alta è a Genova con il 10,13%, la più bassa a Imperia con il 6,39. A La Spezia e a Savona ha votato l'8,9% degli aventi diritto.

Bonino al seggio: "Voto è diritto, non posso mancare"

"Non potevo mancare. Il voto è un diritto e darlo per scontato è assai pericoloso. In molti hanno lottato per raggiungerlo, ma se sempre più persone non lo esercitano sarà stato vano. E, a qualcuno, presto o tardi potrebbe venire l'idea che togliercelo non è poi tanto difficile. In passato con i referendum abbiamo liberato le scelte di milioni di persone, con il referendum di oggi possiamo finalmente riconoscere che l'Italia è cambiata e che non ha paura di chi vuole vivere, studiare, lavorare nel pieno rispetto di regole più giuste. Vi pare poco? Andate a votare!". Lo scrive Emma Bonino sui suoi canali social pubblicando la sua foto al seggio di via dell'Arco del Monte a a Roma questa mattina, accompagnata dal segretario di +Europa e presidente del comitato promotore del Referendum sulla cittadinanza, Riccardo Magi, e dalla tesoriera di +E Carla Taibi.

Bonelli: "Ai seggi chiedono a elettori eventuale voto referendum"

"Nelle città dove sono in corso i ballottaggi per le amministrative come Taranto, molti presidenti di seggio chiedono agli elettori se vogliono votare anche per i referendum. Un abuso! Chiedo al ministro Piantedosi di intervenire e annuncio interrogazione parlamentare". Lo scrive sui social Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa verde.

Alle 12 affluenza in Campania poco sotto il 6%

È del 5,85% (5,96% per il quesito sulla tutela dei contratti a termine) l'affluenza alle urne registrata in Campania alle 12 per i referendum. La provincia dove si è votato di più è quella di Napoli (6,47), in testa all'affluenza i comuni di Portici, Pomigliano e San Giorgio a Cremano (che superano il 9%). A Napoli città il dato è del 7,51.

Referendum, ha votato alle 12 il 7,4% degli elettori

Alle 12 ha votato per i cinque quesiti referendari il 7,4% degli elettori. Lo si apprende dal sito del Viminale. Questo è il dato raccolto nelle 61.591 sezioni.

In Umbria affluenza voto referendum più bassa media Paese

È inferiore, seppure di poco, alla media nazionale l'affluenza al voto in Umbria per i referendum. Secondo la rilevazione del Ministero dell'interno alle 12 di domenica è infatti al 6,74% per il quesito sulla cittadinanza e al 6,75% per gli altri, mentre quella italiana è di poco superiore al 7% per tutti i quesiti. In base ai dati di tutti i mille e uno seggi allestiti si è votato di più in provincia di Terni, 6,91-6,93%, rispetto a quella di Perugia, 6,68-6,69%.

Boldrini: "Non sprechiamo occasione, voto per futuro"

In una nota, Laura Boldrini, deputata del Pd, ha scritto: "Poco fa ho votato nel mio seggio. Fatelo anche voi, tutte e tutti: un voto, pochi minuti, per dire la vostra idea di Italia. Un voto che riguarda il futuro del Paese e, soprattutto, dei giovani. Votare è un dovere civico, ma è anche un diritto conquistato con durissime battaglie. Non sprechiamo questa occasione".

A Milano per referendum affluenza sotto al 10% alle 12

A Milano alle 12 era sotto il 10% in tutte le circoscrizioni l'affluenza alle urne per il voto sui cinque referendum su lavoro e cittadinanza. In città sono in totale 1.044.439 gli aventi diritto al voto. Per quanto riguarda il quesito 1 alle 12 avevano votato 49.082 persone per un'affluenza al 9,34%. Per il quesito 2 alle 12 il totale dei votanti era 54.701 per un'affluenza del 9,47%. Per il quesito 3, il totale dei votanti era 51.660, per un'affluenza del 9,38%. Per il quesito 4 il totale dei votanti è stato di 52.914 per una affluenza del 9,39%. Per il quesito sul dimezzamento da 10 a 5 anni della cittadinanza, alle 12 il totale dei votanti è stato 53.196 per un'affluenza del 9,39%. 

