
Migliaia di manifestanti hanno partecipato a una protesta contro il governo, bloccando l'ingresso principale di Gerusalemme. È di oltre 400 morti e quasi 600 feriti il bilancio dei raid sulla Striscia di Gaza, dopo che Israele ha messo fine alla tregua. Netanyahu: "È solo l'inizio, i negoziati saranno sotto il fuoco". "Hamas non ha chiuso la porta ai negoziati”, ha ribadito all’Afp un leader del movimento. Libano, casco blu Unifil ferito nell'esplosione di una mina nel sud
Netanyahu, denaro Qatar a consiglieri è "fake news"
L'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha liquidato come "fake news" lo scandalo Qatargate, che vede assistenti del capo di governo sospettati di aver ricevuto denaro dal Qatar. La magistratura ha imposto la censura sulla pubblicazione di qualsiasi dettaglio ma i media hanno riferito dell'apertura di un'indagine in merito da parte dello Shin Bet. Nel caso sarebbe coinvolto Eli Feldstein, arrestato a novembre nell'ambito di un altro caso, con l'accusa di aver fatto trapelare un documento altamente classificato alla stampa per agevolare la narrativa del governo. "Questa nuova fake news e' un disperato tentativo di fabbricare prove di un crimine inesistente", ha affermato l'ufficio di Netanyahu, mentre gli avvocati di Feldstein hanno affermato che il loro cliente non era a conoscenza del fatto che il denaro ricevuto da un uomo d'affari provenisse dal Qatar. Il leader dell'opposizione Yair Lapid ha denunciato le connessioni tra l'indagine aperta dallo Shin Bet su Qatargate e l'annunciato licenziamento del capo dell'agenzia di intelligence interna, Ronen Bar. "Non appena lo Shin Bet ha iniziato a indagare sul suo ufficio, Netanyahu ha deciso di licenziare Ronen Bar in un processo illegale", ha affermato, sostenendo che "questo licenziamento mira a ostacolare una seria indagine penale".
Netanyahu, potrebbe aprirsi fronte ampio in Cisgiordania
"Siamo consapevoli della possibilità che possa aprirsi un fronte più ampio in Giudea e Samaria (la Cisgiordania)". Lo ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu in visita alla base dei combattenti sotto copertura della Border Police della Cisgiordania, come riferisce il suo ufficio.
Amb. Israele: "Non c'era alternativa alla ripresa dei raid"
"Israele non aveva alternativa. Dobbiamo riportare a casa tutti i nostri ostaggi, i vivi e i morti. Ma Hamas ha rifiutato tutte le proposte degli Stati Uniti e non abbiamo avuto altra scelta". Lo ha detto all'ANSA l'ambasciatore di Israele in Italia, Jonathan Peled, in merito alla decisione del governo Netanyahu di riprendere la guerra nella Striscia di Gaza. "La guerra durerà finché Hamas non rilascerà gli ostaggi o si arrenderà o chiederà la ripresa dei negoziati, rifiutata alla fine del cessate il fuoco", precisa. "Certamente i familiari dei rapiti sono molto molto preoccupati, ma dovevamo scegliere tra due mali, è stata una decisione molto difficile da prendere. Non siamo riusciti a portarli tutti a casa attraverso i negoziati. Hamas, dopo 17 giorni dalla fine del cessate il fuoco, non ha voluto continuare con i rilasci. Quindi, la pressione militare è l'unico modo che abbiamo per riportarli a casa. E allo stesso tempo per impedire a Hamas di riacquistare potere nella Striscia".
Protezione civile Gaza: 436 morti dalla ripresa dei raid
Almeno 436 persone sono rimaste uccise dalla ripresa dei raid israeliani sulla Striscia di Gaza, nella notte tra lunedì e martedì. Lo riferisce all'Afp la Protezione civile di Gaza. Il portavoce del ministero della Sanità del governo di Hamas, Zaher al-Wahidi, ha confermato questo bilancio all'Afp che in precedenza aveva invece parlato di "970 morti in 48 ore" in una notizia poi annullata.
