Le imbarcazioni della missione della Global Sumud Flotilla sono state abbordate nella serata del primo ottobre dall'esercito israeliano. Il ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato che "gli italiani andranno in Israele e poi saranno espulsi". Ecco che scenario si profila
Le imbarcazioni della missione della Global Sumud Flotilla, vicine alla costa di Gaza, hanno ricevuto l'alt da Israele poco prima delle 19.30 di ieri, 1 ottobre (LA DIRETTA). Poco dopo, hanno fatto sapere gli attivisti, "l'abbordaggio è iniziato dalla barca Alma".
Dopo l'inizio dell'intercettazione da parte di Israele, il ministro degli Esteri Tajani ha precisato che Israele gli ha assicurato che "le sue forze armate non useranno alcuna violenza". E ha anticipato che "gli italiani andranno in Israele e poi saranno espulsi". "Se ci saranno dei fermi? Dipende da come andranno gli interrogatori. Le operazioni di imbarco e sbarco dovrebbero concludersi verso mezzanotte e potremo così essere tutti più tranquilli, incrociamo le dita".
Tajani: "Attivisti espulsi con volo per Europa in 2 giorni"
Tajani ha inoltre dichiarato che, "siccome in Israele c'è lo Yom Kippur, fino a domani sera" gli attivisti della Flotilla fermati e portati ad Ashdod "saranno imbarcati su un aereo, entro un paio di giorni, e riportati in Europa".
I precedenti
Guardando ai precedenti, il più recente è quello del luglio scorso, quando l'equipaggio civile che era a bordo della nave Handala della Freedom Flotilla - compresi due attivisti italiani e due deputate francesi - fu fermato dalle forze militari israeliane in acque internazionali. Gli attivisti vennero arrestati per aver tentato di violare il blocco della sicurezza marittima israeliana e si trovarono di fronte a due opzioni: firmare una dichiarazione per andare in aeroporto e lasciare subito il Paese, oppure essere arrestati e detenuti, andando poi di fronte a un giudice con rimpatrio forzato in pochi giorni. Mentre l'episodio più drammatico è del 2010 e riguarda il caso della nave Mavi Marmara, verificatosi nel Mediterraneo in acque internazionali, quando la flottiglia dei pro Pal tentò di forzare il blocco. Cinque delle sei navi furono abbordate con la forza e poste sotto controllo israeliano mentre l'equipaggio della Mavi Marmara subì l'assalto delle forze speciali dell'Idf cercando di difendersi con armi di fortuna. In quello scontro dieci attivisti persero la vita.
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Cosa può succedere agli italiani?
Per quanto riguarda i cittadini italiani in particolare, questi potrebbero essere puniti al rientro in Italia per “atti ostili verso uno Stato estero, che espongono lo Stato italiano al pericolo di guerra”, secondo l'articolo 244 del codice penale. La norma prevede la reclusione da sei a diciotto anni e, se la guerra avviene, è punibile con l'ergastolo.
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Le norme
Fin dal caso della Mavi Marmara Israele ha rivendicato il proprio diritto all'utilizzo della forza contro chi tenta di violare lo sbarramento marittimo. Una delle norme indicate è contenuta nel 'Manuale di Sanremo sul diritto internazionale applicabile ai conflitti armati in mare', del 1994, secondo cui se ci si trova in presenza di una imbarcazione che si dirige verso un'area sottoposta a blocco navale, è consentito intercettarla anche prima che raggiunga l'area sottoposta a blocco navale, se questa è stata avvertita in anticipo e se aveva lo scopo espressamente dichiarato di violare il blocco. Inoltre Israele si rifà a norme del diritto marino che sarebbero applicate anche da Usa e Gran Bretagna, contenute nel 'Manuale del Comandante sul Diritto delle Operazioni Navali' della Marina statunitense, secondo cui un vascello può essere attaccato in alto mare quando intenda violare un blocco.