Medio Oriente, Israele minaccia Hamas di agire con vigore in altre parti a Gaza

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Così il ministro della Difesa israeliano Katz che si è rivolto ai residenti del territorio palestinese:"Hamas sta mettendo in pericolo la vostra vita". L'organizzazione islamista ha dichiarato in un comunicato che "sta facendo tutto il possibile per mantenere in vita gli ostaggi, ma i bombardamenti israeliani casuali stanno mettendo in pericolo le loro vite". Netanyahu: "Quanto più Hamas persisterà nel suo rifiuto di rilasciare i nostri ostaggi, tanto più forte sarà la pressione che eserciteremo"

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Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz minaccia di agire con "la massima forza" su nuove aree della Striscia di Gaza, dove la tregua è terminata il 18 marzo con la ripresa dei bombardamenti israeliani. "L'esercito effettuerà presto operazioni con la massima forza in nuove aree di Gaza", ha precisato Katz in un video su X, rivolgendosi ai residenti del territorio palestinese. "Hamas sta mettendo in pericolo la vostra vita, facendovi perdere le vostre case e sempre più territorio".

Hamas in un comunicato dichiara che "sta facendo tutto il possibile per mantenere in vita gli ostaggi, ma i bombardamenti israeliani casuali stanno mettendo in pericolo le loro vite". Ma Netanyahu ribadisce: "Quanto più Hamas persisterà nel suo rifiuto di rilasciare i nostri ostaggi, tanto più forte sarà la pressione che eserciteremo".

Proteste a Gaza una settimana dopo la ripresa dei combattimenti. Prima nel campo di Beit Lahia, nel nord, poi a Jabalia, infine nel sud, a Khan Younis. Decine di video postati sui social da account palestinesi hanno mostrato i dimostranti che urlano e chiedono "la fine della guerra", "Hamas fuori", "Hamas terroristi". Hamas condanna le proteste: n membro di spicco di Hamas, Sami Abu  Zuhri, ha definito i manifestanti "megafoni di Israele" e ha lasciato intendere che stiano tradendo il popolo palestinese.

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Kit di sopravvivenza in caso di emergenze: la proposta Ue per preparare i cittadini

Il nuovo piano Ue presentato oggi a Bruxelles prevede un sistema europeo di stoccaggio per garantire, in caso di “disastri naturali, stati di crisi o aggressione armata”, l’accesso a tutte le risorse critiche. Nella “Strategia dell’Unione europea per la preparazione” 30 azioni chiave per affrontare le emergenze. ECCO IL PIANO

Video "Trump Gaza", il creatore Solo Avital: "Pubblicato senza mio consenso"

Il filmato era inteso come una satira politica dell'"idea megalomane" di Trump – ha spiegato il regista di Los Angeles -, siamo narratori, non provocatori, a volte realizziamo pezzi satirici come questo ed è così che avrebbe dovuto essere". LEGGI L'ARTICOLO

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco  del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente  offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione  che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una  soluzione.  Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO

Quanto costerà ricostruire la Striscia di Gaza? La conta dei danni

Una devastazione senza precedenti. Oggi, più della metà della Striscia di Gaza è completamente rasa al suolo. Secondo gli esperti, non si è mai registrato un simile livello di distruzione in un'area così piccola e densamente popolata. Le stime per la ricostruzione di Gaza, che potrà essere avviata solo dopo il completamento delle tre fasi dell'accordo di tregua tra Israele e Hamas, sono esorbitanti. Ecco le ultime stime su quanto costerà ricostruire Gaza dopo la devastazione causata dal conflitto tra Hamas e Israele e sulla conta dei danni. COSA SAPPIAMO

Abu Mazen compie 90 anni: la carriera politica del presidente della Palestina

Nato il 26 marzo 1935 a Safed, è presidente della Palestina dal 2005. Esponente dell'ala moderata di al-Fatàh, del quale fu fra i fondatori nel 1957, entrò nell'OLP nel 1981 ed ebbe una parte di primo piano negli accordi di Oslo del 1993. Nel 2004 prese il posto di Arafat. IL PROFILO

Israele minaccia di agire con vigore in altre parti a Gaza

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha minacciato di agire con "la massima forza" su nuove aree della Striscia di Gaza, dove la tregua è terminata il 18 marzo con la ripresa dei bombardamenti israeliani. "L'esercito effettuerà presto operazioni con la massima forza in nuove aree di Gaza", ha precisato Katz in un video su X, rivolgendosi ai residenti del territorio palestinese. "Hamas sta mettendo in pericolo la vostra vita, facendovi perdere le vostre case e sempre più territorio", ha aggiunto il ministro in una dichiarazione in ebraico, sottotitolata in inglese. 

