I miliziani palestinesi hanno però reso noto che "la porta resta aperta" per rispettare la data di sabato prossimo per il nuovo scambio prigionieri. Intanto il presidente Usa ha detto di essere impegnato ad acquistare e controllare Gaza: un'affermazione che ha suscitato le ire di Hamas. Il premier israeliano ha dichiarato che il presidente degli Stati Uniti è "determinato" a realizzare il suo piano, definendolo "rivoluzionario"
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Hamas minaccia di sospende il rilascio degli ostaggi israeliani previsto per sabato 'fino a nuovo avviso' e accusa Israele di non adempiere agli obblighi dell'accordo. La tregua torna in bilico. In serata Hamas ha fatto sapere che 'la porta resta aperta' per rispettare la data di sabato prossimo per il nuovo scambio prigionieri ma Israele deve 'adempiere ai propri obblighi'. Per lo Stato ebraico si tratta di una 'totale violazione' del cessate il fuoco. Il ministro della Difesa Katz mette l'Idf in stato di 'massima allerta' per 'qualsiasi possibile scenario' a Gaza e al confine: 'Non torneremo alla realtà del 7 ottobre'. Donald Trump ha definito "terribile" la minaccia di Hamas di rinviare la liberazione degli ostaggi e ha promesso "un vero inferno" se non li rilascera'. I presidente americano in giornata aveva anche affermato che, in base al suo piano, i palestinesi non avrebbero alcun diritto a tornare a Gaza 'perchè avranno alloggi molto migliori'.
Approfondimenti:
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Trump: sarà un vero inferno se Hamas non libera ostaggi
Donald Trump ha definito "terribile" la minaccia di Hamas di rinviare la liberazione degli ostaggi e ha promesso "un vero inferno" se non li rilascera'.
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Medio Oriente, idea di Trump per "ripulire" Gaza: palestinesi in Egitto e Giordania
"Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto", ha detto il presidente Usa ai giornalisti, definendo Gaza un "cantiere di demolizione" e affermando che la mossa potrebbe essere "temporanea o a lungo termine".IL PIANO
Decine di famiglie palestinesi fuggono da campo Nur Shams dopo operazione Idf
Decine di famiglie palestinesi hanno abbandonato il campo profughi di Nur Shams, alle porte di Tuklarem, in Cisgiordania spinti via dall'operazione militare di Israele iniziata ieri. "Ci sono esplosioni, bombe, bulldozer. E' una tragedia. Fanno qui quello che hanno fatto a Gaza", ha testimoniato un residente, citato dall'Afp. "Le forze israeliane si sono presentate e ci hanno costretto ad andarcene, dopo che hanno iniziato a distruggere le nostre case", ha spiegato un altro. Ieri sono rimasti uccisi tre palestinesi: due donne, una delle quali incinta di otto mesi, e un giovane.
Israele manda rinforzi alle sue truppe schierate a Gaza
L'Idf ha annunciato in un messaggio su Telegram che "è stato deciso di rafforzare significativamente l'area (di Gaza) con forze aggiuntive per missioni difensive". "In base alla valutazione della situazione, è stato deciso di aumentare il livello di prontezza e posticipare il congedo per i soldati combattenti e le unità operative nel Comando meridionale", aggiunge la nota. "Il rinforzo alle truppe aumenterà la capacità di difesa nell'area e aumenterà l'allerta rispetto a vari scenari nella regione".
Manifestanti bloccano autostrada Tel Aviv
I manifestanti, che chiedono il completamento dell'accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi rimanenti, stanno attualmente bloccando l'autostrada Ayalon in direzione sud a Tel Aviv, dopo che Hamas ha dichiarato che avrebbe ritardato il prossimo scambio di prigionieri a causa delle "violazioni israeliane" dell'accordo. Secondo quanto riferito, i manifestanti stanno chiedendo che i tempi previsti dall'accordo vengano abbreviati per accelerare il ritorn di tutti gli ostaggi israeliani, poiche' gli ultimi tre rilasciati sono stati riconsegnati in Israele in cattive condizioni di salute. I manifestanti, che stanno marciando anche sul ponte di Begin Street, gridano: "Non li abbandoneremo!". Tra i manifestanti ci sono i parlamentari democratici Gilad Kariv e Naama Lazimi.
La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata
L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. IL PUNTO
Il 27 al Cairo vertice arabo di emergenza chiesto da palestinesi
L'Egitto ospiterà un vertice arabo di emergenza il 27 febbraio al Cairo, chiesto dalle autorità palestinesi - afferma una nota del ministero degli Esteri egiziano - "per affrontare i nuovi e pericolosi sviluppi nella causa palestinese". Nella nota si precisa che il vertice è stato organizzato in coordinamento con il Regno del Bahrein, Paese che attualmente presiede il vertice arabo, e il Segretariato generale della Lega degli Stati arabi, nonché dopo la consultazione e il coordinamento dell'Egitto al massimo livello con gli altri Paesi arabi.
Israele si ritira dal Consiglio dei diritti umani dell'Onu: "Ci demonizza"
In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar fa sapere di accogliere con favore "la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio". LEGGI L'ARTICOLO
Hamas: porta per scambio prigionieri sabato resta aperta
Hamas ha reso noto che "la porta resta aperta" per rispettare la data di sabato prossimo per il nuovo scambio prigionieri. "Posticipare il rilascio dei prigionieri è un messaggio di avvertimento all'occupante", afferma Hamas in una nota, spiegando di aver sospeso lo scambio 5 giorni prima "per dare ai mediatori sufficienti opportunità di fare pressione sull'occupante affinché adempia ai propri obblighi". Secondo Hamas Israele ha violato l'accordo tra le altre cose ritardando il ritorno degli sfollati di Gaza nel nord, sparando ai palestinesi, ritardando l'ingresso di forniture medie e delle attrezzature per rimuovere le macerie.