Guterres chiede indagine per membro staff Onu ucciso a Gaza
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha chiesto un'indagine per il membro dello staff delle Nazioni Unite ucciso dagli attacchi a Gaza. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq. Guterres "è profondamente addolorato e scioccato nell'apprendere della morte, condanna fermamente tutti gli attacchi al personale delle Nazioni Unite e chiede un'indagine completa".
In Italia per cure 18 minori da Gaza, molti pazienti oncologici
Diciotto minori palestinesi, per la maggior parte pazienti oncologici, che necessitano di soccorso sanitario urgente a seguito della crisi umanitaria in corso a Gaza, saranno trasferiti in Italia su due velivoli C-130J, uno dell'Aeronautica Militare e uno della Guardia di Finanza. La missione MedEvac - Medical Evacuation è realizzata nell'ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile, attivato dall'Oms ed è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile attraverso la Cross - Centrale remota per le operazioni di soccorso sanitario - di Pistoia, in collaborazione con il ministeri degli Esteri, dell'Interno, della Salute, della Difesa, Covi, Aeronautica Militare, Guardia di Finanza e le Prefetture interessate all'accoglienza dei pazienti e degli accompagnatori. "Sono stati determinanti - informa la Protezione civile - il sostegno delle ambasciate d'Italia al Cairo e a Tel Aviv e del ministero della Salute egiziano, e lo sforzo congiunto di tutto il Servizio nazionale di Protezione civile che ha consentito la realizzazione dell'evacuazione medica nel giro di pochi giorni". A bordo, insieme ai piccoli pazienti, al personale sanitario e ai volontari, sono presenti anche 29 accompagnatori e funzionari del Dipartimento. L'aereo dell'Aeronautica Militare rientrerà in Italia già in serata da Ram-On, in Israele, con a bordo 9 pazienti e 15 accompagnatori, mentre il volo di ritorno della Guardia di Finanza, con a bordo altri 9 pazienti e 14 accompagnatori, decollerà domani. Ad accogliere i pazienti saranno le aziende ospedaliere delle regioni Puglia, Campania, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia. L'operazione si aggiunge alle azioni umanitarie a sostegno della popolazione civile di Gaza già intraprese dall'Italia, con oltre 350 cittadini palestinesi evacuati, tra cui congiunti di cittadini italiani e minori bisognosi di assistenza medica.
Ambasciata Israele: "Non c'era alternativa alla ripresa dei raid"
"Israele non aveva alternativa. Dobbiamo riportare a casa tutti i nostri ostaggi, i vivi e i morti. Ma Hamas ha rifiutato tutte le proposte degli Stati Uniti e non abbiamo avuto altra scelta". Lo ha detto all'ANSA l'ambasciatore di Israele in Italia, Jonathan Peled, in merito alla decisione del governo Netanyahu di riprendere la guerra nella Striscia di Gaza. "La guerra durerà finché Hamas non rilascerà gli ostaggi o si arrenderà o chiederà la ripresa dei negoziati, rifiutata alla fine del cessate il fuoco", precisa. "Certamente i familiari dei rapiti sono molto molto preoccupati, ma dovevamo scegliere tra due mali, è stata una decisione molto difficile da prendere. Non siamo riusciti a portarli tutti a casa attraverso i negoziati. Hamas, dopo 17 giorni dalla fine del cessate il fuoco, non ha voluto continuare con i rilasci. Quindi, la pressione militare è l'unico modo che abbiamo per riportarli a casa. E allo stesso tempo per impedire a Hamas di riacquistare potere nella Striscia".
Idf, lanciata operazione di terra limitata nel sud e nel centro di Gaza (2)
I militari israeliani confermano di aver avviato "nelle ultime 24 ore" una serie di operazioni di terra nel centro e nel sud di Gaza per creare una zona cuscinetto tra la parte settentrionale e quella meridionale dell'enclave palestinese. Parte dell'operazione comprende l'ampliamento del controllo verso il centro del Corridoio Netzarim. L'obiettivo, secondo quanto reso noto, è allargare la 'zona di sicurezza'.
