Pompei, a Civita Giuliana emerge una stanza degli schiavi con arredi. FOTO
La scoperta è stata fatta in una villa romana, a circa 600 metri dalle mura della città antica. Sembra una fotografia di quasi 2000 anni fa, realizzata con la tecnica dei calchi: sono state ritrovate brandine con poveri materassi, alcune credenze che custodivano qualche strumento di lavoro, qualche anfora, cesti e vasi custoditi in una sorta di mensola ripostiglio e visitate da inevitabili roditori
Una nuova stanza, con i suoi arredi, destinata agli schiavi. Questa l'ultima 'sorpresa' degli scavi in corso nella villa romana di Civita Giuliana, a circa 600 metri dalle mura dell'antica Pompei. Una situazione di precarietà e subalternità documentata da reperti unici perché posizionati lì' dove erano in quella giornatd i fine ottobre del 79 d.C., quando il Vesuvio seppellì le città ai suoi piedi. Un'immagine di quasi 2000 anni fa, realizzata con la tecnica dei calchi, esistente solo a Pompei e dintorni
Pompei, scoperti nuovi resti di tre vittime: emersi anche affreschiMateriali quali mobili e tessuti, nonché corpi di vittime dell'eruzione del 79 d.C., sono stati coperti dalla nube piroclastica, divenuta poi terreno solido mentre la materia organica decomposta ha lasciato un vuoto nel terreno: un'impronta che, riempita di gesso, ha rivelato la sua forma originaria. La nuova stanza, denominata 'ambiente A', si presenta diversa da quella già nota come 'ambiente C, ricostruita a novembre 2021 in cui erano posizionate tre brande e che fungeva al tempo stesso da ripostiglio
Pompei, scoperti altri due scheletri risalenti a eruzione del VesuvioQuello che è emerso adesso fa pensare a una precisa gerarchia all'interno della servitù. Mentre uno dei due letti trovati in queste settimane è della stessa fattura di quelli nell'ambiente C, estremamente semplice e senza materasso, l'altro è di un tipo più confortevole e costoso, noto in bibliografia come letto a spalliera. Nella cinerite sono ancora visibili le tracce di decorazioni color rosso su due delle spalliere
Pompei, la casa dei Vettii riapre dopo 20 anni. Il direttore: "Una cappella Sistina". FOTOOltre ai due letti, nell'ambiente recentemente scavato ci sono due piccoli armadi, anch'essi conservati parzialmente come calchi, una serie di anfore e vasi di ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro. Il microscavo di vasi e anfore provenienti dall'ambiente C ha nel frattempo restituito tre roditori, due topolini in un'anfora e un ratto in una brocca, posizionata sotto uno dei letti e dalla quale sembra che l'animale cercasse di scappare quando morì nel flusso piroclastico dell'eruzione
Dettagli che sottolineano le condizioni di disagio igienico in cui vivevano gli ultimi della società dell'epoca. L'esplorazione archeologica della villa di Civita Giuliana, già oggetto di scavi nel 1907-08, è cominciata nel 2017 con una collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei, quale ente competente per la tutela dell'area circostante la città antica, e la procura di Torre Annunziata, che insieme ai Carabinieri aveva scoperto scavi clandestini nell'area della Villa che andavano avanti da anni, arrivando a misure cautelari e processi penali e civili
"Sappiamo che i proprietari usavano diversi privilegi, tra cui anche la possibilità di formare una famiglia, seppure senza alcuna tutela legale, per legare alcuni schiavi più strettamente alla villa e averli come alleati nel sorvegliare gli altri. Quello che emerge è la struttura sociale della servitù che doveva impedire fughe e resistenze, anche perché mancano tracce di grate, lucchetti e ceppi. Il controllo avveniva principalmente tramite l'organizzazione interna, e non tramite barriere e vincoli fisici", ha spiegato il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel
Pompei, scoperti nuovi resti di tre vittime: emersi anche affreschi