Il premier sarà il padrone di casa del vertice nella Capitale del 30 e 31 ottobre. Un test internazionale delicato, in cui sarà chiamato a dirigere un dibattito in cui emergeranno posizioni differenti su temi cruciali. Da un lato potrà contare sull’asse con Ue e Usa, dall’altro avrà a che fare con le incognite Russia e Cina
Riflettori politici internazionali accesi su Mario Draghi e sull’Italia: il premier sarà il padrone di casa del G20 di Roma del 30 e 31 ottobre. Un vertice chiave quello della Capitale, in cui il Gruppo dei 20 tornerà a ritrovarsi dal vivo, dopo che l’anno scorso il summit, presieduto dall’Arabia Saudita, era stato solo virtuale a causa del Covid-19. Proprio la pandemia sarà uno dei temi chiave, sia dal punto di vista sanitario che economico. I capi di Stato e di governo, con i rappresentanti dell’Ue, saranno chiamati a confrontarsi anche sulla crisi climatica e sulla questione Afghanistan. Quest’ultima è già stata al centro di un G20 straordinario, voluto proprio da Draghi, che è stato una sorta di prologo della sfida che attende il premier italiano: quella di dirigere e di trovare la quadra di un dibattito delicato, in cui emergeranno posizioni differenti (G20 ROMA, TUTTO QUELLO CHE C'È DA SAPERE - I PAESI MEMBRI - LA LOCATION - I LEADER PARTECIPANTI - L'AGENDA DI BIDEN - I VERTICI DAL 2008 A OGGI - LO SPECIALE - TUTTE LE ZONE DI ROMA INTERESSATE DALLE LIMITAZIONI).
Il G20 straordinario sull’Afghanistan
L’ex presidente della Banca Centrale Europea ha già sottolineato, durante le tappe di avvicinamento, l’importanza della partecipazione di tutte le potenze mondiali all’appuntamento romano. "È essenziale che Russia e Cina partecipino al G20", ha detto il premier al termine del G20 straordinario sull’Afghanistan dello scorso 12 ottobre, voluto proprio dall’Italia e conclusosi con un mandato alle Nazioni Unite per il coordinamento della risposta e per agire anche direttamente. "Tutti sono consapevoli che su temi come il clima è necessaria la partecipazione di questi Paesi", così come "dell'India", dato che - ha evidenziato il premier - si tratta di "problemi che travalicano i confini nazionali, da affrontare in consessi internazionali".
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Le incognite Russia e Cina
Appello che sembra essere stato raccolto, in parte, dal presidente russo Vladimir Putin, che ha avuto una conversazione telefonica con Draghi martedì scorso."Sono stati discussi i preparativi per il prossimo vertice del G20. Putin si è complimentato per la presidenza italiana del G20 e si è detto pronto a partecipare al vertice in collegamento video", ha riferito in un comunicato il servizio stampa del Cremlino. Insomma, Putin non sarà all’Eur, ma sembra aver concesso un’apertura. Resta da capire come si comporterà la Cina. Xi Jinping, che al vertice sull’Afghanistan ha mandato in videoconferenza il ministro degli Esteri Wang Yi, probabilmente non si presenterà a Roma.
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La sfida del clima
Il presidente del Consiglio ha rinnovato l’appello mercoledì scorso, durante le comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo della scorsa settimana. "Senza il coinvolgimento delle maggiori economie mondiali non potremo rispettare gli accordi di Parigi e contenere il riscaldamento globale entro un grado e mezzo. L'Unione europea è responsabile di appena l'8% delle emissioni globali. I Paesi del G20 nel loro complesso ne producono circa tre quarti del totale. La crisi climatica può essere gestita solo se tutti i principali attori globali decidono di agire in modo incisivo, coordinato e simultaneo", ha spiegato. Nell’occasione, Draghi ha anche annunciato che il G20 di Roma sarà cruciale perché verranno anticipate "alcune delle negoziazioni che si terranno durante la COP26 di Glasgow, per la quale l'Italia è in partenariato con il Regno Unito".
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L’asse con l’Ue e gli Usa
Se da un lato c’è incertezza legata a Cina e Russia, dall’altro Draghi può contare sul sostegno dei leader occidentali, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha già illustrato la linea di Bruxelles al vertice romano, soprattutto per quanto riguarda la pandemia di Covid-19. "Oltre all'export, la Ue sta facendo la sua parte: doneremo almeno 500 milioni di dosi ai più vulnerabili, ma altri Paesi devono farsi avanti. Per questo - ha dichiarato von der Leyen - lavorerò a stretto contatto con il primo ministro Draghi e il presidente Biden per radunare i leader del G20 la prossima settimana al vertice di Roma, dietro all'ambizioso obiettivo di sconfiggere la pandemia globale". Lo stesso Biden arriverà nella Capitale il giorno prima dell’inizio del vertice e sarà ricevuto a Palazzo Chigi per un colloquio. Segno che Draghi è davanti a una partita importante, ma non è da solo.