
Brasile, assalto al Parlamento e ai palazzi delle istituzioni: cos’è successo. FOTO
Domenica 8 gennaio migliaia di sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro - sconfitto alle elezioni di ottobre da Luiz Inacio Lula da Silva - hanno fatto irruzione nelle sedi del Parlamento, della Corte suprema e Palazzo Planalto, sede della residenza presidenziale. I manifestanti hanno rotto finestre, ribaltato mobili, distrutto opere d'arte e rubato la Costituzione originale del 1988. La polizia, dopo alcune ore, è riuscita a riprendere il controllo dei palazzi

È esplosa la tensione nel Brasile spaccato fra i sostenitori del presidente Luiz Inacio Lula da Silva e quelli dell’ex presidente Jair Bolsonaro. Una frattura disegnata già dai risultati delle elezioni - Lula ha vinto con il 50,9% delle preferenze contro il 49,1% dell’avversario - e che si è tradotta domenica 8 gennaio in un assalto ai palazzi delle massime istituzioni dello Stato a Brasilia da parte di migliaia di supporter di Bolsonaro. Il bilancio è di oltre 40 feriti e più di 1.000 arresti
Brasile, assaltati i palazzo del potere: gli aggiornamenti in diretta
Un’irruzione, iniziata nel pomeriggio brasiliano, durata ore e che ha ricordato quella di due anni fa al Capitol Hill di Washington da parte dei sostenitori di Donald Trump. Secondo alcune stime sono stati almeno 15mila i supporter di Bolsonaro - avvolti nelle bandiere verde-oro - che hanno assaltato, nella Praça dos Três Poderes, i palazzi del potere brasiliano
Planalto come Capitol Hill: quando sono assaltati i palazzi del potere
La polizia ha usato i gas lacrimogeni per cercare di respingere le migliaia di persone che sono comunque riuscite a sfondare i cordoni di sicurezza intorno al Parlamento di Brasilia al termine di una manifestazione a sostegno di Bolsonaro. In molti si sono arrampicati sull'edificio per occuparne il tetto e da lì si sono introdotti all'interno
Rimosso il governatore di Brasilia dopo l'assalto al Parlamento
I manifestanti, vestiti di giallo e verde, si sono dati ad atti di vandalismo. I video rilasciati da persone all'interno del Tribunale mostrano persone che rompono i seggi della plenaria. A Palazzo Planalto, nel piazzale dove si trovano la sede della residenza presidenziale, il Parlamento brasiliano e della Corte suprema, sono stati rotti vetri delle finestre
Danni e devastazioni dopo gli assalti a Brasilia. FOTO
Secondo la Reuters, i manifestanti che si sono introdotti negli edifici della Corte Suprema, del Congresso e nel Palazzo Presidenziale oltre ad aver rotto finestre, ribaltato mobili e distrutto opere d'arte, hanno rubato la Costituzione originale del 1988. Inoltre, alcune armi sono state prelevate da un ufficio di sicurezza del presidente
Le reazioni internazionali agli assalti in Brasile
Sono stati danneggiati anche dipinti di valore inestimabile, tra cui "I Mulatti", del pittore modernista Di Cavalcanti, esposto nel Palazzo Presidenziale, che presenta diversi buchi
L'assalto dei bolsonaristi. VIDEO
Dopo l’assalto, il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha ordinato alle società di telecomunicazioni di tenere registri di connessione e geolocalizzazione degli utenti presenti in Praça dos Três Poderes "per un periodo di novanta giorni per definire o identificare la geolocalizzazione degli utenti che si trovano nelle vicinanze di Praça dos Três Poderes e della sede del Distretto Federale per determinare la responsabilità sulle date dei fatti criminosi"
Lula decreta l'intervento federale contro i manifestanti
Al momento dell’assalto il presidente Luiz Inacio Lula da Silva non si trovava a Brasilia, è rientrato nella capitale in serata. Le forze di polizia, in assetto antisommossa, pronte a fare irruzione dentro il Parlamento occupato si sono mosse solo quando il neo presidente ha firmato un decreto dopo una riunione d'emergenza con il governo e dopo aver ordinato la chiusura del centro della Capitale
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Dopo aver valutato la possibilità di schierare l'esercito per far sgomberare l'assedio, la polizia, sparando anche proiettili di gomma dagli elicotteri, dopo il controllo della Corte suprema è riuscita a fatica a riguadagnare anche il terreno del Planalto, sede della presidenza, e quello del Congresso
Il golpe in Brasile nel 1964 e la dittatura militare che durò fino al 1985. FOTO
Dopo gli assalti il giudice della Corte suprema Federale Alexandre de Moraes ha ordinato la rimozione del governatore del Distretto federale di Brasilia, Ibaneis Rocha (nella foto insieme a Bolsonaro), per un periodo di 90 giorni. "La violenta escalation di atti criminali è circostanza che può verificarsi solo con il consenso, e anche l'effettiva partecipazione, dalle autorità competenti per la sicurezza pubblica e l'intelligence", ha detto Moraes

Moraes ha affermato che Rocha ha ignorato le richieste di rafforzamento della sicurezza con una "condotta ingannevolmente omissiva" Non solo "ha rilasciato dichiarazioni pubbliche difendendo una falsa 'manifestazione politica libera a Brasilia' - anche se tutte le reti sapevano che sarebbero stati compiuti attacchi alle istituzioni - ma ha anche ignorato tutti gli appelli delle autorità a realizzare un piano di sicurezza analogo a quelli attuati negli ultimi due anni il 7 settembre, con il divieto ai criminali terroristi di entrare nella spianata dei Ministeri"

Le forze di sicurezza di Brasilia, ieri, hanno informato Rocha che l'ingresso "pacifico" e "organizzato" nella spianata dei ministeri era stato "negoziato" con i sostenitori di Bolsonaro poco prima dell'assalto. "Tutto calmo", esordisce l'audio a cui ha avuto accesso il quotidiano Folha de Sao Paulo, in cui interviene il numero due del segretario alla Sicurezza, Fernando de Sousa Oliveira. "È un ambiente molto calmo, molto piacevole - dice Oliveira - Una manifestazione molto soft, totalmente pacifica"

Una volta tornato a Brasilia, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva è andato a constatare il saccheggio del Palazzo Presidenziale e della Corte suprema. Qualche ora prima, aveva detto che il suo predecessore di estrema destra aveva "incoraggiato" i "vandali fascisti" a invadere i luoghi del potere nella capitale

"Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali", ha replicato Bolsonaro su Twitter. "Respingo le accuse, senza prove, attribuitemi dall'attuale capo dell'esecutivo del Brasile. Durante tutto il mio mandato sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà"
Bolsonaro dopo gli assalti: "Respingo le accuse"