Domani a Gedda incontro tra ministri difesa Libano-Siria

I ministri della Difesa libanese e siriano si incontreranno domani in Arabia Saudita per discutere sulle tensioni di confine tra i due Paesi. Lo ha comunicato un funzionario libanese. 

Katz agli abitanti di Gaza: "Via Hamas per fermare la guerra"

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz si è rivolto oggi direttamente agli abitanti della Striscia di Gaza, commentando le proteste contro Hamas a Beit Lahia: "Presto l'Idf opererà con forza in altre zone di Gaza - ha dichiarato - sarete costretti a evacuare e perderete ancora più territorio (in riferimento a una zona cuscinetto in espansione lungo il confine di Gaza). I piani sono già approvati". Katz ha esortato i residenti a seguire l'esempio delle manifestazioni a Beit Lahia: "Chiedete la rimozione di Hamas da Gaza e il rilascio immediato di tutti gli ostaggi israeliani. È l'unico modo per fermare la guerra". 

Hamas attacca le proteste a Gaza: "Megafoni di Israele"

Hamas ha condannato attraverso le dichiarazioni di alcuni funzionari le proteste iniziate ieri contro la guerra e l'organizzazione fondamentalista che governa Gaza. Un membro di spicco di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha definito i manifestanti 'megafoni di Israele' e ha lasciato intendere che stiano tradendo il popolo palestinese. L'alto funzionario Osama Hamdan ha accusato Israele di 'avere avviato le proteste'. Durante le manifestazioni di ieri, i dimostranti hanno insultato Hamdan criticandolo per aver invocato la 'fermezza palestinese' mentre lui si trova all'estero.

Unrwa: "Dal 2 marzo nessun aiuto umanitario giunto a Gaza"

Dalla fine del cessate il fuoco, il 2 marzo, nessun aiuto umanitario è entrato a Gaza. "Niente cibo, niente acqua, niente medicine, niente forniture". Lo ha detto Juliette Touma, direttrice della comunicazione dell'Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) in una conferenza stampa a Bruxelles. Per Touma si tratta dell' "assedio più lungo che sia stato posto su Gaza" dall'inizio della guerra. "Tutto questo minaccia la vita e la sopravvivenza dei civili. La gente è assolutamente esausta" ha evidenziato. Durante il cessate il fuoco, durato dal 19 gennaio al 2 marzo, "entravano a Gaza tra i 500 e i 600 camion al giorno" ha spiegato Touma. "Quello che chiediamo ancora una volta è il rinnovo del cessate il fuoco, il rilascio immediato di tutti gli ostaggi a Gaza e l'accesso senza ostacoli di aiuti umanitari e forniture commerciali" nella Striscia, ha aggiunto, definendo "catastrofica per i civili di Gaza" la ripresa della guerra.    La direttrice ha inoltre denunciato "il triste traguardo" raggiunto la scorsa settimana, quando sono state uccise "400-500 persone in un solo giorno" di cui "la stragrande maggioranza donne e bambini". "Un'enorme perdita di vite" l'ha chiamata Touma che non ha risparmiato giornalisti e operatori umanitari. "All'Unrwa il bilancio delle vittime tra il nostro personale continua ad aumentare" ha detto la direttrice specificando che solo nell'ultima settimana "sono stati uccisi altri otto membri del personale" dell'Agenzia Onu, portando il totale "a più di 280" morti tra lo staff Unrwa. Dalla ripresa delle ostilità, l'Agenzia stima che "oltre 140.000 persone siano state sfollate nella Striscia di Gaza" anche per effetto degli "ordini di evacuazione emessi dalle autorità israeliane".      Quanto alla Cisgiordania, Touma ha spiegato che, in seguito a "un'operazione delle forze israeliane iniziata poco più di due mesi fa"  diversi campi profughi "sono stati quasi svuotati, facendo sfollare circa 40.000 rifugiati palestinesi". "Si tratta di una demolizione su larga scala di edifici" ha detto, aggiungendo che "gli sfollati non hanno quasi nessun posto dove tornare".  La direttrice della comunicazione Unrwa ha poi denunciato "pressioni sempre più forti" sull'Agenzia per interrompere la fornitura dei servizi, in particolare dopo la messa al bando l'Unrwa varata da Israele ed entrata in vigore a fine gennaio. "La conclusione è che continuiamo a rimanere e a fornire servizi" ha spiegato, lamentando anche "la sfida endemica nell'agenzia" rappresentata da una situazione finanziaria "più precaria che mai".

