Europee, ok unanime all’emendamento per il voto degli studenti fuori sede: come funziona
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La Commissione Affari costituzionali del Senato ha dato il via libera all'unanimità all'emendamento al dl elezioni, presentato da Fratelli d’Italia, che riguarda la possibilità di votare per gli studenti fuori sede per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno 2024. Tutti i gruppi hanno aggiunto la firma alla proposta. Meloni: “Importante passo in avanti per rafforzare la partecipazione al voto”. Ecco cosa c’è da sapere e quali sono i dubbi delle opposizioni
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- Il dl elezioni è all’esame del Senato. La Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha dato il via libera all'unanimità all'emendamento, presentato da Fratelli d’Italia, che riguarda la possibilità di votare per gli studenti fuori sede per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno 2024. Tutti i gruppi hanno aggiunto la firma alla proposta. "Un importante passo in avanti per rafforzare la partecipazione al voto. Un ringraziamento alle forze politiche che hanno votato all'unanimità l'emendamento", ha scritto sui social la premier Giorgia Meloni
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- Il dl elezioni dovrebbe ricevere l’ok da Senato e Camera entro fine marzo. L’emendamento approvato, comunque, è una misura in via sperimentale solo per queste Europee. La stessa Commissione sta esaminando un ddl con norme generali sul voto ai fuori sede. Si tratta di un testo partito alla Camera su iniziativa di Pd e M5S ma "svuotato" dalla maggioranza, che ha introdotto una delega al governo da esercitare entro 24 mesi. Fdi ha quindi presentato un emendamento al decreto elettorale che rende applicabile la norma sin dalle Europee di giugno
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- Dopo che il dl sarà approvato, quindi, gli studenti italiani che vivono in un comune diverso da quello in cui hanno la residenza potranno votare nella città in cui studiano (o lì vicino). Questa nuova possibilità, però, non riguarda tutte le elezioni che si terranno nell'Election day dell'8 e 9 giugno: gli studenti fuori sede non potranno votare per le elezioni comunali della loro città di origine, ma - come detto - solo per le Europee
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- L'emendamento prevede due situazioni diverse. La prima riguarda il caso in cui lo studente fuori sede si trova a studiare in un comune diverso dal suo ma nella stessa circoscrizione elettorale: in questo caso, lo studente vota nella città di domicilio in una apposita sezione elettorale. Sulla scheda, infatti, troverà gli stessi partiti e gli stessi candidati del suo comune di residenza e non ci sono problemi per i conteggi. È il caso, ad esempio, di un ragazzo calabrese che studia a Napoli
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- Quando invece lo studente fuori sede si trova in una città che ricade in un'altra circoscrizione elettorale, dovrà votare in una sezione elettorale speciale che verrà allestita nel capoluogo della Regione dove studia: ne verrà allestita una ogni 800 elettori fuori sede. In questo modo, per esempio una ragazza calabrese che studia a Roma o Milano potrà votare per i partiti e i candidati della circoscrizione dove ricade il suo comune
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- Per esercitare la possibilità di votare in questa sezione speciale, il fuori sede deve attivare la pratica e presentare una domanda al proprio comune di origine entro 35 giorni dal voto. L’amministrazione del comune di residenza avrà 15 giorni per approvarla e trasmetterla al comune di domicilio, che dovrà fornire al richiedente - entro 5 giorni prima del voto - un’autorizzazione da presentare al seggio
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- Le circoscrizioni elettorali delle elezioni europee sono molto più grandi rispetto a quelle delle altre elezioni nazionali e sono 5: Nord ovest, Nord est, Centro, Sud, Isole. È questa una delle ragioni per cui l’emendamento propone una sperimentazione proprio durante queste consultazioni, in quanto le questioni burocratiche sono molto meno difficili da gestire
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- La possibilità di votare per le Europee in una città diversa da quella di residenza riguarda gli studenti fuori sede da almeno tre mesi. In base all'ultimo rapporto Anvur - sistema della formazione superiore e della ricerca 2023, gli studenti fuori sede sono 446.603. La maggior parte dei fuori sede universitari vive in Emilia-Romagna (oltre 86mila) e in Lombardia (oltre 83mila), 41mila li conta il Piemonte, 35mila la Toscana, 55mila il Lazio, poco più di mille in Sardegna, 2.600 in Calabria, 7.200 la Sicilia, 437 in Valle d'Aosta
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- L’emendamento ha sollevato perplessità nelle opposizioni. Prima di tutto perché vale solo per queste Europee e non, per esempio, per le Comunali che si tengono nello stesso giorno. In parte, è l’obiezione, contraddice il decreto stesso che ha accorpato Europee e Comunali. Se il comune di origine del fuori sede è uno dei 3.702 in cui viene eletto il sindaco, lo studente che vuole votare ha due possibilità: tornare a casa e votare per Europee e Comunali oppure votare dove ha il domicilio ma rinunciando alle Comunali ed esprimendosi solo per le Europee
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- Un’altra critica - nonostante l’ok della Commissione all’emendamento all’unanimità - riguarda il fatto che l’emendamento permette il voto fuori sede solo agli studenti e non ad altre categorie che si trovano a vivere in un comune diverso da quello di residenza. Restano fuori, ad esempio i lavoratori fuori sede o chi si trova fuori sede per motivi di salute o di cura. Le opposizioni hanno annunciato che in Aula proveranno a chiedere che la platea venga allargata