Emilia-Romagna è la regione con l'affluenza più alta

L'Emilia-Romagna è la Regione con l'affluenza più alta ai referendum. Alle 12 ha votato una percentuale di circa il 10,9% degli aventi diritto, di oltre tre punti e mezzo più alta rispetto alla media nazionale. Le province di Bologna (13,3%) e di Reggio Emilia (12,2%) sono quelle dove si è votato di più, con picchi nelle città principali (Bologna al 14,3%, Modena 13,3%, Reggio Emilia 13%), anche se la palma degli elettori più disciplinati va a due Comuni del Reggiano: Fabbrico (18,4%) e Cariago (15,2%) che sono, tradizionalmente, i luoghi dove si vota di più.

In Basilicata alle ore 12 affluenza al 5,41%

In Basilicata, per il referendum, alle ore 12 è stata registrata un'affluenza del 5,41% degli aventi diritto al voto. In totale sono 684 le sezioni allestite nei 131 Comuni lucani. Per la provincia di Potenza, il dato è del 5,01, nel capoluogo lucano del 6,98%. Per la provincia di Matera, l'affluenza è del 6,17%, mentre nella città dei Sassi - dove si vota anche per il ballottaggio per eleggere il nuovo sindaco - il dato sale all'11%.

Il voto di Giuseppe Conte

Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, mentre vota al seggio elettorale a Roma per il referendum.

conte referendum

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Referendum, il quinto quesito è sulla cittadinanza

Si vota anche sulla legge del 1992 che regola la concessione della cittadinanza italiana agli stranieri. I cittadini riceveranno una scheda gialla per dare il loro parere. Secondo la legge in vigore, un adulto straniero, cittadino di un Paese che non fa parte dell'Unione Europea, deve risiedere legalmente 10 anni in Italia per poter chiedere la cittadinanza italiana. L'obiettivo del referendum abrogativo è ridurre da dieci a cinque anni il periodo di residenza, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992. Il termine dei dieci anni rappresenta la regola generale ed è tra i più lunghi in Europa. La riduzione a cinque anni del requisito di residenza potrebbe indirettamente semplificare anche il percorso per molti minori stranieri: ad oggi un minore straniero nato in Italia da genitori non italiani non acquisisce automaticamente la cittadinanza ma può richiederla al compimento dei diciotto anni se ha risieduto legalmente e ininterrottamente in Italia fino a quel momento. Se si è d'accordo con il dimezzamento del requisito di residenza per concedere la cittadinanza italiana agli adulti extracomunitari, bisogna votare 'Sì'. Se si è contrari, bisogna votare 'No'. Con il 'Sì', infatti, si cancellano due punti dell'articolo 9 della legge n. 91 del 1992, portando così al requisito dei cinque anni di residenza per chiedere la cittadinanza. Chi sostiene il 'Sì' ritiene che l'attuale legge sia sproporzionata e discriminatoria, perché richiede agli adulti extracomunitari il doppio degli anni di residenza rispetto alle regole in vigore prima del 1992. Il requisito dei 10 anni, secondo i promotori del referendum, non rispecchia la realtà di molti stranieri che vivono stabilmente in Italia e rischia di escludere anche i loro figli minori. Abbreviare i tempi a 5 anni, senza toccare gli altri criteri, come il reddito e la conoscenza della lingua, semplificherebbe un percorso oggi ostacolato dalla burocrazia avvicinando l'Italia agli standard di altri Paesi europei. Chi sostiene le ragioni del 'No' ritiene invece che la legge attuale sia già adeguata e che l'Italia rilasci un numero troppo alto di cittadinanze rispetto ad altri Paesi. I risultati del referendum abrogativo, come in questo caso, sono validi solo se partecipa almeno la metà degli aventi diritto di voto, cosa che permette il raggiungimento del quorum.