Netanyahu avvia colloqui per scelta nuovo capo Shin Bet

L'ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu ha avviato oggi i colloqui per la nomina del nuovo capo dello Shin Bet: lo riferiscono i media israeliani. Netanyahu incontrerà in giornata due ex vice capi del servizio oltre a Shalom Ben Hanan, ex alto funzionario dell'agenzia: tre figure che, secondo la stampa locale, potrebbero essere scelte per ricoprire l'incarico. Un quarto candidato, Eyal Tsir Cohen, ex dirigente del Mossad e attualmente ricercatore presso l'Istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale, sarà ascoltato in seguito. Lunedì scorso l'alta Corte ha prorogato la sospensione della rimozione del direttore in carica, Ronen Bar, ma ha revocato il divieto che impediva a Netanyahu di esaminare i possibili sostituti.

Starmer rivendica cooperazione d'intelligence Usa-Gran Bretagna

"Non è serio" ipotizzare qualsiasi revisione o riduzione degli scambi d'informazioni in materia d'intelligence fra Regno Unito e Usa sulla base delle polemiche seguite al leak di piani d'attacco agli Houthi nello Yemen nell'ambito di una chat interna alla Casa Bianca. Lo ha detto il premier britannico Keir Starmer, rispondendo secco a una sollecitazione rivolta in questo senso al governo laburista nel Question Time del mercoledì dal leader dell'opposizione liberaldemocratica, Ed Davey: estremamente polemico verso il presidente americano Donald Trump, il vice Jd Vance e verso Elon Musk, definito sarcasticamente "co-presidente". 

Secondo giorno di proteste a Gaza contro Hamas e la guerra

Decine di residenti del quartiere Shejaiya di Gaza city stanno partecipando a una protesta contro il governo di Hamas per il secondo giorno consecutivo. I dimostranti hanno bruciato pneumatici e gridato 'Hamas fuori', 'stop guerra'. Ieri le proteste si sono tenute nel campo profughi di Jabalia e a Khan Yunis. In passato proteste di questo tipo sono state estremamente rare. 

Houthi, "19 raid Usa nello Yemen"

Sarebbero 19 gli attacchi gli attacchi americani che hanno colpito le zone dello Yemen controllate dagli Houthi. Lo rendono noto i media del gruppo armato yemenita. In particolare, la tv Al-Masirah ha riferito che "l'aggressione statunitense ha lanciato 17 raid nel governatorato di Saada durante la notte" e due ad Amran. L'agenzia di stampa dei ribelli sostenuta dall'Iran, Saba, ha dichiarato che "l'aggressione americana ha colpito l'edificio dell'ospedale oncologico di Saada". Il ministero della Salute dei ribelli ha affermato che due civili sono rimasti feriti nell'ultimo attacco all'ospedale, che hanno descritto come "un vero e proprio crimine di guerra".

L'Idf smentisce le accuse di maltrattamenti al regista Ballal

L'Idf ha smentito le accuse di maltrattamenti denunciate dal regista palestinese Hamdan Ballal, arrestato lunedì nei pressi del villaggio di Susya, in Cisgiordania. Lo riferisce l'esercito in una dichiarazione ufficiale, in cui si afferma che "le denunce secondo cui i detenuti sarebbero stati picchiati durante la notte in una struttura militare sono totalmente infondate". Ballal, coautore del documentario vincitore dell'Oscar No Other Land, ha denunciato attraverso il suo avvocato di essere stato picchiato sia da coloni israeliani sia da soldati durante e dopo il suo arresto. Dopo il rilascio, è stato visitato in ospedale a Hebron per contusioni e disidratazione. L'Idf nella sua nota non ha menzionato il nome del regista, ma ha confermato l'arresto di tre palestinesi dopo un "confronto violento" con coloni israeliani. I tre sono rimasti detenuti in una struttura militare durante la notte, ammanettati "in conformità con il protocollo operativo", e hanno ricevuto assistenza medica. Sono stati trasferiti il giorno dopo alla polizia israeliana, che li ha interrogati e rilasciati con restrizioni. Secondo i familiari e i colleghi di Ballal, l'arresto è avvenuto mentre cercava di documentare un attacco di coloni al villaggio durante la sera di Ramadan. L'episodio ha sollevato critiche internazionali e rinnovato l'attenzione sulla crescente violenza dei coloni in Cisgiordania. 