"Le Idf continueranno a operare contro le organizzazioni terroristiche nella Striscia di Gaza per proteggere i cittadini dello Stato di Israele", aggiungono, con l'annunciata decisione di dispiegare la Brigata Golani nella zona di responsabilità del Comando sud. L'Unità "resterà pronta per operazioni a Gaza", precisano all'indomani dei raid aerei sulla Striscia che - stando alle denunce arrivate da Gaza - hanno fatto centinaia di morti.
Media: "Usa ha toni duri con Anp ma continua a finanziarla"
L'amministrazione Trump ha inasprito i toni nei confronti dell'Autorita' Palestinese, ma continua a finanziare le sue forze di sicurezza in Cisgiordania. Lo hanno riferito al Times of Israel una fonte statunitense e una palestinese. Per andare incontro alle richieste americane, a inizio febbraio il presidente dell'Autorita' palestinese, Mahmoud Abbas, aveva revocato i sussidi alle famiglie dei detenuti nelle carceri israeliane. Ma il dipartimento di Stato la settimana scorsa ha ammonito che non basta: "Vogliamo vedere fatti e non parole". Nonostante i toni forti, le forze di sicurezza dell'Anp continuano a ricevere finanziamenti da Washington, parte dalla Cia, ma l'ammontare e' segreto, e parte dall'Ufficio per il controllo internazionale degli stupefacenti (Incle) che per l'anno fiscale 2025 dovrebbe far arrivare 47 milioni di dollari. I fondi, spiega il quotidiano, saranno sbloccati tra un mese, quando l'amministrazione avra' terminato la revisione di 90 giorni di tutti i programmi di aiuti esteri.
Idf, lanciata operazione di terra limitata nel sud e nel centro di Gaza
Truppe israeliane sono entrate nella zona del Corridoio Netzarim, prendendo il controllo di circa la metà dell'aerea, fino alla Salah a-Din Road, si legge. Le Idf confermano anche il dispiegamento della Brigata Golani nella zona sud del confine di Gaza, pronte per future azioni.
Israele, a via operazioni di terra mirate a Gaza
A quanto riporta il Times of Israel, le operazioni hanno l'obbiettivo di espandere la zona cuscinetto. Truppe della 252esima divisione sono entrate nel corridoio di Netzarim e hanno preso il controllo di meta' dell'area, fino al corridoio Filadelfia. La brigata Golani e' stata dispiegata nella parte meridionale del confine con Gaza, pronta a intervenire.
Idf, operazione di terra a Gaza, ripreso l'asse Netzarim
Il portavoce dell'Idf ha affermato che nelle ultime 24 ore l'esercito ha avviato operazioni di terra mirate nel centro della Striscia di Gaza e a sud, con l'obiettivo di "espandere l'area di sicurezza e creare un cuscinetto parziale tra la parte settentrionale della Striscia e quella meridionale". Come parte dell'operazione, le forze hanno ripreso il controllo al centro dell'asse Netzarim. Allo stesso tempo, è stato deciso che le forze della Brigata Golani sarebbero state posizionate nel settore meridionale pronte a operare.
