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Migranti, Meloni: "Priorità non farli arrivare da noi". Conte: "Fallimento del governo"

Politica
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La premier spiega che la decisione di Parigi e Berlino di bloccare i processi di selezione dei richiedenti asilo arrivati in Italia non è stata una sorpresa: "Noi abbiamo qualche tempo fa comunicato ai nostri partner che non potevamo più riaccogliere automaticamente i cosiddetti 'dublinanti' perché i nostri hotspot sono pieni e se la Ue non ci dava una mano a difendere i confini esterni"

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"Lo stop dei migranti di Francia e Germania? Me lo aspettavo, in parte sì". Così la premier Giorgia Meloni commenta la decisione di Parigi e Berlino di bloccare i processi di selezione dei richiedenti asilo che arrivano dall'Italia nell’ambito del "meccanismo di solidarietà volontaria". Intervistata da Bruno Vespa a Cinque Minuti, su Rai1, la presidente del Consiglio ricorda che "noi abbiamo qualche tempo fa comunicato ai nostri partner che non potevamo più riaccogliere automaticamente i cosiddetti 'dublinanti' perché i nostri hotspot sono pieni e se la Ue non ci dava una mano a difendere i confini esterni". Il problema però, aggiunge, non è tanto quello dei ricollocamenti – "Sono però secondari, sono state pochissime le persone ricollocate" - ma piuttosto come "fermare i movimenti primari, gli arrivi in Italia". Le dichiarazioni della premier arrivano mentre il leader del M5s Giuseppe Conte attacca l'esecutivo proprio sulla questione migranti: "Le politiche migratorie di questo governo sono un fallimento, ed è un fallimento certificato anche dalle spalle che ci voltano Francia e Germania, siamo isolati". In serata Meloni sarà ospite della puntata di oggi di Porta a Porta. Molti i temi caldi affrontati durante la registrazione del programma, dal Superbonus all'addio al Reddito della cittadinanza e alla tassazione degli extraprofitti bancari.

"Superbonus e bonus edilizi? Sono costati 140 miliardi, come sei Manovre finanziarie"

Non si spegne la polemica sul futuro degli incentivi per l’edilizia approvati dai precedenti governi, considerati dall'esecutivo di Meloni un peso troppo alto per i conti pubblici. "I bonus edilizi messi in capo da Conte - ha detto la premier - sono costati ad oggi circa 140 miliardi, mediamente una Legge di Bilancio che è la legge più importante di tutti e si fa sulla sanità il lavoro le famiglie il pubblico impiego vale 20, 30, 35 miliardi, questo per capire l'ordine, da 4 a 6 leggi finanziarie, qualcosa deve non aver funzionato". Secondo Meloni, il problema è che "il costo del Superbonus è stato scaricato sui governi che sono venuti dopo. E anche questo è bizzarro. Ho sentito dire che il Pil nel 2021 è andato all'11%, non è esattamente così, è stato quello che viene chiamato il rimbalzo del gatto morto". E ancora: "Questa misura è costata oltre 2 mila euro a persona, per ristrutturare meno dl 4% del patrimonio italiano, perfino castelli".

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Reddito di cittadinanza: "Rivendico la scelta di toglierlo"

Un passaggio anche sulla decisione di superare il Reddito di cittadinanza. "Rivendico con orgoglio quanto fatto”, ha detto Meloni: "Penso che la misura di toglierlo sia complessivamente giusta, penso che lo dimostri che da quando abbiamo annunciato che avremmo tolto il reddito a quando è accaduto, la platea era diminuita. Questo significa che le persone hanno cercato il posto di lavoro". 

