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Russia, da Litvinenko a Navalny: gli avvelenamenti sospetti
Durante il conflitto in Ucraina, l’oligarca Roman Abramovich e i negoziatori ucraini avrebbero sofferto sintomi di sospetto avvelenamento dopo un incontro. Kiev smentisce. Il presunto caso sarebbe l’ultimo di una lunga serie che ha visto come vittime oppositori russi o personaggi considerati scomodi da Mosca
Il 28 marzo 2022 è emerso che l’oligarca russo Roman Abramovich e i negoziatori ucraini avrebbero sofferto sintomi di sospetto avvelenamento dopo un incontro a Kiev all'inizio del mese. La notizia è stata confermata dal portavoce dell'oligarca e si parla di occhi rossi e desquamazione della pelle, anche se il consigliere della presidenza e capo negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak smentisce le accuse di avvelenamento dei negoziatori ucraini da parte russa
Il presunto avvelenamento di Abramovich (qui in foto con Putin) e dei negoziatori ucraini riporta alla memorie simili vicende di oppositori russi o personaggi considerati scomodi da Mosca, da Alexei Navalny a Alexander Litvinenko e all'ex presidente ucraino Viktor Yushchenko
YUSHCHENKO - Nel 2004 il candidato alle elezioni presidenziali ucraine e leader dell'opposizione Viktor Yushchenko, venne ricoverato in Austria dopo essere stato vittima di un misterioso avvelenamento da diossina, sostanza che gli era stata probabilmente versata nella minestra. Salvato dalla morte, ma con il volto sfigurato, Yushechenko sfidò il filo-russo Viktor Yanukovych al ballottaggio delle presidenziali il 23 novembre 2004