Fratoianni: "Vietato ingresso ai fotografi dove ho votato"

Il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni ha denunciato che nel seggio di Foligno dove si è recato a votare per i referendum "la presidente del seggio, non si comprende in base a quale normativa, ha vietato l'ingresso a troupe e fotografi che sono riusciti comunque ad esercitare il diritto di cronaca da fuori della porta". Un episodio definito "surreale". "Un comportamento inaccettabile su cui Avs - si legge in una sua nota - presenterà un'interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi e su cui chiediamo un intervento immediato del prefetto di Perugia".

Anziani non riescono a votare, seggio a I piano senza ascensore

Seggio 'off limits' per anziani e disabili quello di Via dei Genovesi a Roma. Le urne per il referendum sono state allestite infatti al primo piano della scuola, ma per accedervi non ci sono né ascensori, né montacarichi. Così 9 anziani sono rimasti seduti in attesa di poter votare nell'ingresso dell'edificio dalle 8.30 circa fino alle 11,.

Referendum, quarto quesito su appalti e sicurezza

Il quarto quesito referendario interviene in materia di salute e sicurezza sul lavoro e riguarda il cosiddetto testo unico del 2008: si chiede di modificare le norme attuali, che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all'impresa appaltante. Il tema della sicurezza sul lavoro, in particolare negli appalti, è tra quelli al centro dell'attenzione non solo del referendum, visto che il meccanismo dello sconto per ottenere la commessa può talvolta trasformarsi in minori tutele. Proprio recentemente, in uno dei tavoli a Palazzo Chigi con la parti sociali per affrontare il tema delle morti sul lavoro, il governo ha ipotizzato modifiche alle norme previste per gli appalti. La Cgil, che ha proposto il referendum, pone l'attenzione sui dati che indicano in circa 500mila le denunce di infortunio sul lavoro in un anno, con un totale di mille lavoratori morti: "Cambiamo le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell'imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro". Coloro che non sono a favore del quesito, invece, pongono l'accento sull'inadeguatezza dello strumento referendario per incidere su questa materia. IL QUESITO: «Volete voi l'abrogazione dell'art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" come modificato dall'art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall'art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonchè dall'art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole "Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici'?».

Referendum, terzo quesito sui contratti a termine

Il terzo dei quattro quesiti referendari mira a cancellare la possibilità di fare contratti a termine senza indicare causali per i primi 12 mesi. Di fatto incide sulle norme del Jobs Act ma anche su alcuni interventi introdotti dal governo Meloni. Sui contratti a termine si sono succedute norme nel tempo. L'obbligo di causali per le assunzioni fino a 12 mesi era stato eliminato nel 2015 con il Jobs act del governo Renzi e poi reintrodotto nel 2018 con il decreto Dignità del governo Conte. L'ultima modifica è arrivata nel 2023 con il decreto Lavoro del governo Meloni, che ha escluso, per i rinnovi e per le proroghe, l'esigenza delle causali per i contratti fino a 12 mesi e introdotto nuove causali per i contratti con durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (tra cui quella per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti in assenza della previsione contrattuale, che è possibile stipulare fino a fine anno). Chi voterà 'SI' farà ritornare l'obbligo di inserire una motivazione per i contratti a termine di durata inferiore a 12 mesi che, secondo la Cgil che ha promosso il quesito, interessa circa 2 milioni e 300mila lavoratori. Per la Cgil, questo referendum punta a "rendere il lavoro più stabile e certo" mentre i contratti a termine senza causali si prestano ad un utilizzo disinvolto del lavoro in un contesto nel quale le percentuali di disoccupazione consentono la creazione di precarietà. Per i contrari, invece, la norma fa tornare indietro nel tempo, ingessando un meccanismo che da una parte consente flessibilità per alcune tipologie di lavori (come quelli stagionali) e dall'altro rappresenta una delle forme di ingresso per una stabilizzazione lavorativa. IL QUESITO: "Volete voi l'abrogazione dell'articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante "Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell'articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183", comma 1, limitatamente alle parole "non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque", alle parole "in presenza di almeno una delle seguenti condizioni", alle parole "in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2025, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;" e alle parole "b bis)"; comma 1 -bis , limitatamente alle parole "di durata superiore a dodici mesi" e alle parole "dalla data di superamento del termine di dodici mesi"; comma 4, limitatamente alle parole ",in caso di rinnovo," e alle parole "solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi"; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole "liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente"?".