Idf: "Residenti evacuino i quartieri di Gaza City da dove sono stati lanciati razzi"

In seguito a un recente attacco missilistico dalla Striscia di Gaza contro comunità vicine al confine israeliano, le Idf hanno diramato un avviso di evacuazione per i palestinesi nell'area di Gaza City da dove sono stati lanciati i razzi. In un post su X, il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano, il colonnello Avichay Adraee, ha pubblicato una mappa dell'area che verrà evacuata, affermando che si tratta di un "avvertimento finale" prima che le Idf attacchino.

L'ordine include i quartieri di Zeitoun, Tel al-Hawa e Sheikh Ijlin. Adraee invita i palestinesi a lasciare l'area e dirigersi, tramite la strada costiera, verso "rifugi noti" a sud del torrente Wadi Gaza. Durante l'attacco, rivendicato dalla Jihad islamica palestinese, sono stati lanciati due razzi, uno dei quali è stato intercettato dalle difese aeree e un secondo ha colpito l'area all'esterno di Zimrat, senza causare feriti.

Lapid attacca Netanyahu: "Avete fatto cose mai viste, come il 7/10"

Il leader dell'opposizione Yair Lapid ha replicato al discorso del primo ministro Benyamin Netanyahu alla plenaria della Knesset con parole dure: "Hai detto qualcosa su cui non posso discutere, 'stiamo facendo cose che nessun governo ha mai fatto'. È vero, come il 7 ottobre, il giorno più terribile per il popolo ebraico dalla Shoah", ha affermato. Lapid ha poi accusato il governo di aver approvato "il furto più grande nella storia del Paese", riferendosi al bilancio approvato ieri: "Avete danneggiato soprattutto chi lavora, solo per mantenere la vostra coalizione. Avete tradito i cittadini di Israele". 

Netanyahu: "Più pressione se Hamas non libera gli ostaggi"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che Israele intensificherà la sua pressione su Hamas se il gruppo militante palestinese si rifiuterà di rilasciare gli ostaggi ancora prigionieri a Gaza. "Più Hamas persiste nel suo rifiuto di rilasciare i nostri ostaggi, più forte sarà la pressione che eserciteremo", ha detto Netanyahu in Parlamento. "Lo dico ai miei colleghi della Knesset, e lo dico anche ad Hamas: questo include la confisca dei territori, insieme ad altre misure che non approfondirò qui", ha affermato. 

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Netanyahu: "La democrazia non a rischio, pericolo è il deep state"

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha dichiarato oggi alla Knesset che "la democrazia non è in pericolo, il pericolo viene dal dominio dei burocrati, il deep state". Durante il dibattito richiesto dall'opposizione, Netanyahu ha accusato "un piccolo gruppo di burocrati" di voler mantenere il potere nelle proprie mani, aggiungendo: "Per voi, il popolo non deve decidere, devono decidere i funzionari. Ma la democrazia è, prima di tutto, il governo del popolo, non quello dei burocrati, né degli ex, né degli studi televisivi che cercano di manipolare la coscienza pubblica". 

Netanyahu: "Se Hamas non libera i rapiti prenderemo i territori"

"Quanto più Hamas persisterà nel suo rifiuto di rilasciare i nostri ostaggi, tanto più forte sarà la pressione che eserciteremo. Io dico a Hamas: questo include la conquista di territori e altre cose che non approfondirò qui", ha detto il premier Benyamin Netanyahu alla plenaria della Knesset. 

Idf, due missili lanciati da Gaza: uno intercettato

Due missili sono stati lanciati da Gaza verso il territorio israeliano e uno è stato intercettato. Lo hanno riferito le forze armate israeliane, precisando che l'altro è caduto nell'area di Zimrat, vicino al confine con la Striscia.

Ministero di Gaza: "830 morti dalla ripresa dei raid dell'Idf, 50.183 da inizio guerra"

Sono almeno 830 i palestinesi che hanno perso la vita da quando è ripresa l'offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza lo scorso 18 marzo. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza City sottolineando che 38 persone sono state uccise solo nelle ultime 24 ore. Il bilancio complessivo delle vittime nella Striscia di Gaza è salito quota 50.183 morti dall'inizio della guerra il 7 ottobre 2023, aggiunge il ministero.

