Pompei, scritte elettorali sui muri testimoniano esistenza del voto di scambio

Cronaca
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Le iscrizioni sono state trovate in una casa durante gli ultimi scavi nell'area centrale del sito archeologico. Rivelato anche l'ultimo sacrificio prima dell'eruzione

 

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Nell'antica Pompei esisteva già il voto di scambio. Durante gli ultimi scavi nell'area centrale, come riportato nella rivista scientifica on-line del Parco archeologico di Pompei, sono emerse delle particolari iscrizioni elettorali all'interno di una casa: riportano l’invito a votare un tale Aulus Rustius Verus, candidato per la carica di edile. Normalmente, queste scritte si trovano sulle facciate esterne degli edifici, dove il popolo poteva leggere i nomi dei candidati alle magistrature della città. La loro presenza all'interno dell'abitazione - come spiegano gli autori del contributo - potrebbe però trovare una sua spiegazione nella prassi di organizzare eventi e cene, nella case dei candidati e dei loro amici, allo scopo di promuovere la campagna elettorale.

 

Il voto di scambio era all'ordine del giorno

La casa, oggetto di scavo, apparteneva a un sostenitore di Aulo Rustio, forse un suo liberto o amico, e ospitava un panificio dove alcuni mesi fa, furono trovate tre vittime dell'eruzione, due donne e un bambino. La presenza del panificio è un fattore tutt'altro che secondario, anche nell'ottica della campagna elettorale nell'antica Pompei, dove quello che oggi si definisce "voto di scambio" era all'ordine del giorno, come spiega Maria Chiara Scappaticcio, professoressa di latino all'Università Federico II a Napoli e co-autrice dello studio: "Edili e fornai collaboravano ai limiti della legittimità”.

Un personaggio illustre

Aulo Rustio Vero verosimilmente finanziava, direttamente, l'attività del panificio con scopi sia economici che politici. Il suo era un nome già noto nella politica dell'epoca: sua era quella che oggi si chiama "Casa del Centenario", e nella sua scalata politica raggiunse nel 73 dopo Cristo la massima carica cittadina, quella di duumvir (duoviro), ovvero uno dei due magistrati con mandato annuale che erano di fatto gli amministratori unici della città.

Sembra una pizza, quello che si vede su un dipinto (IN ALTO A SINISTRA) pompeiano di 2000 anni fa, ma ovviamente non lo può essere, a rigore, dato che mancavano alcuni degli ingredienti più caratteristici, ovvero pomodori e mozzarella. Tuttavia, come risulta da una prima analisi iconografica di un affresco con natura morta, emerso in questi giorni nell'ambito dei nuovi scavi nell'insula 10 della Regio IX a Pompei, ciò che era rappresentato sulla parete di un'antica casa pompeiana potrebbe essere un lontano antenato della pietanza moderna, elevata a patrimonio dell'umanità nel 2017 in quanto "arte tradizionale del pizzaiuolo napoletano". 
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