
I reperti sono in terracotta e sono tracce di un antico rito. Emergono da un ambiente di una domus confinante con la Casa di Leda e il cigno, dove è in corso un cantiere di scavo, restauro e valorizzazione

Da un cantiere di scavo in una domus confinante con la casa di Leda e il cigno a Pompei sono emerse 13 statuine in terracotta, tracce di un antico rito. Le piccole sculture di circa 15 cm di altezza sono state rinvenute in posizione eretta su un piano orizzontale all’interno di un vano dove probabilmente si trovava uno scaffale
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Oltre a oggetti in cui si riconoscono figure umane, sono stati ritrovati anche una noce, una mandorla, la testa di un gallo in argilla e una pigna in vetro
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Le sculture sono emerse dal lapillo ad un’altezza superiore ai 2 metri rispetto al piano pavimentale. L’ambiente che le conservava, probabilmente l’atrio della casa, presentava anche delle decorazioni affiorate per ora nella parte superiore delle pareti
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Il cantiere in corso sta interessando ambienti già noti della Casa di Leda (messi in luce tra il 2018 e il 2019 nell’ambito dei lavori previsti dal Grande Progetto Pompei) e quelli di due domus, non meglio identificate, che si sviluppano a nord e a sud della casa di Leda

Dai primi studi, alcuni soggetti sembrano rimandare al mito di Cibele e Attis, connesso al ciclo vitale delle stagioni e della fertilità della terra e dunque all’equinozio di primavera

Durante la fase di rimozione delle terre ancora presenti in alcuni ambienti della casa di Leda, al fine di raggiungere il livello del piano pavimentale, è inoltre emersa una stanza finemente affrescata dove spiccano 4 tondi con volti femminili di raffinata eleganza

Lo scavo è finalizzato alla messa insicurezza dei fronti di scavo (perimetro tra strutture già in luce e aree non scavate) e alla salvaguardia e alla conservazione degli apparati decorativi, in vista anche della pubblica fruizione del complesso

Anche nell'antica Pompei, quindi, si costruiva una sorta di presepe, un rito antico di omaggio agli dei con la realizzazione di scene sulle quale campeggiavano statutine di terracotta, proprio come quelle che popolano da 800 anni le immagini della Natività di Cristo

In Italia il culto di Cibile e Attis arriva attraverso la Magna Grecia (Vermaseren 1987 p. 27). Esso fu accolto a Roma soprattutto dai ceti più abbienti. Il carme 63 di Catullo attesta l’attrazione che la figura di Attis suscitava nei romani verso la metà del I sec. a.C

In Italia il culto arriva attraverso la Magna Grecia (Vermaseren 1987 p. 27). Esso fu accolto a Roma soprattutto dai ceti più abbienti. Il carme 63 di Catullo attesta l’attrazione che la figura di Attis suscitava nei romani verso la metà del I sec. a.C


"Siamo di fronte - è scritto nell'E-journal degli Scavi di Pompei - di fronte ad un contesto di grande interesse che mostra momenti del racconto mitologico ma che restituisce anche ex voto che rimandano all'evocazione di precise azioni rituali"

Nella foto, il frammento di figura fittile femminile, raffigurante una testa con polos, che potrebbe essere ricondotto a Cibele, a cui vanno collegati gli ex voto che ritraggono madri che imbracciano neonati, come la statuina che raffigura una madre in procinto di porgere al lattante il seno scoperto

Il momento in cui è stata ritrovata la pigna di vetro. Sempre secondo quanto si legge su l'E-journal, "la pigna in vetro, conservatasi in maniera sorprendente, richiama un rituale a cui i sacerdoti, preposti al suo culto, si sottoponevano: durante le cerimonie, che ricordavano la morte di Attis, questi erano soliti percuotersi il petto proprio con delle pigne"

L’intervento denominato “Restauro, Scavo e Valorizzazione della Casa di Leda – Regio V, insula 6 – Via del Vesuvio” finanziato nell’ambito della programmazione ordinaria del Parco Archeologico di Pompei per l’annualità 2022, si colloca sulla scia dei “Lavori di messa in sicurezza dei fronti di scavo interni alla città antica e mitigazione del rischio idrogeologico delle Regiones I-III-IV-VIX”, effettuati nell’ambito del Grande Progetto Pompei

Il completamento dello scavo archeologico è finalizzato soprattutto alla salvaguardia e alla conservazione degli apparati decorativi parzialmente portati alla luce durante i lavori del Grande Progetto Pompei

Uno dei dipinti scoperti mostra una figura femminile adornata da monili e caratterizzata dalla presenza di un ramoscello di ulivo

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