Il voto di Fratoianni

Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, al seggio elettorale di Foligno per votare ai referendum.

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Referendum, secondo quesito, tutele e piccole imprese

Il secondo quesito dei quattro referendum sul lavoro promossi dalla Cgil incide sui licenziamenti illegittimi delle piccole imprese. In particolare, riguarda la cancellazione del tetto all'indennità nei licenziamenti nelle imprese con meno di 16 dipendenti: qui in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi infondata l'interruzione del rapporto di lavoro. Secondo i proponenti, il bacino di lavoratori sottoposti alla norma è di circa 3 milioni e 700mila dipendenti. L'obiettivo del referendum abrogativo - sostiene la Cgil che lo ha proposto - è quello di 'innalzare le tutele di chi lavora, cancellando il limite massimo di sei mensilità all'indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite'. Tra gli argomenti dei proponenti anche la cancellazione di una differenziazione tra lavoratore di piccole imprese e lavoratore di aziende più grandi. Per chi contrasta il quesito la cancellazione del tetto dei sei mesi agli indennizzi delle piccole imprese rischierebbe per loro di rendere imbrigliato il mercato del lavoro: non ci sarebbe infatti una soglia di rischio per l'indennizzo da pagare in caso di licenziamento. Come nel primo quesito il dilemma è nel punto di equilibrio che va ricercato tra flessibilità delle imprese e tutela dei diritti di chi lavora. IL QUESITO: "Volete voi l'abrogazione dell'articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante "Norme sui licenziamenti individuali", come sostituito dall'art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: "compreso tra un", alle parole "ed un massimo di 6" e alle parole "La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro"?".

Schlein ha votato

La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein all’esterno del seggio dove si è recata per votare i cinque referendum su lavoro e cittadinanza

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Referendum, primo quesito sul Jobs act-licenziamenti

Il primo dei quattro referendum sul lavoro, promossi dalla Cgil, chiede la cancellazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti introdotto nel 2015 con il Jobs act del governo Renzi, applicata a chi è stato assunto dal 7 marzo 2015 in poi in imprese con oltre 15 dipendenti. Si tratta della nuova tipologia di contratto che fissa diverse soglie di indennizzo economico, con l'aumentare dell'anzianità di servizio - le tutele crescenti - passando da un minimo di 6 mesi fino ad un massimo di 36 mesi. La norma attuale, invece, ha tolto, per la genericità dei casi e anche per alcuni licenziamenti illegittimi, il reintegro. La possibilità che il giudice preveda il rientro al lavoro è comunque rimasta anche oggi nei casi di licenziamento discriminatorio (ad esempio per ragioni legate a opinioni politiche, religiose o disposto durante la maternità o intimato in forma orale) e in specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato. Lo snodo su chi gli italiani sono chiamati a decidere è tra la necessaria flessibilità che un'azienda deve avere per promuovere sviluppo e lavoro e la tutela che invece va garantita al lavoratore per dargli certezze sul proprio futuro, un modo anche questo di sostenere famiglie ed economia. L'equilibrio tra queste due esigenze economiche è quello al centro di questo primo quesito. La Cgil, che è tra i promotori, calcola che gli occupati assunti dopo il 7 marzo 2015 - che quindi sono automaticamente inseriti nel contratto a tutele crescenti - sono oltre 3 milioni e 500mila e aumenteranno nei prossimi anni. E sostiene che sono "penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusta e infondata l'interruzione del rapporto". I contrari invece ritengono che cancellando le norme previste dal Jobs Act si torni al passato, irrigidendo il mercato del lavoro. Anche sugli effetti concreti c'è un dibattito. Se è vero che rientra la possibilità di reintegro, sugli indennizzi è aperto un confronto: per la Cgil la soglia minima dovrebbe essere di un anno rispetto ai sei mesi attuali, mentre la Cisl ritiene che il tetto degli indennizzi dovrebbe essere di 24 mesi contro i 36 attuali. IL QUESITO: "Volete voi l'abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante "Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183" nella sua interezza?".

