
Il presidente del Consiglio ha annunciato il suo passo indietro al Cdm e poi è salito al Quirinale. Dalle consultazioni, che non inizieranno prima di mercoledì, all'ipotesi di elezioni anticipate, ecco cosa potrebbe succedere

Il premier Giuseppe Conte è salito al Colle per le dimissioni. Al via quindi una serie di passaggi istituzionali per garantire la nascita in tempi brevi di un nuovo esecutivo. Ecco i possibili scenari che si aprono
Lo speciale sulla crisi di governo
Quando il presidente della Repubblica riceve le dimissioni del premier, il capo dello Stato dà il via alle consultazioni dei gruppi parlamentari. In questo caso difficilmente inizieranno prima di mercoledì pomeriggio. I motivi sono tecnici, per la preparazione dei locali con le indispensabili sanificazioni a casua dell'emergenza Covid. Mercoledì mattina, inoltre, il presidente Sergio Mattarella ha in programma la cerimonia per le celebrazioni del Giorno della Memoria
Gli ultimi sondaggi politici Agi/YouTrend
Dopo le consultazioni, il presidente della Repubblica può decidere di conferire un mandato esplorativo a una personalità istituzionale. Nel 2018, per esempio, Mattarella conferì l'incarico ai presidenti di Camera e Senato
Gli aggiornamenti sulla crisi di governoIl presidente della Repubblica può anche decidere di dare il mandato pieno o esplorativo al presidente del Consiglio uscente (che accetterebbe con riserva)
Boccia a Sky TG24: "Renzi, confronto sempre aperto ma no ai ricatti"Il Colle può anche decidere di avviare proprie consultazioni: con i presidenti delle Camere, i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato e il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano
Bellanova a Sky Tg24: "Ricostruire la coalizione e ampliarla"
Le consultazioni servono per prendere atto della situazione politica e, di conseguenza, assumere decisioni sulla nomina di un nuovo presidente del Consiglio o, eventualmente, sul conferimento di un altro mandato esplorativo
Tajani a Sky TG24: "Mai chiesto elezioni, favorevole a esecutivo di unità"
L'ultima ratio, in caso di impossibilità accertata di formare un nuovo esecutivo, è che si decida di sciogliere le Camere per andare a nuove elezioni
Crisi governo, se cade l'esecutivo ecco quali sono i ristori a rischio
Con le dimissioni, e fino al giuramento di un nuovo esecutivo nelle mani del capo dello Stato, il governo uscente rimane in carica per lo svolgimento degli "affari correnti"

In mancanza del rapporto fiduciario, con la crisi di governo si ferma tutta l'attività parlamentare, eccetto che per gli atti urgenti come la conversione dei decreti legge in scadenza

L'attività ordinaria delle Camere riprenderà solo dopo che il nuovo esecutivo avrà incassato la fiducia da entrambe le Camere

Rimane da capire come si svolgeranno le comunicazioni del ministro della Giustizia (in foto l'attuale ministro Bonafede), in base alla riforma della legge sull'Ordinamento giudiziario del 2005. Entro il ventesimo giorno dalla data di inizio di ciascun anno giudiziario, infatti, il ministro rende comunicazioni alle Camere sull'amministrazione della giustizia nel precedente anno, prima di procedere al voto

La relazione, che attualmente è in calendario alla Camera per mercoledì 27 gennaio, è di fatto propedeutica alla inaugurazione dell'Anno Giudiziario in Cassazione

Ci sono due precedenti relazioni presentate ma non votate. La prima volta è stata nel 2008, quando l'allora Guardasigilli Clemente Mastella (in foto) si recò in Aula a Montecitorio per tenerla a poche ore dall'arresto (ai domiciliari) della moglie Sandra Lonardo. Mastella parlò alla Camera e andò a dimettersi, per cui non ci fu un voto sulla relazione

L'unico precedente di relazione tenuta durante un governo dimissionario risale, invece, all'epoca di Mario Monti (in foto) nel 2013. Si decise in quella occasione di dare per assolto l'obbligo con la semplice trasmissione della relazione alle Camere senza svolgere le comunicazioni in Aula