Dopo una maratona durata tre giorni, con diverse sospensioni, è terminata la riunione congiunta dei gruppi di Camera e Senato del Movimento. "Il Paese è in una condizione davvero drammatica. Di fronte a questo, l'atteggiamento di responsabilità ci impone di chiedere al premier che le priorità da noi indicate vengano poste nell'agenda di governo”, avrebbe detto il leader nel suo intervento
È terminata, dopo una maratona durata tre giorni e diverse sospensioni, l’Assemblea congiunta dei gruppi di Camera e Senato del M5S. I pentastellati, via Zoom, si erano riuniti già ieri, per poi decidere il rinvio a questo pomeriggio. È terminata, dopo una maratona durata tre giorni e diverse sospensioni, l’Assemblea congiunta dei gruppi di Camera e Senato del M5S. Nell’intervento che ha chiuso la riunione, secondo quanto è trapelato, il leader Giuseppe Conte avrebbe detto che ora la decisione non spetta al Movimento, ma al presidente del consiglio Mario Draghi (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE - LO SPECIALE).
Conte: “Priorità da noi indicate entrino nell'agenda di governo”
Conte avrebbe aggiunto: "Il Paese è in una condizione davvero drammatica. Di fronte a questo, l'atteggiamento di responsabilità ci impone di chiedere al presidente Draghi che le priorità da noi indicate vengano poste nell'agenda di governo". "Il premier Draghi dovrà anche risolvere un problema serio: non può sfuggire che ancora in questi giorni noi siamo insultati, siamo attaccati da forze politiche che sarebbero con noi in maggioranza. Renzi dichiara che andrà a depositare referendum contro il reddito di cittadinanza; Ipf ci calunnia tutti i giorni gravemente; Fi e Lega dicono che non vogliono assolutamente lavorare con noi. Attenzione, è un fatto serio. Draghi dovrà farsi garante, se vorrà, di un clima di rispetto e leale collaborazione nei nostri confronti", ha detto ancora Conte.
"Se qualcuno ritiene di non poter condividere il percorso, faccia la propria scelta subito"
Conte avrebbe anche sottolineato come la stragrande maggioranza degli interventi abbia colto la forza e la coerenza della posizione del M5S, ma ha aggiunto: "Rispetto qualche opinione dissenziente espressa al nostro interno, nonostante una linea chiara appoggiata dalla stragrande maggioranza dei colleghi. Se qualcuno ritiene di non poter condividere un percorso così partecipato e condiviso faccia la propria scelta in piena libertà, in maniera chiara, subito e senza ambiguità". E ancora: "Chi nel direttivo della Camera ha sue convinzioni pregiudiziali e non condivide la linea del gruppo assicuri rispetto del proprio ruolo, dei compiti di ufficio, nel rispetto di tutti. C'è una notte per pensarci, decisioni che vanno in direzione di una diversa prospettiva siano dichiarate per tempo, per correttezza verso tutti". In serata, intanto, una nota del Movimento ha definito "fuori dalla realtà le surreali ricostruzioni giornalistiche circa fantomatiche richieste del presidente Conte al premier Draghi di posti di governo per sé, in particolare nel corso degli ultimi mesi".
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Critiche al capogruppo del M5S alla Camera Davide Crippa
Durante l’assemblea congiunta, alcuni parlamentari avrebbero criticato Davide Crippa, capogruppo del M5S alla Camera, per aver appoggiato nella riunione dei capigruppo a Montecitorio la richiesta di Iv e Pd di far tenere al premier Mario Draghi le sue comunicazioni, mercoledì, prima alla Camera e dopo al Senato. Crippa ha spiegato che la richiesta era stata avanzata perché il provvedimento che ha dato il via alla crisi, cioè il Dl Aiuti "non votato dal M5S", è stato approvato prima alla Camera (in ogni caso, dopo l'accordo tra i presidenti del Senato Elisabetta Casellati e della Camera Roberto Fico, si partirà da Palazzo Madama). Dopo le critiche a Crippa, anche Conte ha chiesto di intervenire in assemblea e ha detto di non essere stato informato prima. Nel suo intervento, Crippa avrebbe invitato tutti a votare a favore della fiducia e sottolineato che "dall'opposizione non si può migliorare la vita dei cittadini, il M5s finirebbe per fare soltanto propaganda". Avrebbe aggiunto che il M5S deve rimanere dentro il governo per vedere i decreti, rimediare agli errori, come quelli sul Superbonus, e dare risposte ai cittadini. Visto che il M5S ha sempre detto che non era un voto sulla fiducia, tanto che alla Camera l'ha votata, non si capisce perché non dovrebbe votarla di nuovo: sarebbe questo, in base a quanto si apprende, il senso del suo discorso.
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Gli altri interventi
Tra gli altri pentastellati che hanno preso la parola, la ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone. “Seguirò la decisione del nostro capo politico": sarebbe stato questo, in base a quanto si apprende, il senso del suo intervento. "In questo momento, forse il più delicato nella storia della nostra democrazia, è importante che ciascuno di noi, nel messaggio che veicola dentro e fuori quest'assemblea, sia ambasciatore del buon senso", avrebbe detto invece l'ex ministro alla Giustizia Alfonso Bonafede. "Se per tenere in piedi il governo e salvaguardare i provvedimenti epocali realizzati sinora rinunciassimo ai nostri valori fondanti, quei provvedimenti sarebbero cancellati subito, nella prossima legislatura. I 9 punti non sono un capriccio ma punti minimi fondamentali e senza atti concreti il Movimento non può e non deve accettare richieste al buio. Raccomando compattezza intorno a Giuseppe Conte e al Movimento": sarebbero state invece queste le dichiarazioni del senatore Mauro Coltorti.
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Maggioranza M5s a favore della linea Conte
Ieri, secondo quanto è emerso, sono stati una quindicina su oltre 60 gli interventi in dissenso con la linea del Movimento annunciata da Conte - senza "risposte chiare" il Movimento 5 Stelle non potrà più "condividere una responsabilità diretta di governo" -, dopo la crisi di governo iniziata giovedì con il mancato voto al Senato al Dl Aiuti. Secondo fonti che hanno partecipato all'assemblea, la larga maggioranza degli eletti intervenuti si era già espressa quindi a favore della linea di Conte. Oggi la discussione è proseguita.