
Parlamento, dopo elezioni sarà in formato ridotto: 200 seggi al Senato e 400 alla Camera
Dopo le Politiche di settembre, quelle che si riuniranno saranno due Camere inedite, dimagrite di circa il 30% dei parlamentari: il numero di deputati passa da 630 a 400 e quello dei senatori eletti da 315 a 200, più i cinque senatori a vita. Entra in vigore, infatti, la riforma costituzionale varata nel 2020. Se la sforbiciata risolverà i soliti problemi di spazio, rimangono dei dubbi sulla funzionalità degli organismi, specie per Palazzo Madama

A ottobre, dopo le elezioni politiche, quelle che si riuniranno saranno due Camere inedite, dimagrite di circa il 30% dei parlamentari. La riforma costituzionale varata nel 2020, infatti, ha ridotto sia il numero di senatori sia quello di deputati
GUARDA TUTTI I VIDEO SULLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHEIl numero di deputati passa da 630 a 400 e quello dei senatori eletti da 315 a 200, più i cinque senatori a vita
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È una situazione inedita, con degli interrogativi sull'attività parlamentare. Mentre la sforbiciata risolverà i soliti problemi di spazi di lavoro per i parlamentari e i gruppi, ci si interroga infatti sulla funzionalità degli organismi, specie per il Senato
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Per iniziare, la prossima settimana l'Aula di Palazzo Madama ridurrà il numero delle Commissioni permanenti da 14 a 10 accorpandone alcune: Esteri e Difesa, Ambiente e Lavori Pubblici, Industria e Agricoltura, Lavoro e Sanità
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Tuttavia, i gruppi medio-piccoli avranno uno o due senatori in ciascuna commissione, il che impedirà una loro specializzazione e imporrà un maggior ricorso ai tecnici esterni e ai legislativi dei ministeri
Crisi di governo, tutti gli aggiornamentiL'altro problema riguarda le Commissioni e gli Organi Bicamerali, come Copasir, Vigilanza Rai, Antimafia. Uno dei problemi riguarda gli orari. Queste ultime, per fare un esempio, dovranno evitare di riunirsi nel primo pomeriggio, quando non ci sono i lavori delle due Aule: non possono riunirsi, cioè, in concomitanza con le Commissioni permanenti di Camera e Senato perché il rischio è di far mancare il numero legale nelle une o nelle altre
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Per le Bicamerali, quindi, potrebbero essere in arrivo convocazioni all'alba o al tramonto. Per la Camera non ci sono questi problemi di numeri, mentre per i giornalisti e per gli italiani in generale sarà più semplice memorizzare i nomi e i volti di 600 eletti rispetto a 915
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Inoltre, dopo le modifiche introdotte con la legge costituzionale del 19 ottobre 2020, si è reso necessario ridisegnare i collegi elettorali in cui è divisa l’Italia e che daranno forma al nuovo parlamento: in particolare, sono stati definiti con il decreto legislativo numero 177 del 23 dicembre del 2020, "Determinazione dei collegi elettorali uninominali e plurinominali per l'elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica"

Con la nuova norma i collegi uninominali, quelli che vengono assegnati con il sistema maggioritario, sono 221 (147 alla Camera e 74 al Senato) mentre quelli plurinominali sono complessivamente 367 (di cui 245 alla Camera e 122 al Senato). A questi si aggiungono i 12 collegi riservati ai deputati e ai senatori eletti all'estero (8 alla camera e 4 al senato). Seicento parlamentari in tutto

Se si fosse votato nel 2023, a scadenza naturale della legislatura, il decreto avrebbe dovuto essere modificato: entro la fine dell'anno sarà infatti “bollinato” l'ultimo censimento del 2021 e questo avrebbe comportato piccoli interventi sui collegi per aggiornarli ai nuovi dati della popolazione. Andando a votare nel 2022, però, il problema non si pone e il decreto verrà rivisto in occasione delle elezioni successive