Accordo Israele-Hamas, in migliaia hanno festeggiato la tregua per le strade di Gaza. FOTO
I palestinesi hanno esultato e applaudito, mentre altri suonavano il clacson delle auto nella città meridionale di Khan Younis, quando è giunta la notizia di un accordo per il cessate il fuoco dopo 15 mesi di guerra. LE IMMAGINI
Gaza, le moschee riprese dal drone prima e dopo la guerra
Le sconvolgenti immagini della Moschea di Al-Hassan e della Grande Moschea di Gaza, a Gaza city, prima e dopo la guerra. GUARDA IL VIDEO
"Hamas, col piano Trump saltate le garanzie Usa su tregua"
I negoziatori di Hamas hanno dichiarato che le garanzie Usa per il cessate il fuoco non sono più in vigore di fronte al piano del presidente Usa Donald Trump di voler trasferire i palestinesi fuori da Gaza. Lo hanno affermato 2 fonti della sicurezza egiziana a Reuters rilanciata dal Times of Israel. I mediatori temono la rottura dell'accordo di cessate il fuoco dopo che Hamas ha annunciato il rinvio del prossimo scambio di prigionieri accusando Israele di violare la tregua. I mediatori hanno rinviato i colloqui fino a quando non sarà ricevuta una chiara indicazione dell'intenzione di Washington di continuare l'accordo a fasi.
Ben Gvir: "Dobbiamo tornare alla guerra, assaltare Gaza"
L'ex ministro israeliano ed esponente di estrema destra, Itamar Ben Gvir, ha chiesto di riprendere la guerra contro Hamas a Gaza, dopo l'annuncio di voler posticipare il prossimo scambio di prigionieri. Israele dovrebbe effettuare "un massiccio assalto a Gaza, dall'aria e dalla terra, insieme a un blocco completo degli aiuti umanitari alla Striscia, tra cui elettricità, carburante e acqua, e incluso il bombardamento degli aiuti che sono già stati portati e sono nelle mani di Hamas", ha detto su X. "Dobbiamo tornare alla guerra e distruggere!". Il partito di Ben Gvir ha lasciato il governo per protestare contro l'accordo di tregua.
Netanyahu, consultazioni con la Difesa dopo annuncio Hama
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu sta tenendo consultazioni di sicurezza con la dirigenza dell'establishment della difesa per discutere dell'annuncio di Hamas di posticipare il rilascio degli ostaggi fino a nuovo avviso. Lo afferma un funzionario al Times of Israel, aggiungendo che il premier anticiperà alla mattina la riunione del gabinetto di sicurezza programmata per domani pomeriggio.
Anp abroga indennità a famiglie dei prigionieri e martiri
L'Autorità Palestinese ha annunciato oggi che metterà fine al suo sistema di "indennità alle famiglie dei prigionieri e dei martiri", rispondendo così ad una richiesta di lunga data di Washington.. Il presidente Abu Mazen (Mahmoud Abbas) ha emesso un decreto che ristruttura il sistema di sicurezza sociale dell'Autorità Palestinese e revoca questi benefici a beneficio delle famiglie dei prigionieri detenuti da Israele e delle famiglie dei palestinesi uccisi dall'esercito israeliano, ha precisato l'agenzia Wafa. Israele ha da tempo denunciato questo sistema come un "incitamento al terrorismo".
Abbas blocca 'assegni' a famiglie detenuti palestinesi in Israele
Il leader dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mahmoud Abbas, con un decreto presidenziale ha revocato la legge che prevede il pagamento di 'assegni' ai familiari dei detenuti palestinesi nelle carceri israeliane o dei palestinesi "martiri" che hanno perso la vita o sono rimasti feriti durante operazioni contro lo Stato ebraico. Lo ha riferito l'agenzia di stampa palestinese Wafa, sottolineando che questo sistema sarà sostituito da un programma di assistenza sociale a tutte le famiglie palestinesi bisognose.
Il programma abolito da Abbas, noto anche con il nome di 'Fondo per i martiri', era da tempo sotto accusa da parte di Israele e dei Paesi occidentali che sostenevano incentivasse la violenza. La mossa del leader dell'Anp arriva in un momento in cui traballa l'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas e fa discutere la proposta del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sul futuro della Striscia di Gaza.
Hamas: "Israele viola accordo, slitta il rilascio degli altri ostaggi previsto per sabato"
Hamas ha annunciato lo slittamento del rilascio di altri ostaggi israeliani previsto per sabato "a data da definirsi" denunciando violazioni dell'accordo per il cessate il fuoco da parte di Israele che, secondo le accuse, avrebbe fra l'altro ritardato il ritorno degli sfollati nel nord della Striscia di Gaza e bloccato il flusso degli aiuti umanitari. "Nelle ultime tre settimane, la leadership della resistenza ha preso atto delle violazioni da parte del nemico e il mancato rispetto dei termini dell'accordo, incluso il ritardo nel ritorno dei profughi nel nord della Striscia di Gaza, averli presi come obiettivo di bombe e artiglieria in diverse zone della Striscia, non consentire agli aiuti umanitari di qualunque tipo di entrare nella regione come concordato mentre la resistenza ha attuato i suoi obblighi", si legge in un comunicato diffuso dall'account Telegram di Hamas in cui si chiede anche a Israele di "compensare" per le violazioni delle ultime settimane retroattivamente oltre che rispettare gli impegni presi. Hamas dice di mantenere il suo impegno ai termini dell'accordo fino a che Israele lo farà.
Hamas: "Rinviato il prossimo rilascio di ostaggi"
Hamas afferma che ritarderà il prossimo rilascio degli ostaggi israeliani "fino a nuovo avviso".