Riforma “premierato", pronta bozza dell’accordo. Ecco cosa cambia

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Il ddl è in discussione in Commissione Affari costituzionali al Senato. Ieri è arrivata la conferma di un accordo all’unanimità tra le forze della maggioranza per le ultime modifiche, che verranno sottoposte ai leader. Il secondo premier potrà subentrare al primo solo dopo morte o dimissioni. E arriva il limite dei due mandati. Cambia il semestre bianco, indispensabile se si richiede scioglimento Camere

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Il ddl di riforma costituzionale sul “premierato” è in discussione in Commissione Affari costituzionali al Senato. Ieri è arrivata la conferma di un accordo all’unanimità tra le forze della maggioranza per le ultime modifiche. Il presidente della Commissione, Alberto Balboni di FdI, ha detto: “La nostra proposta sarà ora sottoposta ai leader e, quando approvata, sarà depositata come emendamenti”. Servirà quindi un vertice tra i leader del centrodestra, che non sarebbe ancora in agenda, per dirimere le ultime controversie sul tema, così da presentare emendamenti comuni entro il termine fissato di lunedì prossimo. Nell’ultima riunione la Lega avrebbe sollevato ancora obiezioni su un paio di punti. Quello che agita la maggioranza è il termine per gli emendamenti, fissato alle 12 di lunedì, il che lascia poco tempo , anche perché la premier da sabato sarà impegnata in una lunga visita in Giappone. Se Salvini non desse subito il proprio via libera o anche solo facesse slittare il vertice tra i leader - si rimarca in ambienti Fdi - obbligherebbe a far slittare anche il termine per gli emendamenti: nulla di drammatico - si ragiona in alcuni settori della maggioranza - anche se potrebbe rappresentare un segno di debolezza che non gioverebbe all'immagine della premier.

Le modifiche

Sui cardini della riforma comunque i partiti del centrodestra convengono tutti: elezione diretta del premier, bilanciata dalla fiducia che questi deve chiedere al Parlamento per il suo governo, così da dare un peso ai partiti della coalizione nella trattativa per formare la squadra ministeriale. Si è anche convenuto che ci possa essere un secondo Presidente del consiglio espresso dalla coalizione vincitrice delle elezioni in caso di "morte, impedimento permanente, decadenza o dimissioni volontarie" del premier eletto. La logica è quella di una "staffetta" ma non in uno scenario di rottura della coalizione. Altra questione, meno problematica, è il limite dei due mandati per il premier eletto, su cui la Lega frena, anche in vista della richiesta del terzo mandato per i Governatori. Visto che le opposizioni presenteranno emendamenti su tale punto, si ragiona nel partito di Salvini, si può anche rinviare la decisione. Potrebbe cambiare anche il cosiddetto semestre bianco. La bozza in discussione tocca anche l'articolo 88 della Costituzione, che disciplina lo scioglimento anticipato delle Camere. L'attuale formulazione afferma: Il capo dello Stato "non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura". Nella nuova versione, questa facoltà gli viene accordata per evitare che una eventuale richiesta del presidente del Consiglio di scioglimento venga stoppata dall'attuale normativa che vieta al presidente della Repubblica nell'ultimo semestre del suo mandato di procedere ad una operazione di questo tipo.

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I punti della riforma

Prende dunque corpo lo schema della riforma del premierato voluta dal governo e ora al primo step del Senato. E secondo la bozza della legge, riscritta dalla ministra Elisabetta Casellati, in attesa dell'ultimo sigillo dei leader di partito, si rafforza il ruolo del capo del governo, con un'impronta che appare molto meloniana. Tra le novità contenute nell'ultima bozza: il futuro premier non potrà superare i due mandati. SENATORI A VITA: spariscono e, con loro, una prerogativa del capo dello Stato che oggi li nomina. Quelli attualmente in carica concludono il loro mandato. TETTO DUE MANDATI: il premier è eletto per 5 anni ma il suo orizzonte non può superare le due legislature consecutive o sforare a tre ma solo se la precedente si è conclusa in anticipo. PREMIO ELETTORALE: sparisce la soglia che garantiva il 55% dei seggi in ciascuna Camera, inizialmente previsto. Al suo posto un generico "premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi". REVOCA DEI MINISTRI: il premier può proporre non solo la nomina, ma anche la revoca dei ministri, che formalmente verrà fatta dal Quirinale. RAPPORTO PREMIER-COALIZIONE: la fiducia che il Parlamento deve dare al governo, va espressa a tutta la squadra, non al presidente del Consiglio. Si controbilancia così il suo ruolo, lasciando ai partiti alleati un potere contrattuale nella formazione dell'esecutivo. SECONDO PREMIER: per evitare ribaltoni, quello eletto può passare il testimone al 'premier di scorta' solo in casi eccezionali (morte, impedimento grave, dimissioni e decadenza), ridimensionando molto una novità fortemente voluta dalla Lega. Chi subentra è un parlamentare della stessa coalizione (ma dalla bozza sparisce il riferimento all'impegno ad attuare programmi di governo, ritenuto troppo ampio) e comunque se non ottiene la fiducia, il suo percorso si interrompe. Il premier eletto invece, se sfiduciato, ha 7 giorni per riprovarci, poi è costretto a dimettersi, oppure propone lo scioglimento delle Camere. SEMESTRE BIANCO: Nella nuova versione viene ammessa la facoltà per il Capo dello Stato di sciogliere le camere anche nel periodo del semestre bianco. E ciò per evitare che una eventuale richiesta del presidente del Consiglio di scioglimento venga stoppata dall'attuale normativa che vieta al presidente della Repubblica nell'ultimo semestre del suo mandato di procedere ad una operazione di questo tipo.

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Roma, 25 settembre 2022. 
ANSA/FABIO CIMAGLIA

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