Planalto come Capitol Hill. Quando sono assediati i palazzi del potere

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Michele Cagiano de Azevedo

Michele Cagiano de Azevedo

Politicamente, il clima delle manifestazioni è simile. Sono state animate da una campagna elettorale intrisa di violenza e odio, durata più di un anno. Lula ha definito Bolsonaro un genocida, Bolsonaro ha definito Lula un terrorista. Ci sono stati scambi di offese anche tra Trump e Biden. In più, sui social, si sono diffuse teorie cospirazioniste e complottistiche, che non hanno certo mitigato il clima

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Gennaio 2021, Gennaio 2023. Passano due anni tra l’assedio di Capitol Hill, il congresso americano, da parte dei sostenitori di Donald Trump e l’assedio ai palazzi del potere di Brasilia da parte dei sostenitori di Bolsonaro. Ci sono punti di contatto e distinzioni da mettere in evidenza.

La politica dell’odio

Politicamente, il clima delle manifestazioni è simile. Sono state animate da una campagna elettorale intrisa di violenza e odio, durata più di un anno. Lula ha definito Bolsonaro un genocida, Bolsonaro ha definito Lula un terrorista. CI sono stati scambi di offese anche tra Trump e Biden. In più, sui social, si sono diffuse teorie cospirazioniste e complottistiche, che non hanno certo mitigato il clima. Inoltre i due sconfitti non hanno riconosciuto la vittoria dei loro avversari. Bolsonaro, il 30 dicembre, ha lasciato il Brasile per non assistere all’insediamento alla presidenza di Lula, si è rifugiato proprio in Florida, non lontano da Mar-a-Lago, il buen retiro di Donald Trump (SEGUI TUTTI GLI AGGIORNAMENTI LIVE DELL'ASSALTO IN BRASILE).

Trump-Bolsonaro, leader a confronto

Una differenza importante va registrata nell’atteggiamento dei due leader. Donald Trump ha provocato le violenze di Capitol Hill, le ha alimentate con dichiarazioni incendiarie e non le ha mai sconfessate del tutto. Bolsonaro è stato più cauto. In un messaggio, ha voluto condannare la violenza pur riconoscendo la bontà delle ragioni della protesta. In altre parole, fanno bene i miei sostenitori a non riconoscere la nuova presidenza ma non si devono lasciare andare all’illegalità.

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La forza evangelica

Culturalmente e socialmente, un punto di contatto forte tra i fatti di Capitol Hill e gli incidenti di Brasilia è la base elettorale di Trump e Bolsonaro: destra ortodossa, populista ed evangelica. Gli evangelisti sviluppano la loro vicinanza alla politica proprio negli Stati Uniti d’America, in particolare negli stati americani del Sud. In Brasile, le chiese evangeliche hanno avuto un ruolo chiave nella campagna elettorale, a sostegno di Bolsonaro. In un primo tempo, sostenevano il partito dei lavoratori e solo dopo la caduta di Dilma Rousseff si sono spostati dall’altra parte, abbracciando idealmente la destra, gli evangelici sono diventati “soldati della fede” del presidente uscente

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Stati Uniti – Brasile. Polizia a confronto

L’atteggiamento della polizia durante gli assedi di Washington e Brasilia ha fatto discutere. Mentre il Planalto veniva occupato, alcuni membri delle forze dell’ordine facevano selfie e non hanno usato la forza per disperdere i manifestanti. Solo in un secondo momento, con l’arrivo della polizia del choque , i federali, la situazione è cambiata. Il Brasile è una Repubblica Federale, composta da 26 stati e un distretto. La polizia risponde al governo locale, nel caso di Brasilia risponde a un governatore fedele a Bolsonaro. Anche per questo, non abbiamo visto una reazione immediata delle forze dell’ordine e Lula, come prima reazione, lo ha esautorato dei suoi poteri. Diversa è stata situazione a Washington, la guardia nazionale non ha brillato per efficienza ma nulla c’entra l’orientamento politico dell’amministrazione di Washington.

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