"Continuerò il lavoro di Alexei": chi è Yulia Navalnaya, vedova dell'oppositore di Putin
"Putin ed i suoi uomini verranno puniti per quello che hanno fatto al nostro Paese, alla nostra famiglia e a mio marito". Questa la promessa della vedova del dissidente russo Alexei Navalny, morto nella colonia penale a regime speciale di Kharp, nella regione artica di Yamalo-Nenets, dove era rinchiuso. Il primo incontro tra i due nel 1998, poi il matrimonio e i figli. "Continuerò a lottare per il nostro Paese", ha ammesso senza timori
- "Putin ha ucciso mio marito. Continuerò il lavoro di Alexei e continuerò a lottare per il nostro Paese. Scopriremo certamente chi di preciso e in quale preciso modo ha eseguito il crimine, faremo i nomi e faremo vedere le facce". Lo ha detto Yulia Navalnaya, vedova del dissidente russo Alexei Navalny, morto nella colonia penale a regime speciale di Kharp, nella regione artica di Yamalo-Nenets, dove era rinchiuso. Navalny era in carcere dal gennaio 2021 e doveva scontare una pena di 19 anni
- La vedova Navalny, nata a Mosca nel 1976, ha sempre voluto mantenere un profilo basso, insistendo sul fatto di essere soprattutto una moglie ed una madre e non una politica. Dopo la morte di Alexei, però, ha affermato con forza che continuerà la lotta del marito anche con l'obiettivo di far luce sulle cause che lo hanno portato alla morte
- Yulia è figlia dello scienziato Boris Ambrosimov e di Yulia Ambrosimov. Si è laureata presso l'Università di Economia di Plekhanov, specializzandosi in relazioni internazionali. Ha incontrato Navalny durante una vacanza in Turchia nel 1998. Poi la coppia, due anni dopo, si è sposata
- "Non ho sposato un avvocato con una carriera promettente o un leader dell'opposizione, ma un giovane uomo di nome Alexei", aveva raccontato Yulia in un'intervista ad un settimanale russo nel 2020. Entrambi hanno comunque condiviso l'interesse per la politica e già a partire dai primi anni 2000 fanno parte del partito liberale filoccidentale Yabloko
- Nel 2001 nasce la prima figlia, Daria e Yulia lascia la carriera in banca iniziata negli anni precedenti, scegliendo di andare a lavorare nel negozio di mobili dei suoceri per alcuni anni. Nel 2008 arriva il secondo figlio, Zakhar e la moglie di Navalny sceglie di dedicarsi più alla famiglia, anche considerando che il marito aveva cominciato ad assumere una posizione di rilievo nell'ambito dell'opposizione russa
- E, in più occasioni pubbliche, lo stesso Navalny ha ringraziato la donna per questa scelta, fondamentale per continuare la sua battaglia contro il Cremlino
- Nonostante le sue scelte, però, Yulia Navalnaya finisce comunque sotto i riflettori della cronaca internazionale dopo che il marito viene avvelenato, nell'agosto del 2020, sul volo di ritorno a Mosca dalla città siberiana di Tomsk. Navalny viene ricoverato in coma e la moglie chiede a Putin l'autorizzazione al trasferimento in un ospedale all'estero
- "Ogni momento che rimanevamo lì, pensavo, dobbiamo portarlo via", ha raccontato Navalnaya. Poi, grazie all’intervento di una ong tedesca, l’oppositore di Putin viene trasferito a Berlino, dove resta ricoverato per alcuni mesi, sempre con la moglie vicino. Una volta guarito, però, Alexei torna a Mosca con la moglie: era il gennaio del 2021. L’uomo viene arrestato subito dopo l'arrivo all'aeroporto
- Quando ha saputo della morte del marito, Yulia si trovava in Germania, dove si era recata per partecipare alla conferenza sulla Sicurezza di Monaco. E, nonostante la tremenda notizia, è salita sul palco dell'evento per pronunciare il suo discorso
- "Ho pensato per un po', ho pensato 'devo rimanere qui per fare il mio discorso davanti a voi o devo tornare dai miei figli? Ma poi mi sono chiesta: 'cosa avrebbe fatto Alexei al mio posto? Sono sicura che lui sarebbe salito su questo palco" ha spiegato. Promettendo, senza timori, che Putin ed i suoi uomini "verranno puniti per quello che hanno fatto al nostro Paese, alla nostra famiglia e a mio marito"