Timeline, il rilascio del regista Hamdan Ballal e la guerra in Medio Oriente. VIDEO

Componenti d'armi per Israele bloccati al porto di Ravenna

Oltre 13 tonnellate di pezzi metallici fermi al porto di Ravenna da giorni. Si tratta di componenti per materiale d'armamento diretto a Israele. La partita è stata bloccata dopo un sequestro preventivo d'urgenza disposto il 4 febbraio scorso perché la società che faceva da intermediaria all'esportazione del materiale sequestrato non aveva l'autorizzazione a farlo né era iscritta nel Registro nazionale delle imprese istituito presso il Ministero della Difesa. Lo riportano il Resto del Carlino di Ravenna e il Corriere di Romagna. Per il fatto, che trapela solo ora, risulta indagato l'amministratore unico della società in questione, un 57enne ingegnere di Lecco, tutelato dall'avvocato Luca Perego. Ieri mattina il collegio, formato dai giudici Cecilia Calandra, Piervittorio Farinella e Cristiano Coiro, ha esaminato la richiesta di Riesame presentata dall'avvocato Perego contro il decreto di convalida del sequestro preventivo della partita di pezzi metallici diretti a Israele e la decisione è attesa nei prossimi giorni. Il committente delle componenti è Imi System, società israeliana che opera nel settore della difesa attraverso la produzione di armi da fuoco, munizioni, equipaggiamenti e tecnologia militare. Per la difesa della società lecchese, questa avrebbe svolto un ruolo marginale, limitato alla certificazione dei pezzi che per la loro forma grezza non avrebbero consentito l'immediata identificazione o, comunque, l'identificazione del loro probabile utilizzo come componenti di armi. Da qui la mancanza delle autorizzazioni che ha fatto scattare il sequestro.

Hamas: "Gli ostaggi nelle bare se l'Idf cerca di liberarli"

Hamas ha minacciato di restituire gli ostaggi nelle bare se Israele cercherà di liberarli con la forza. L'organizzazione islamista ha assicurato di "fare tutto il possibile per mantenere in vita i prigionieri dell'occupante". "I bombardamenti sionisti a caso stanno perà mettendo in pericolo le loro vite", si legge in una dichiarazione, "ogni volta che l'occupazione cerca di riottenere i suoi prigionieri con la forza, finisce per riportarli a casa nelle bare". Hamas accusa il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, di "mentire alle famiglie dei prigionieri quando sostiene che l'opzione militare consente di riportarli a casa vivi" e di essere tornato alla guerra in virtù di una "decisione premeditata" presa sotto la pressione del ministro per la Sicurezza Nazionale, l'estremista di destra Itamar Ben-Gvir. "Netanyahu è pienamente responsabile per il fallimento dell'accordo e la comunita' internazionale e i mediatori devono fare pressione su di lui perchè fermi l'aggressione e torni sul cammino del negoziato", conclude il comunicato. 

Fatah chiede ad Hamas di lasciare il potere a Gaza

Munther al-Hayek, portavoce di Fatah a Gaza, ha chiesto a Hamas di lasciare il potere nella Striscia per non mettere a repentaglio la causa palestinese. Lo riporta l'agenzia stampa Wafa. La dichiarazione di Al-Hayek, membro della fazione rivale di Hamas, segue le proteste svoltesi ieri nel territorio palestinese, dove centinaia di persone hanno intonato slogan contro l'organizzazione islamista. Il portavoce, si legge su Wafa, "ha esortato il gruppo ad ascoltare le richieste della popolazione e farsi da parte per il bene pubblico". "Fermare lo spargimento di sangue di bambini dovrebbe essere la priorita'", ha concluso al-Hayek. 

Al Jazeera: "Secondo Save the Children, oltre 270 bambini palestinesi sono stati uccisi dagli attacchi israeliani a Gaza da quando Israele ha ripreso gli attacchi la scorsa settimana"

Futuro in Medioriente, Bettini: "Rabbia per come è condotta la guerra". VIDEO

A Gaza missile israeliano uccide corrispondente quotidiano Asahi

C'è anche il corrispondente del quotidiano giapponese Asahi Shimbun tra i giornalisti rimasti uccisi ieri nell'offensiva di Israele nella Striscia di Gaza. Si tratta del 29enne Mohammed Mansour, morto durante l'esplosione di un missile nella sua casa di Khan Younis, nel sud di Gaza, dove viveva con la moglie e il figlio neonato, le cui sorti sono ancora in fase di accertamento. Lo riferisce lo stesso giornale, mentre l'altra vittima, in base a quanto dichiarato da Al Jazeera, è il corrispondente Hossam Shabat, di 23 anni. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) affermano che Shabat era un combattente del gruppo militante palestinese Hamas, mentre non hanno fatto alcun riferimento a Mansour. In un comunicato, il quotidiano con sede a Tokyo - che ha una tiratura di oltre 3.300.000 lettori al giorno, ha dichiarato che "Gli attacchi contro i civili, compresi i giornalisti, non possono essere tollerati in nessuna circostanza", ricordando che il numero totale dei giornalisti morti a Gaza, da quando Israele ha lanciato l'offensiva militare nell'ottobre 2023, è di 208.