Onu: "Morte operatore Unops non un caso; rispettare immunità"
"Non e' stato casuale, ma come minimo un incidente". Lo ha dichiarato Jorge Moreira da Silva, direttore esecutivo della missione Unops, l'agenzia Onu per progetti e servizi delle Nazioni Unite e sottosegretario generale dell'Onu, in una conferenza stampa a Bruxelles, parlando dell'attacco di questa mattina contro la residenza dell'Unops, in cui un operatore internazionale della missione di cui e' a capo e rimasto ucciso a Gaza. "L'incidente di oggi segue gli attacchi di ieri, ma anche di due giorni fa", ha specificato. "Quello che sappiamo e' che un ordigno e' stato lanciato o sparato contro le infrastrutture ed e' esploso all'interno dell'edificio. Non sappiamo in questa fase di che tipo si trattasse: se si trattasse di armi sganciate dall'aria, di artiglieria o di razzi", ha confermato Moreira da Silva. "Va sottolineato - ha aggiunto - che non si e' trattato di un'azione di rimozione di ordigni inesplosi nel luogo in cui si trovava l'esplosione, che non e' quindi correlata ad alcuna attivita' di sminamento" della missione Onu. "Gli attacchi contro le sedi umanitarie sono una violazione del diritto internazionale. Il personale delle Nazioni Unite e i suoi locali devono essere protetti da tutte le parti in conflitto", ha aggiunto. Nell'incidente, oltre alla vittima, sono rimaste ferite almeno altre 5 persone, alcune in modo grave, con ferite o perdita di "occhi e arti", ha spiegato il funzionario Onu. Non ci sono conferme, ancora, per un'altra possibile vittima, che non apparterrebbe comunque al personale delle Nazioni Unite. L'edificio, ha sottolineato ancora Moreira da Silva, "si trovava in un'area isolata e non c'erano altri edifici nelle vicinanze. Si trattava di un locale molto noto nell'area di Deir al Balah". Una struttura, ha concluso, in cui soggiorna e alloggia spesso il personale Onu e di cui l'esercito israeliano e' a conoscenza. Una zona definita "deconflicted", fuori dalle zone di conflitto, di fatto una zona franca, esclusa dalle operazioni di guerra.
Israele, a via operazioni di terra mirate Gaza
L'esercito israeliano ha annunciato l'avvio di operazioni di terra mirate a Gaza.
Idf, colpite decine di obiettivi di Hamas a Gaza in 24 ore
Idf e Shin Bet hanno attaccato decine di obiettivi di Hamas nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo riferisce l'esercito israeliano. Nell'operazione sono stati eliminati Yasser Muhammad Harb Moussa, responsabile della sicurezza dell'ufficio politico di Hamas, e Muhammad Jamassi, presidente del comitato d'emergenza del movimento. Moussa era coinvolto nella pianificazione di attacchi contro Israele ed era stato vicino a Yahya Sinwar, ucciso in ottobre. Jamassi ricopriva ruoli chiave nella leadership di Hamas e coordinava attività terroristiche. L'operazione mirava a colpire le capacità militari e governative del gruppo.
Video Katz alla gente di Gaza: "Liberate tutti gli ostaggi" (2)
"Abitanti di Gaza, questo è un ultimo avvertimento", afferma il ministro della Difesa. "Il primo Sinwar ha distrutto Gaza, il secondo Sinwar finirà di distruggerla", ha aggiunto riferendosi al leader ucciso a ottobre Yahya Sinwar, e a al fratello Mohammed Sinwar, attuale alto comandante militare di Hamas che si presume sia ancora vivo. "Gli attacchi dell'aeronautica contro i terroristi di Hamas sono stati solo il primo passo. Diventerà molto più difficile e ne pagherete il prezzo pieno", ha detto, "l'evacuazione della popolazione dalle zone di combattimento riprenderà presto", avverte Katz.
Video Katz alla gente di Gaza: "Liberate tutti gli ostaggi"
In un video rivolto alla popolazione di Gaza, il ministro della Difesa Israel Katz ha avvertito che "l'evacuazione della popolazione dalle zone di battaglia ricomincerà presto. Se tutti gli ostaggi israeliani non saranno rilasciati e Hamas non sarà espulso da Gaza, Israele agirà con forze che non avete ancora conosciuto. Accettate il consiglio del presidente Usa, restituite gli ostaggi, rimuovete Hamas e vi si apriranno altre possibilità, tra cui la partenza per altri luoghi del mondo per chi lo desidera", ha detto.
