Nuovo appello del Pontefice alla pace: "Perché questa pace si diffonda, io impiegherò ogni sforzo. Dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo!". "Le armi possono e devono tacere" ha aggiunto nell'udienza alle Chiese orientali sottolineando che "passerà alla storia chi seminerà pace non chi mieterà vittime" ed ha invitato a rifuggire dalle "visioni manichee"
Nella sua prima udienza giubilare, dedicata ai partecipanti al Giubileo delle Chiese orientali, Papa Leone XIV ha scelto di salutare i presenti invitando a mantenere i propri riti, anche quando sono costretti, a causa di guerre e persecuzioni, a lasciare la propria terra. Nell'Aula Paolo VI, colorata di bandiere dell'Ucraina, del Libano, dell'Iraq e di altri Paesi del Medio Oriente, erano presenti anche molti profughi, soprattutto ucraini, scappati dalle guerre in corso nel mondo e accolti in Italia (SPECIALE PAPA LEONE XIV). Il 21 maggio si terrà la prima Udienza Generale.
“Custodire e promuovere l'Oriente cristiano”
Prevost ha ricordato anche che Leone XIII aveva sottolineato l'importanza di non perdere questi riti. "La sua preoccupazione di allora è molto attuale, perché ai nostri giorni tanti fratelli e sorelle orientali, tra cui diversi di voi, costretti a fuggire dai loro territori di origine a causa di guerra e persecuzioni, di instabilità e povertà, rischiano, arrivando in Occidente, di perdere, oltre alla patria, anche la propria identità religiosa. E così, con il passare delle generazioni, si smarrisce il patrimonio inestimabile delle Chiese Orientali". Per Papa Leone XIV, occorre dunque "custodire e promuovere l'Oriente cristiano, soprattutto nella diaspora; qui, oltre ad erigere, dove possibile e opportuno, delle circoscrizioni orientali, occorre sensibilizzare i latini. In questo senso chiedo al Dicastero per le Chiese Orientali, che ringrazio per il suo lavoro, di aiutarmi a definire principi, norme e linee-guida attraverso cui i Pastori latini possano concretamente sostenere i cattolici orientali della diaspora a preservare le loro tradizioni viventi e ad arricchire con la loro specificità il contesto in cui vivono. La Chiesa ha bisogno di voi. Quanto è grande l'apporto che può darci oggi l'Oriente cristiano!", ha sottolineato il Papa.

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“Preghiamo per questa pace”
Il Papa ha poi ricordato: "Chi più di voi, che conoscete da vicino gli orrori della guerra, tanto che Papa Francesco chiamò le vostre Chiese 'martiriali'? È vero: dalla Terra Santa all'Ucraina, dal Libano alla Siria, dal Medio Oriente al Tigray e al Caucaso, quanta violenza! E su tutto questo orrore, sui massacri di tante giovani vite, che dovrebbero provocare sdegno, perché, in nome della conquista militare, a morire sono le persone, si staglia un appello: non tanto quello del Papa, ma di Cristo, che ripete: 'Pace a voi!'". "La pace di Cristo non è il silenzio tombale dopo il conflitto, non è il risultato della sopraffazione, ma è un dono che guarda alle persone e ne riattiva la vita. Preghiamo per questa pace, che è riconciliazione, perdono, coraggio di voltare pagina e ricominciare", ha sottolineato. "Perché questa pace si diffonda, io impiegherò ogni sforzo. La Santa Sede è a disposizione perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi, perché ai popoli sia restituita una speranza e sia ridata la dignità che meritano, la dignità della pace. I popoli vogliono la pace e io, col cuore in mano, dico ai responsabili dei popoli: incontriamoci, dialoghiamo, negoziamo!", ha detto il Pontefice aggiungendo che "La guerra non è mai inevitabile, le armi possono e devono tacere, perché non risolvono i problemi ma li aumentano; perché passerà alla storia chi seminerà pace, non chi mieterà vittime; perché gli altri non sono anzitutto nemici, ma esseri umani: non cattivi da odiare, ma persone con cui parlare. Rifuggiamo le visioni manichee tipiche delle narrazioni violente, che dividono il mondo in buoni e cattivi". "La Chiesa non si stancherà di ripetere: tacciano le armi. E vorrei ringraziare Dio per quanti nel silenzio, nella preghiera, nell'offerta cuciono trame di pace; e i cristiani, orientali e latini, che, specialmente in Medio Oriente, perseverano e resistono nelle loro terre, più forti della tentazione di abbandonarle. Ai cristiani va data la possibilità, non solo a parole, di rimanere nelle loro terre con tutti i diritti necessari per un'esistenza sicura. Vi prego, ci si impegni per questo!", ha concluso il Papa.