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Extraprofitti banche: "Non torno indietro. Non c'è alcun intento punitivo"

Molto sta facendo discutere anche la decisione del governo di tassare gli extraprofitti delle banche, misura bocciata anche dalla Bce. Ma Meloni non guarda indietro: "Rivendico il provvedimento, non c'è alcun intento punitivo, c'è l'idea di uno Stato che interviene e anche quando vuol essere considerato più impattante. Se ci sono correttivi da fare si possono fare ma non intendo fare marcia indietro". Alcune modifiche, ha aggiunto, "si possono fare a parità di gettito", che è "qualcosa di meno" di tre miliardi di euro.

Ita Airways: "Mi aspetto una mano dall'Ue"

Sui dubbi della Commissione europea sull’accordo per l’acquisizione di Ita Airways da parte di Lufthansa, la premier rivendica invece di aver trovato "una soluzione dopo anni”. E riconosce che la reazione di Bruxelles non è quella che si aspettava: “Poi mi aspetto che ci venga detto 'bravi' e non si perda tempo, lo penso e l'ho detto. Quando troviamo soluzioni uno chiede che anche l'Ue ci dia una mano". 

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"Vivo una dimensione folle. Ma sono sempre la stessa persona"

Meloni riflette anche sulla paura di diventare un’altra persona a causa della sovraesposizione pubblica. “Quella che vivo”, ha detto, è "una dimensione folle nelle sue cose, velocissima, che ti chiude, che ti toglie molta autenticità, ho sempre avuto il terrore di non accorgermi se divento un'altra persona”. Ma si dice sicura di non essere cambiata: “Mi sento la stessa persona, e l'ho messa nero su bianco" nel libro con Sallusti. Sulla sua lunga militanza politica: "Non ritengo di avere zavorre, ma il vantaggio di avere una storia politica, un pensiero politico e una visione politica alle spalle. Una visione che si muove, perché quello significa avere una visione”.

"Pronta riforma sul premierato"

A Chigi si guarda anche alle annunciate riforme costituzionali. Su tutte, quella sul premierato. "Siamo praticamente pronti penso che nelle prossime settimane presenteremo ufficialmente" la riforma, ha detto Meloni. "Gli italiani - ha aggiunto - ci hanno chiesto di farla, dare stabilità e diritto di scegliere da chi farsi governare, abbiamo messo nero su bianco questi due obiettivi poi vedremo il dibattito con il Parlamento sperando che ci possano essere convergenze e nella norma abbiamo tenuto conto delle indicazioni degli altri". Qualora non si riuscisse a trovare un accordo parlamentare " saranno gli italiani" a esprimersi con un referendum, ha annunciato la premier.

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"Divisioni nella maggioranza? Non perdiamo energia in piccole beghe"

Meloni – "Sono cintura nera di lavoro snervante, mi sento abbastanza attrezzata – riflette anche sulle divisioni nella sua maggioranza di governo. “Siamo tutte persone molto responsabili, con un macigno sulle spalle, che non possono disperdere energie in piccole beghe e piccolo cabotaggio. È giusto e necessario che ciascun partito della coalizione segnali la propria specificità, confido che tutti capiscano il limite fra le legittime rivendicazioni e cose che possono mettere in difficoltà la nazione, non il governo", ha detto.  Guardando alle europee, Meloni definisce invece "il dibattito sulle future coalizioni" come "molto prematuro". Anche se anticipa: "Io di solito non sono avvezza fare accordi con la sinistra". 

Le stoccate alle opposizioni e a Gentiloni

Qualche stoccata è partita verso le opposizioni - "Chiedono il soccorso esterno" - e verso il commissario Ue Paolo Gentiloni che, ha detto Meloni, nell'ultimo anno ha fatto diverse interviste "per redarguire" il governo, con un atteggiamento "più critico che collaborativo". Parole diverse quelle per Mario Draghi, che adesso avrà il compito di preparare un report sulla competitività Ue. Una scelta che "non è una iniziativa contro di noi" ma anzi "una buona notizia". L'ex premier, ha sottolineato Meloni, è infatti "uno degli italiani più autorevoli che abbiamo, presumo che possa avere un occhio di riguardo per la nostra nazione". 

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