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Quirinale, Renzi: "Berlusconi non ha i numeri, Draghi è una garanzia per l’Italia"

Politica
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Il leader di Italia Viva ha commentato le prospettive delle due personalità di cui più si parla come possibili successori di Sergio Mattarella nel ruolo di Presidente della Repubblica. Renzi e il suo partito sono disposti a sostenere anche una figura di centrodestra, ma vogliono evitare nuove elezioni nel 2022 e un governo “fotocopia” senza l’attuale premier

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Berlusconi no, Draghi sì, un candidato di centrodestra solo se di alto profilo. A una settimana di distanza dalla prima convocazione dei grandi elettori per l’elezione del Presidente della Repubblica, prevista per lunedì 24 gennaio, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha detto in un’intervista al Corriere della Sera chi sarebbe disposto a sostenere nella corsa al Colle (LO SPECIALE DI SKY TG24).

 

Le possibilità di Berlusconi

Secondo Renzi, l’ex presidente del Consiglio non potrà avverare il suo sogno di arrivare al Quirinale. “Nel vertice di venerdì è emerso che il sogno quirinalizio di Berlusconi non ha i numeri”, ha detto, aggiungendo: “Che tristezza leggere di telefonate ai singoli parlamentari”. Il riferimento è alla cosiddetta operazione scoiattolo e al giro di chiamate volte a cercare e rafforzare il sostegno per Berlusconi soprattutto tra i deputati e i senatori del Gruppo Misto, come l’ex grillino Lello Ciampolillo. “Giudicavo ridicolo che fosse chiamato da Conte un anno fa per sostenere il governo e giudico ridicolo che Ciampolillo venga chiamato oggi da Sgarbi per passargli Berlusconi. Torniamo alla sana politica e troviamo un nome di prestigio per l’Italia, in patria e all’estero”. Secondo Renzi, chi vuole bene a Berlusconi “deve dirgli la verità, e non mandarlo a sbattere”. Lui stesso si dice disposto a farlo “a viso aperto e in faccia”, ma solo se cercato. I due non si vedono “da sette anni, da quando lui ha rotto con me perché abbiamo scelto Mattarella”.

 

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Le condizioni per eleggere Draghi al Colle

Scartata la carta Berlusconi, Renzi ha parlato della possibilità che a succedere a Mattarella sia l’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi. “Ha un ruolo meno impattante [rispetto a quello attuale], ma garantisce l’Italia, qui e all’estero, per sette anni”, ha detto. “Se andrà al Quirinale dovrà esserci un accordo politico contestuale sul governo. Non ci possiamo permettere elezioni politiche nel 2022 e nemmeno un governo fotocopia senza il premier: il valore aggiunto di questo esecutivo è Draghi, non i singoli ministri”. Per questo motivo, Renzi definisce una “buona soluzione” anche l’ipotesi che Draghi resti a Palazzo Chigi e non si apra una crisi di governo. Eventualità che il leader leghista Matteo Salvini ha proposto di risolvere con un governo dei leader. “Non è probabile, ma ha un senso”, risponde Renzi. “Crisi energetica, Pnrr da attuare, riforme da calendarizzare: può avere un senso coinvolgere le prime linee dei partiti. Ho l’impressione però che Salvini debba decidersi. Talvolta sembra voler uscire di maggioranza, lasciando spazio al cosiddetto governo Ursula. Talvolta sembra volersi immolare su Berlusconi, facendosi del male e facendolo anche al Cavaliere e al centrodestra. L’elezione del presidente della Repubblica è una partita seria”.

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Un esponente di centrodestra al Quirinale

Nell’intervista, Renzi si è detto disposto anche a votare una persona, uomo o donna, di centrodestra se di alto livello, aggiungendo che non è mai stata scelta perché “la destra non ha mai vinto le elezioni nell’anno del Quirinale: causalità, non precetto costituzionale”. In questo momento, secondo Renzi, dovrebbe anzi essere questa forza a fare un nome perché ha più grandi elettori. Se ciò non avverrà, sarà il Parlamento in seduta comune a trovare una soluzione. “Che venga da destra o da sinistra, dal nord o dal sud, ateo o credente, politico o espressione del mondo accademico e della società civile, poco importa: l’importante è che [il candidato] sia all’altezza della sfida. E che sia credibile per gli italiani e nel mondo". 

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La votazione

Nell’intervista Renzi ha parlato anche della possibilità che alcuni parlamentari siano assenti o in quarantena causa Covid. “Per l’eccezionalità dell’atto – l’elezione del capo dello Stato – è giusto che si predispongano dei corridoi per far votare, in presenza, anche i parlamentari in quarantena”, ha detto. “L’elezione del capo dello Stato non è un privilegio per parlamentari: è un altissimo dovere istituzionale. Si organizzi perché il tutto avvenga in sicurezza per i parlamentari e per i funzionari”.

Il futuro di Renzi

Renzi ha infine detto che non rinuncerà al ruolo di parlamentare perché a questa attività affianca anche quello di conferenziere, come chiesto da un gruppo di intellettuali. “Loro sognano di farmi fuori perché ancora non si capacitano del coraggio con cui abbiamo mandato a casa Conte per portare Draghi”, ha detto. “Evidentemente non mi conoscono, pazienza”.

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