Elezioni comunali in Sardegna e ballottaggi: oggi urne aperte fino alle 23

In concomitanza con i cinque referendum abrogativi, in 13 città (tra cui Taranto e Matera) si tiene il secondo turno delle Amministrative e in 7 città sarde (tra cui Nuoro) si rinnova la giunta. Seggi aperti anche domani dalle 7 alle 15. Lo spoglio comincerà subito dopo la loro chiusura

Referendum cittadinanza, i vip per il sì (e che invitano a votare), da Mahmood a Ghali

Il referendum sulla cittadinanza dell’8 e 9 giugno 2025 ha coinvolto numerosi artisti, cantanti, attori, intellettuali e influencer. Molti personaggi pubblici hanno preso posizione, invitando i cittadini – soprattutto i giovani – a recarsi alle urne. Da Malika Ayane a  Brunori Sas e Geppi Cucciari, ecco le star che stanno lanciando appelli sui social

Referendum, gli inviti all'astensione per non raggiungere il quorum: i precedenti

L'8 e il 9 giugno si tengono i referendum abrogativi (serve che vada a votare il 50% + 1 degli aventi diritto per la validità) su cittadinanza e lavoro. I partiti che sostengono il governo Meloni stanno invitando gli elettori a non recarsi alle urne suscitando così forti critiche da parte delle opposizioni. Ma non è la prima volta che i politici lanciano appelli per non votare: ecco alcuni casi del passato

Magi al seggio: "Italiani diano lezione di democrazia"

"Oggi è una giornata preziosa e vitale per la democrazia, quella in cui i cittadini esprimono il proprio voto. Oggi i cittadini autenticamente patriottici vanno a votare perché la democrazia si difende facendola vivere e praticandola. Speriamo che diano anche una lezione a tutti coloro che invece li hanno invitati a fare altro, a non occuparsi della cosa pubblica". Lo ha detto parlando ai cronisti fuori dal seggio il presidente del Comitato Promotore del Referendum Cittadinanza e segretario di +Europa, Riccardo Magi. "Con questo quesito - ha aggiunto - abbiamo suscitato nel paese un'attenzione su un tema come quello della cittadinanza di cui non si discuteva da troppi anni. Abbiamo visto ragazze e ragazzi giovanissimi entusiasmarsi, mobilitarsi per il voto e questo è un patrimonio immenso che noi comunque mettiamo a disposizione della democrazia". "Buon voto a tutti!", ha concluso.

Gualtieri alle urne

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri alle urne per il referendum

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Referendum, Meloni: "Ai seggi per rispetto ma astensione è un diritto"

La premier, ospite de "Il giorno de la Verità", ha ribadito il valore delle urne ma ha difeso anche chi sceglie di non votare. "Il rispetto per le istituzioni passa anche dalla libertà di decidere se partecipare", ha detto.

Referendum 8 e 9 giugno, cosa cambia se vince il sì

Gli aventi diritti al voto potranno decidere se abolire o meno parti di provvedimenti che riguardano la riforma del mercato del lavoro e le norme sulla cittadinanza nel nostro Paese. Per essere validi i referendum devono superare il quorum di votanti del 50% più uno del corpo elettorale. Ecco cosa succede se vince il Sì.

