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Bonus Inps: la Lega non ricandiderà i parlamentari. Venerdì audizione di Tridico

Politica

Salvini ribadisce: “Ho dato indicazione che chiunque abbia preso o fatto richiesta del bonus venga sospeso e in caso di elezioni non ricandidato". Intanto, il presidente dell'Inps parlerà alla commissione Lavoro della Camera: secondo fonti di Montecitorio, quella sarà eventualmente l’occasione per chiedere i nomi dei parlamentari che hanno incassato i 600 euro. Il Garante per la privacy ha aperto un'istruttoria

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“Ho dato indicazione che chiunque abbia preso o fatto richiesta del bonus venga sospeso e in caso di elezioni non ricandidato". A dirlo è il leader della Lega Matteo Salvini che, ad Agorà Estate, è tornato sul caso dell'assegnazione del bonus per le partite Iva a parlamentari e consiglieri. La linea ribadita da Salvini era già stata confermata anche dal presidente del Veneto, Luca Zaia: “Se fosse per me quella persona non la candiderei”, aveva detto. Intanto, venerdì alle 12 il presidente dell'Inps Pasquale Tridico parlerà in un'audizione davanti alla commissione Lavoro della Camera. Quella, hanno spiegato fonti di Montecitorio, sarà l'occasione per i deputati di fare tutte le domande che ritengono e dunque anche chiedere i nomi dei parlamentari beneficiari. Tridico, secondo Repubblica, sarebbe pronto a rivelarli. Nel frattempo, il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni all'Inps e ha aperto una istruttoria riguardo alla metodologia seguita dall'Istituto rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari del bonus Covid per le partite Iva e alle notizie diffuse al riguardo.

 Consegna nomi già oggi, se Fico ne farà richiesta

In giornata si era diffusa la notizia che i nomi potevano essere inoltrati al presidente della Camera già oggi, 12 agosto, se Roberto Fico ne avesse fatto formale richiesta. Nelle scorse ore, il Garante della privacy aveva fatto sapere che non c'erano ostacoli alla pubblicità dei nomi dei soggetti coinvolti nella vicenda: "La privacy non è d'ostacolo alla pubblicità dei dati relativi ai beneficiari del contributo laddove, come in questo caso, da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell'interessato”, si legge in una nota diffusa dall’Autorità.

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Oltre 240 rinunce a privacy da M5s

Intanto, emerge che sarebbero oltre 240 le dichiarazioni dei parlamentari M5s fino ad ora pervenute al Movimento per rinunciare alla privacy e consentire all'Inps di fare i nomi. Lo si apprende in ambienti del Movimento 5 Stelle. Altre ne stanno continuando ad arrivare mentre, contestualmente, si aggiungono le dichiarazioni di chi dichiara di non possedere una partita Iva. 

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Le richieste del Garante della privacy

Nell'ambito dell'istruttoria aperta dal Garante della privacy, all'Inps si chiede di chiarire quale sia la base giuridica del trattamento effettuato sui dati personali dei soggetti interessati; l'origine e tipi di dati personali trattati, riferiti alla carica di parlamentare e amministratore locale e regionale; le modalità con cui è stato effettuato il trattamento, con specifico riguardo all'operazione di "raffronto" dei dati personali dei soggetti richiedenti o beneficiari del bonus, con quelli riferiti alla carica di parlamentare e amministratore locale e regionale; l'ambito del trattamento ed eventuali comunicazioni a terzi di tali dati.

Come funziona il bonus

I bonus su cui si è scatenata la polemica, sono stati introdotti dai decreti Cura Italia e Rilancio per dare una mano a lavoratori autonomi e partite Iva a marzo e aprile, indipendentemente da quanto guadagnano o da un eventuale danno provocato dall'emergenza sanitaria (GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA - LO SPECIALE). Inizialmente si trattava di 600 euro al mese che sono poi saliti a 1000. La richiesta andava fatta on line. Bastava il numero della partita Iva, il codice fiscale, la scelta della propria posizione 'professionale' e fiscale. Nessuna mail di conferma, i soldi arrivavano direttamente nel conto corrente. E la procedura andava fatta solo a marzo. Ad aprile il bonus scattava in automatico. A maggio invece è stato introdotto un tetto: solo per chi poteva dimostrare di aver avuto un calo del fatturato. Così, tra marzo e aprile sono stati erogati quasi 6 miliardi di euro. Il mese dopo si è scesi a 934 milioni.

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