Idf: "Uccisi altri due dirigenti Hamas. Sei da ieri"
E' salito a sei il numero degli alti dirigenti di Hamas uccisi dalle forze israeliane dopo la ripresa dell'offensiva a Gaza, ieri. A riferirlo e' stato l'Idf che, sui suoi canali social, ha pubblicato un'infografica con foto, nomi e carica dei sei. Nel mirino oggi sono finiti Yasser Muhammad Harb Mousa e Muhammad al Jamasi. Mousa era "responsabile della sicurezza nell'ufficio politico di Hamas ed ex capo dell'ufficio sviluppo nel comitato esecutivo dell'organizzazione". Secondo l'Idf, Mousa "era responsabile della promozione e della direzione delle attivita' terroristiche contro Israele", stretto collaboratore tra gli altri del leader storico Yahya Sinwar. Al Jamasi era invece a capo del Comitato di emergenza di Hamas. Nei raid di ieri sono stati uccisi Essam al Diis (considerato di fatto il premier di Hamas), Mahmoud Marzouk Ahmad Abu Wutfa (responsabile dell'apparato di sicurezza interna), Ahmed Amar Abdullah Alhata (ministro della Giustizia) e Bahajat Hassan Mohammed Abu Sultan (capo delle Forze di sicurezza interna di Hamas).
Macron: "Ripresa ostilità drammatico passo indietro"
La ripresa degli attacchi decisa da Israele sulla Striscia di Gaza in violazione dell'accordo di tregua con Hamas va nella direzione sbagliata. A sottolinearlo e' stato il presidente francese Emmanuel Macron che oggi ha ricevuto a Parigi il re di Giordania Abdallah II. "La ripresa degli attacchi israeliani, nonostante gli sforzi dei mediatori, rappresenta un drammatico passo indietro", ha detto Macron. "E' drammatico per i palestinesi di Gaza, che sono di nuovo piombati nel terrore dei bombardamenti, ed e' drammatico per gli ostaggi e le loro famiglie che vivono nell'incubo dell'incertezza", ha ricordato.
Colpita residenza Onu, 1 morto e 5 feriti stranieri (3)
Secondo il Segretario generale dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi ai progetti, Jorge Moreira da Silva, l'attacco alla residenza di Deir el-Balah "non puo' essere classificato come un incidente". Parlando a Bruxelles poche ore dopo l'attacco, Moreira da Silva ha osservato che l'edificio era stato "quasi colpito" lunedi' ed e' stato nuovamente colpito ieri, dopodiche' le Nazioni Unite hanno contattato le autorita' israeliane per riconfermare che si trattava di un edificio "protetto dalle operazioni militari". "La struttura era ben nota all'esercito israeliano ed era protetta dal conflitto. Cio' significa che tutti sapevano che chiunque lavorasse al suo interno era personale delle Nazioni Unite", ha osservato, aggiungendo che la costruzione si trova in una zona isolata senza altri edifici nelle vicinanze. Il portavoce dell'ospedale Al-Aqsa, Khalil Degran, ha dichiarato ai giornalisti che tutti i dipendenti delle Nazioni Unite coinvolti avevano documenti di identita' stranieri. Sulla matrice dell'attacco, Moreira da Silva non si sbilancia limitandosi a dire che un ordigno e' stato "lasciato o lanciato" all'interno dell'infrastruttura ed e' esploso. I testimoni diretti dell'attacco, che sono "sotto shock", non hanno saputo dire se si sia trattato di una bomba, un missile o altro. La priorita', ha aggiunto, e' evacuare i cinque feriti, alcuni dei quali sono rimasti mutilati. "Quello che sta succedendo a Gaza e' impensabile. Ero a Gaza tre settimane fa, in contatto con il mio team, e ho visto la loro assoluta dedizione. Loro e il resto del personale e delle strutture delle Nazioni Unite non dovrebbero mai essere presi di mira. Gli attacchi alle strutture umanitarie violano il diritto internazionale", ha sottolineato Moreira da Silva.