Il Sottosegretario agli Esteri ed esponente del M5S parla dei rapporti tra le forze politiche che sostengono il Governo Draghi e del futuro del Movimento 5 Stelle, oltre ad approfondire le priorità di politica estera del Paese e i rapporti con Libia ed Egitto
Il tema dei migranti "è un’emergenza che non ci può lasciare distratti perché, nel frattempo che noi dialoghiamo, la gente muore davvero in mare. La questione deve essere come l’Europa affronta questo problema in Africa. Questo deve essere un tema in cui tutta Europa investe tempo e risorse”. Così Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri ed esponente del M5S, a "L'Ospite" su Sky Tg24, condotto da Massimo Leoni, è intervenuto parlando delle priorità di politica estera del Paese e dei rapporti con Libia ed Egitto. Tra gli argomenti anche i rapporti tra le forze politiche che sostengono il Governo Draghi e il futuro del Movimento 5 Stelle: "È chiaro che a Conte chiediamo uno sforzo immane, quello di far risorgere un movimento che ha avuto una grande difficoltà in questo ultimo periodo".
"Sull'immigrazione sforzo di collaborazione"
L'intervista a Manlio di Stefano inizia dal tema immigrazione con una domanda sui complimenti fatti dal presidente del Consiglio Mario Draghi alla guardia costiera libica. Il sottosegretario ha spiegato che si faceva riferimento a "uno sforzo di collaborazione con i governi europei per gestire" il fenomeno dei migranti. "La verità è che il governo libico per tanti anni - ha detto Di Stefano - non ha avuto una guida e sostanzialmente la guardia costiera ha agito molto in autonomia". Questa situazione avrebbe causato anche la nascita di fenomeni paralleli non legati alla gestione dei migranti e per risolverla si starebbe guardando al governo internazionale, “cioè a quel governo che potrà gestire davvero i flussi migratori e la guardia costiera”. "Abbiamo avviato un tavolo al ministero degli Esteri per stabilire nuovi rapporti e logiche di ingaggio con Malta, che ha la SAR più estesa del Mediterraneo ma poi non interviene quando c’è da fare un salvataggio in quella zona - spiega il sottosegretario - Questo crea un enorme problema di dialogo tra Paesi europei. È un problema che andrà risolto e andrà risolto al più presto. Nella missione in Italia della ministra degli Esteri libica, Najla el Mangoush, abbiamo parlato anche di come gestire il confine sud della Libia, per evitare che poi la questione sia solo di come la Libia gestisce il caso".
leggi anche
Naufragio al largo della Libia, si temono decine vittime tra migranti
"L'Italia è uno dei Paesi che investe di più nel fondo per l'Africa"
L'Italia ha vari progetti per gestire i confini nel Mediterraneo, come il progetto Leonardo, e Di Stefano ha evidenziato che "è uno dei Paesi che investe di più nel fondo per l’Africa, che ha i progetti di corridoi umanitari dal Sahel e dalla Libia per portare i migranti aventi diritto in Italia, è un Paese che investe tantissimo anche grazie alle associazioni, nell’aiuto concreto da dare ai migranti, però non possiamo svuotare il mare con un cucchiaino”.
"Sul caso Zaki lavoriamo in silenzio"
Passando al caso Zaki, lo studente dell'Università di Bologna detenuto in Egitto, Di Stefano ha detto che il Governo non c'entra sulla richiesta di cittadinanza dello studente e che è un'iniziativa parlamentare: “Credo che la questione della cittadinanza non sia una vera chiave di successo di questa storia: da parte egiziana verrebbe solo vista come un tentativo di ingerenza, un voler forzare la mano. Il Governo sta lavorando, come ha fatto da sempre, nel silenzio, perché nel silenzio si risolvono le cose. Il silenzio è l’unica arma che il Governo può e deve usare. Alzare il tono in termini di scontro con questi Paesi, dove la leadership ha bisogno di legittimarsi continuamente, porta soltanto un allontanamento. Il double track, il Parlamento che agisce in un modo e il Governo che agisce un po’ più nel silenzio, possa portare un vantaggio massimizzato rispetto a un coro vocale contro un Paese”.
