L'8 gennaio 2023 migliaia di sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro - sconfitto alle elezioni da Luiz Inacio Lula da Silva - facevano irruzione nelle sedi del Parlamento, della Corte suprema e del Palazzo Planalto, la residenza presidenziale. La polizia, dopo alcune ore, riusciva a riprendere il controllo dei palazzi, ma per il Paese si apriva un periodo di forti tensioni
- Un anno fa, l'8 gennaio 2023, il Brasile era spaccato fra i sostenitori del presidente Luiz Inacio Lula da Silva e quelli dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Una frattura disegnata già dai risultati delle elezioni - Lula aveva vinto con il 50,9% delle preferenze contro il 49,1% dell’avversario - e che si traduceva poi in un assalto ai palazzi delle massime istituzioni dello Stato a Brasilia da parte di migliaia di supporter di Bolsonaro. Il bilancio è stato di oltre 40 feriti e circa 1.500 arresti
- L'irruzione dell'8 gennaio 2023 è durata ore. Secondo alcune stime sono stati almeno 15mila i supporter di Bolsonaro - avvolti nelle bandiere verde-oro - che hanno assaltato, nella Praça dos Três Poderes, i palazzi del potere brasiliano
- La polizia ha usato i gas lacrimogeni per cercare di respingere le migliaia di persone che sono comunque riuscite a sfondare i cordoni di sicurezza intorno al Parlamento di Brasilia. In molti si sono arrampicati sull'edificio per occuparne il tetto e da lì si sono introdotti all'interno
- I manifestanti si sono dati ad atti di vandalismo. I video girati all'interno del Tribunale hanno mostrato persone che rompevano i seggi della plenaria. A Palazzo Planalto, nel piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale e della Corte suprema e il Parlamento brasiliano sono stati rotti alcuni vetri delle finestre
- Sono state distrutte anche opere d'arte, e i manifestanti hanno rubato la Costituzione originale del 1988. Inoltre, alcune armi sono state prelevate da un ufficio di sicurezza del presidente
- Sono stati danneggiati anche dipinti di valore inestimabile, tra cui "I Mulatti", del pittore modernista Di Cavalcanti, esposto nel Palazzo Presidenziale, che presenta diversi buchi
- Al momento dell’assalto il presidente Luiz Inacio Lula da Silva non si trovava a Brasilia. Le forze di polizia, in assetto antisommossa si sono mosse solo quando il neo presidente ha firmato un decreto dopo una riunione d'emergenza con il governo e dopo aver ordinato la chiusura del centro della Capitale
- La polizia, sparando anche proiettili di gomma dagli elicotteri, è riuscita a riguadagnare il controllo dei palazzi presi d'assalto
- Una volta tornato a Brasilia, Luiz Inácio Lula da Silva è andato a constatare il saccheggio del Palazzo Presidenziale e della Corte suprema. Qualche ora prima, aveva detto che il suo predecessore di estrema destra aveva "incoraggiato" i "vandali fascisti" a invadere i luoghi del potere nella capitale
- Dopo l’assalto, il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha ordinato alle società di telecomunicazioni di tenere registri di connessione e geolocalizzazione degli utenti presenti in Praça dos Três Poderes "per un periodo di novanta giorni per definire o identificare la geolocalizzazione degli utenti che si trovano nelle vicinanze di Praça dos Três Poderes e della sede del Distretto Federale per determinare la responsabilità sulle date dei fatti criminosi"
- Dopo gli assalti il giudice Alexandre de Moraes ha anche ordinato la rimozione del governatore del Distretto federale di Brasilia, Ibaneis Rocha (nella foto insieme a Bolsonaro), per un periodo di 90 giorni. "La violenta escalation di atti criminali è circostanza che può verificarsi solo con il consenso, e anche l'effettiva partecipazione, dalle autorità competenti per la sicurezza pubblica e l'intelligence", ha detto Moraes
- Inoltre, le vicende dell’8 gennaio hanno permesso al Supremo Tribunale Federale e al governo di imporre lo sgombero di tutti gli accampamenti bolsonaristi di fronte alle caserme militari che si erano andati formando dopo le elezioni
- "Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali", la replica di Bolsonaro su X. "Respingo le accuse, senza prove, attribuitemi dall'attuale capo dell'esecutivo del Brasile. Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà"
- Bolsonaro si era recato negli Usa il 30 dicembre 2022, alla vigilia dell'insediamento al potere di Luiz Inacio Lula da Silva. Ed era tornato in Brasile mesi dopo, a marzo 2023, assicurando più volte di volersi reintegrare nella vita politica brasiliana
- Poi, lo scorso giugno, Bolsonaro è stato dichiarato ineleggibile per i prossimi 8 anni, con una condanna del Tribunale superiore elettorale. Di fatto è stato tagliato fuori dalle presidenziali del 2026. L'ex presidente, nello specifico, è stato accusato di abuso di potere politico e uso distorsivo dei media a fini elettorali