Referendum 8 e 9 giugno 2025, le posizioni dei partiti: da Fratelli d'Italia al Pd

Affinché il risultato abbia effetto, è necessario che venga raggiunto il quorum, ovvero che almeno il 50% più uno degli aventi diritto si rechi alle urne. In caso contrario, il referendum sarà nullo. La maggioranza di governo invita all’astensione, mentre le opposizioni si schierano in gran parte per il sì.Ecco nel dettaglio le posizioni espresse dalle forze politiche.

Referendum in Italia, dal primo nel 1946 a quelli del 2025: tutti i voti

Il primo fu quello istituzionale con il quale gli italiani scelsero tra Repubblica e Monarchia. Da quel giorno si è tornati alle urne per altri 77 quesiti referendari: 72 abrogativi, uno consultivo e quattro costituzionali. Il 12 giugno 2022 si è votato per gli ultimi abrogativi sulla giustizia. L'8 e il 9 giugno 2025 si torna alle urne per i cinque quesiti in materia di Lavoro e Cittadinanza

Schlein voterà alle 11 in via Galvani a Roma

La segretaria del Pd Elly Schlein voterà per i referendum questa mattina alle 11 in via Galvani 6 a Roma. Lo fa sapere il partito.

Italiani al voto, urne aperte per referendum e ballottaggi

Urne aperte stamani per votare 5 quesiti referendari, 4 dei quali riguardanti il lavoro e uno le procedure per l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte di immigrati. Le cinque schede del referendum hanno colore diverso, e il quorum del 50% piu' uno sara' conteggiato separatamente per ogni singolo quesito. Il primo, scheda verde chiaro, chiede se si intenda abolire uno degli articoli del Jobs act relativo alla disciplina dei licenziamenti; il secondo, scheda arancione, riguarda la cancellazione del tetto alle indennita' per licenziamento; il terzo, scheda grigia, propone di reintrodurre l'obbligo di causale per i contratti di lavoro a tempo determinato inferiori ai 12 mesi; il quarto, scheda rossa, riguarda la salute e la sicurezza del lavoro, chiedendo di estendere in caso di infortunio la responsabilita' anche all'impresa committente dell'appalto; infine quello che riguarda la cittadinanza, scheda gialla, che potrebbe dimezzare a 5 anni di presenza in Italia il requisito per ottenerla. Per la prima volta, al referendum puo' partecipare anche chi vive all'estero, se entro il 7 maggio avra' fatto richiesta per l'opzione di voto per corrispondenza. Contestualmente, in 32 Comuni italiani, tra cui Taranto e Matera, si vota anche per il ballottaggio, e in 7 Comuni della Sardegna, di cui Nuoro e' il piu' grande, per il rinnovo delle amministrazioni comunali. Le urne saranno aperte anche domani dalle 7 fino alle 15, mentre oggi il voto e' consentito fino alle 23. 

Referendum 8 e 9 giugno, i colori delle 5 schede e i quesiti. Come si vota

Cittadinanza, Jobs Act, precariato, licenziamenti e sicurezza sul lavoro. Sono questi i cinque temi al centro dei referendum abrogativi su cui gli italiani dovranno esprimersi l'8 e il 9 giugno.  Per la validità dei referendum è necessario raggiungere il quorum, cioè  la partecipazione del 50% più uno degli elettori. Se questa soglia non  verrà superata, il referendum non avrà effetto. Ma come si vota? Prima  di tutto è necessario sottolineare che, essendo referendum abrogativi,  il “Sì” sulla scheda indica la richiesta di eliminazione delle attuali  leggi. Il “No”, invece, il loro mantenimento. Ecco tutto quello che c'è  da sapere

Referendum 8 e 9 giugno, per cosa si vota: i quesiti spiegati

Si vota domenica 8 giugno dalle 7 alle 23 e lunedì 9 giugno dalle  7 alle 15. Per la validità dei referendum abrogativi è necessario  raggiungere il quorum, garantito solo quando avranno votato il 50% + 1  degli aventi diritto. Cinque i quesiti promossi da sindacati e  associazioni. Lavoro e cittadinanza i temi toccati. LEGGI QUI

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