Abu Mazen compie 90 anni: la carriera politica del presidente della Palestina

Nato il 26 marzo 1935 a Safed, Abu Mazen è il presidente della Palestina dal 2005.  Esponente dell'ala moderata di al-Fatàh, del quale fu fra i fondatori nel 1957, entrò nell'OLP nel 1981 ed ebbe una parte di primo piano negli  accordi di Oslo del 1993. Nel 2004 prese il posto di Arafat. LEGGI L'ARTICOLO

Telefonata del presidente degli Emirati Arabi a Trump su situazione a Gaza

Telefonata del presidente degli Emirati Arabi, lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan con il presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump per discutere di come rafforzare ulteriormente i legami strategici tra le due nazioni in vari campi a sostegno di interessi comuni, lo scrive l'agenzia di stampa emiratina WAM. "Sono state esaminate una serie di questioni regionali e internazionali di interesse reciproco, con un'attenzione particolare alla situazione in Medio Oriente e agli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e mantenere la stabilità regionale. In questo contesto, lo sceicco ha sottolineato l'importanza di garantire la consegna di aiuti umanitari vitali alla popolazione di Gaza alla luce della terribile situazione umanitaria e ha ribadito il sostegno degli Emirati Arabi Uniti alla soluzione dei due stati come fondamento per una pace globale, giusta e duratura nella regione, che garantisca sicurezza e stabilità per tutti i suoi paesi e popoli.

Ue: "Israele rispetti civili e operatori umanitari a Gaza"

La commissaria europea per la gestione delle crisi, Hadja Lahbib, esprime preoccupazione per le "notizie allarmanti che emergono da Gaza, dove il personale sanitario, le ambulanze e gli ospedali sono stati ancora una volta attaccati da Israele". "Questi atti - dichiara in una nota - minano gli sforzi essenziali ed eroici degli operatori umanitari che si adoperano per salvare vite umane nel bel mezzo delle ostilità. Gli aiuti umanitari devono continuare ad aiutare le persone in condizioni di disperato bisogno. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato da tutti".    La commissaria sottolinea inoltre la necessità di "garantire la protezione di tutti i civili, compresi gli operatori umanitari e le loro sedi in ogni momento, nonché le infrastrutture civili, tra cui strutture mediche, scuole e sedi delle Nazioni Unite". "Mi unisco al sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti di emergenza Tom Fletcher nel chiedere il rispetto di tutti i civili e degli operatori umanitari", conclude.

Scoppia la protesta contro Hamas, raduni a Gaza

Gli sfollati di Gaza non ce la fanno più, mai prima d'ora hanno patito una guerra così lunga, le privazioni, il freddo, la fame e il buio. La rabbia si è consolidata una settimana dopo la ripresa dei combattimenti nelle proteste scoppiate in giornata, prima nel campo di Beit Lahia, nel nord, poi a Jabalia, infine nel sud, a Khan Younis.  Decine di video postati sui social da account palestinesi hanno mostrato i dimostranti che urlano e chiedono 'la fine della guerra',  'Hamas fuori', 'Hamas terroristi'. Su Telegram e X ha preso a diffondersi fin dalla mattina di ieri l'appello alla protesta in un messaggio: "Tutta la popolazione di Gaza si rivolga ai propri anziani, ai notabili affinché tutti scendano in piazza domani per chiedere la fine della guerra e del governo della milizia di Hamas". "Non so chi abbia organizzato la protesta", ha detto all'Afp Mohammed, un manifestante che ha rifiutato di fornire il suo cognome per paura di rappresaglie, "ho partecipato per mandare un messaggio a nome del popolo: basta con la guerra".

Undici morti in nuovi attacchi israeliani a Gaza

Undici persone, tra cui cinque bambini, hanno perso la vita nei nuovi attacchi israeliani che hanno colpito all'alba la striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera. Le operazioni delle forze armate di Tel Aviv hanno interessato diverse aree del territorio palestinese, da Rafah a Khan Younis, aggiunge l'emittente araba

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