"L’Italia con la Turchia ha relazioni storiche importantissime"
Rispondendo poi a una domanda se le affermazioni circa l’importanza di agire in silenzio possano essere una critica alle affermazioni del premier Draghi sul presidente turco Erdogan, Di Stefano dice: “Credo che il presidente Draghi non volesse intendere in modo così duro quello che ha detto, tanto che nei fatti non ha continuato con quel tipo di tono né con azioni in quella direzione. Erdogan è un autocrate, ha un peso netto sul suo Paese nelle relazioni internazionali, però è un Presidente eletto, non si può definire dittatore". "L’Italia con la Turchia ha relazioni storiche importantissime, è il nostro primo partner nella regione, i rapporti devono necessariamente essere distesi - spiega ancora - anche perché per l’Europa la Turchia è un partner fondamentale, a prescindere dal suo Presidente. Con la Turchia le relazioni bilaterali non si sono mai interrotte, lo stesso presidente Draghi ha avuto interazioni con il governo turco nelle ultime settimane, la diplomazia sta lavorando, ma questo va nell’alveo della normalità, l’anomalia sono stati quei due giorni di toni esagerati, ma credo tutti abbiano capito che non ce ne fosse bisogno”.
leggi anche
Draghi: cittadinanza a Zaki? Il Governo ora non è coinvolto
La situazione del Movimento 5 Stelle
Sul cambio della leadership del Movimento 5 Stelle e la lenta preparazione di Giuseppe Conte, Manlio Di Stefano sostiene che la fase di riflessione “sicuramente ci ha creato un po’ di afasia, di distanza dal dibattito politico. È altrettanto vero che ci siamo sempre caratterizzati per la volontà di investire risorse ed energie per risolvere i problemi, non per parlarne e basta. Il PNRR è frutto di questa nostra visione, c’è dentro tutto quello che abbiamo sempre chiesto, e questo ci basta". "È chiaro che a Conte chiediamo uno sforzo immane - aggiunge - quello di far risorgere un movimento che ha avuto una grande difficoltà in questo ultimo periodo. Lui lo fa nel suo modo: dettagliato, meticoloso, introspettivo per certi aspetti. Ovviamente ora siamo sul divenire di un progetto nuovo, altrimenti sarebbe davvero troppo il tempo”.
vedi anche
Recovery, bozza da 191,5 miliardi con 6 missioni: cosa prevede
“Elettori devono avere servizi, non Rousseau a tutti i costi”
“Credo sia fondamentale che i nostri elettori ed attivisti abbiano il servizio che Rousseau dava, non Rousseau a tutti i costi - dice poi Di Stefano parlando del "divorzio" fra M5s e Rousseau - Il movimento sopravviverà sempre a queste dinamiche interne, perché ha a cuore l’interesse del Paese, troverà il modo di dare questi servizi a chi vorrà utilizzarli senza necessariamente stare sotto l’associazione Rousseau”. “Sono stato fermamente convinto - aggiunge - della necessità di rinsaldare il rapporto, purtroppo non si è riusciti e non vorrei mettermi a disquisire su di chi sono le colpe, credo siano un po’ di tutti in realtà. L’obiettivo oggi è dare quei servizi che solo noi come movimento politico in Italia abbiamo portato da anni a questa parte”.
leggi anche
Rottura di Rousseau con il M5s: "Scelta dolorosa ma inevitabile"
“Superbonus permette una vera transizione ecologica”
“Noi non creiamo polemica dove non c’è bisogno, noi vogliamo che le cose siano fatte bene. Abbiamo una grande battaglia che è quella di mantenere il superbonus attivo speriamo per anni, perché è l’unica misura che permette una vera transizione ecologica nel Paese, perché consente l’efficientamento energetico - dice ancora Di Stefano - È una misura sostenuta da tutti, anche gli imprenditori, tant’è che persino Forza Italia con cui non condividiamo tantissimo di solito la sostiene. Noi vogliamo garanzie. Ma il PNRR non deve prevedere già necessariamente i fondi, questa cosa si risolve in legge di bilancio. Vogliamo che sia chiaro il messaggio, cioè che Draghi si impegni affinché il superbonus sia prorogato oltre il 2022, questo è quello che ci interessa. Poi i fondi si trovano nello strumento giusto, non faremo certamente polemiche se c’è la garanzia e si trovano i fondi”.
vedi anche
Superbonus 110%, arriva la proroga: ecco cosa cambierà
L'appuntamento ogni sabato
"L'Ospite" è un faccia a faccia condotto da Massimo Leoni, in onda su Sky TG24 ogni sabato. Un botta e risposta con personalità della politica ma anche delle istituzioni e dell’economia, che punta ad approfondire le dinamiche e i retroscena della politica italiana, raccontando agli spettatori i fatti della settimana e chiedendo risposte concrete e chiare ai protagonisti del dibattito pubblico. Una conversazione serrata per capire il personaggio della settimana: le sue ragioni, i suoi obiettivi e la sua visione del futuro e del Paese. Le interviste sono disponibili anche tra i podcast di Sky TG24, il nuovo servizio della testata per raccontare l’attualità da una prospettiva più laterale.