
Germania, quanto vale il “bazooka” finanziario per il riarmo? I DATI
Il voto del Parlamento tedesco spiana la strada a un programma di spesa militare che in 12 anni potrebbe superare i 500 miliardi di euro, finanziati a deficit. Non è la prima volta tuttavia che Berlino vara piani shock per rispondere alle crisi. Anche di questo tema si è occupata la puntata di "Numeri", di Sky TG24, andata in onda il 21 marzo

GERMANIA, OK AL RIARMO
- In Germania si apre la strada per il riarmo militare. Il Senato federale ha dato luce verde alla modifica costituzionale che sblocca investimenti miliardari su difesa e infrastrutture. Quale sarà l'impatto sui conti pubblici? Anche di questo tema si è occupata la puntata di Numeri di Sky TG24 andata in onda il 21 marzo 2025

QUANTO VALE IL BAZOOKA PER LA DIFESA?
- Secondo le stime, nei prossimi anni Berlino potrebbe arrivare a spendere in difesa più di 500 miliardi di euro, oltre la metà della soglia fissata per l’intera Unione Europea dal programma ReArm EU. La riforma, voluta dal cancelliere in pectore Friedrich Merz (in foto), consentirà allo Stato di superare i limiti di spesa annuale, attualmente fissata all’1% del Pil

IL PIANO IN TRE PUNTI
- Le modifiche costituzionali votate dal Parlamento escludono infatti dal conteggio le spese che superano un punto di Pil destinate alla difesa, pari a circa 44 miliardi. Per le infrastrutture viene ancorato un fondo speciale di 500 miliardi per i prossimi 12 anni mentre ai Land - gli Stati federali tedeschi - viene concesso un ulteriore margine di indebitamento strutturale, pari allo 0,35% del Pil

QUANTI SOLDI SONO RIMASTI PER LA DIFESA?
- Stando ai dati forniti della Commissione parlamentare tedesca sulle forze armate, il fondo difesa è quasi a secco: 18 miliardi sui 100 stanziati nel 2022 dal cancelliere uscente Olaf Scholz. Come recita il Libro Bianco dell'UE, tramite la flessibilità gli Stati potrebbero mobilitare una spesa aggiuntiva in Pil fino a 1,5%

CHI FORNISCE ARMI ALL'ESERCITO TEDESCO?
- Una spinta all'incremento delle spese militari arriva dagli Stati Uniti con il segretario alla Difesa Peter Hegseth che per gli Europei fissa l'asticella al 5% del Pil per rispondere alla macchina bellica russa. Nel caso della Germania gli investimenti arriverebbero in primo luogo dalla propria industria. Come evidenzia il Kiel Institute for the World Economy, negli ultimi 4 anni il comparto difesa è sostenuto in larga misura da aziende tedesche: 63 miliardi di euro mentre solo 2,5 miliardi provengono da altri paesi Ue

LA MAPPA DEGLI STABILIMENTI
- Per il segretario generale della Nato Mark Rutte, "il prossimo obiettivo di spesa per la difesa che i Paesi dell'Alleanza decideranno sarà sopra il 3% del Pil". In vista di un incremento degli investimenti, la Germania è pronta ad aprire nuove fabbriche o a riconvertire quelle già esistenti: Berlino, Gorlitz, Unterlund, Weeze e Neuss sono le città con impianti per la produzione di armi

A QUANTO AMMONTA IL DEFICIT?
- Secondo dati del governo tedesco, negli ultimi anni la Germania ha più volte tolto il freno del debito per fronteggiare crisi di varia segno, dalla sanità all'energia. Si va dal 2,5% di deficit raggiunto nel biennio 2022-23 al 4,3% toccato in occasione della pandemia di Covid-19. In totale Berlino ha accumulato 600 miliardi di debiti, cifra analoga a quanto ipotizzato per la difesa

IL BAZOOKA GREEN
- Nell'estate 2019, il quarto governo di Angela Merkel raggiunse un'intesa per superare il tabù del pareggio di bilancio con un piano per l'ambiente

IL BAZOOKA SUL VIRUS
- Nel marzo 2020, la cancelliera annunciò un “bazooka” da 822 miliardi per fronteggiare il Coronavirus tra potenziamento degli ospedali e vaccini

IL BAZOOKA SULL'ENERGIA
- Nell’autunno 2022 è stata la volta del "bazooka" di Scholz da 200 miliardi contro il caro energia causato dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina

VERSO LA LEVA OBBLIGATORIA?
- Ma dove si concentrerebbero gli investimenti? Oltre agli armamenti, la Germania sconta oggi una carenze di truppe. Secondo i dati della Commissione parlamentare tedesca, dagli attuali 181mila effettivi ne mancano all’appello oltre 20mila unità da arruolare entro il 2031. In questo senso il problema principale riguarda la dispersione: oltre il 23% di coloro che svolgono il servizio miltare scelgono di non proseguire la carriera