Si celebra oggi, 18 dicembre, la ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare l'opinione pubblica su accoglienza e diritti. Cade in un contesto internazionale complicato, segnato dalle guerre in Ucraina e in Medio Oriente, dal recente rovesciamento del regime di al-Assad in Siria e dalle sempre presenti instabilità del continente africano
Si celebra oggi, 18 dicembre, la Giornata internazionale dei migranti, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2000 per sensibilizzare su accoglienza e diritti, sulla base dell’aumento delle migrazioni nel mondo. Nonostante gli sforzi internazionali, la gestione ordinata del dossier è ancora lontana. All’interno dell’Unione europea, per fare un esempio, il sistema di redistribuzione degli arrivi è da sempre motivo di scontro tra gli Stati membri. Molte le incognite che restano aperte ancora oggi: la guerra in Ucraina continua a creare rifugiati in fuga dal loro Paese, così come l’instabilità di molti Stati dell’Africa e, non da ultimo, la situazione in Medio Oriente. Nelle ultime settimane si è tornati a parlare del caso siriano, dopo il rovesciamento del regime di Bashar al-Assad. La Siria è infatti già il principale Paese d'origine delle persone che cercano rifugio nell'Unione europea: 183mila soltanto nel 2023 (in Italia i siriani sono la seconda nazionalità di provenienza di chi arriva dalla rotta Mediterranea). In tutto, nel mondo, secondo i dati contenuti nell’ottava edizione del Report Il diritto d’asilo di Fondazione Migrantes, il numero di persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni nel mondo a fine anno supererà quota 130 milioni.
I migranti in Italia nel 2024
Per l’Italia, in prima linea per quanto riguarda l’accoglienza di chi arriva soprattutto via mare dai Paesi africani, il dossier migranti è sempre attuale: secondo i dati del Ministero dell’Interno, aggiornati al 16 dicembre, quest’anno sono sbarcate sulle nostre coste 64.846 persone in cerca di un futuro migliore. La maggior parte di queste sono arrivate dal Bangladesh (13.344), seguito dalla Siria (12.178). Poi ci sono Tunisia (7.669), Egitto (4.213), Guinea (3.505) e Pakistan (3.062). Nel 2023 erano sbarcati 153.585 migranti, nel 2022 a 98.709.
Crescono le domande d'asilo in Italia
La stragrande maggioranza dei migranti che arriva in Italia cerca poi di spostarsi in altri Stati, spesso riuscendoci: all’inizio di quest’anno in tutta la Penisola vivevano meno di 414mila cittadini non comunitari con permesso di soggiorno per motivi di protezione e asilo, lo 0,7% di tutta la popolazione. Nel sistema di accoglienza italiano – spiega il report di Fondazione Migrantes - ce ne sono invece 138mila, tra richiedenti asilo, rifugiati e migranti. Nei primi otto mesi del 2024 hanno chiesto una qualche forma di protezione internazionale 109mila persone, +32% rispetto all'anno precedente.
Migrantes: "Protocollo Italia-Albania inefficace e dannoso"
Fondazione Migrantes è critica sull'accordo in tema di migranti stretto tra Italia e Albania: "Mira a combattere l'immigrazione illegale attraverso la costruzione di centri di accoglienza e identificazione in Albania, finanziati dall'Italia. Questi centri hanno il compito di ospitare migranti soccorsi nel Mediterraneo per determinare la loro idoneità alla protezione internazionale, o in caso contrario, per il rimpatrio. Presentato come una 'soluzione innovativa', l'accordo, che ha una chiara funzione deterrente, ha tuttavia sollevato dubbi tra i giuristi e le organizzazioni per i diritti umani", scrivono gli autori del report.
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Fondazione Migrantes boccia il sistema di accoglienza europeo
Allargando il campo, il report sul diritto di Asilo di Fondazione Migrantes va a bocciare la riforma del Sistema europeo comune di asilo (Ceas), focalizzato sul nuovo Patto migrazione e asilo. "Nonostante la dichiarazione solenne sul diritto d'asilo come inviolabile, le recenti riforme limitano l'accesso a tale diritto. In particolare, l'introduzione di procedure accelerate e di restrizioni per chi richiede asilo alle frontiere esterne dell'Ue accentua la detenzione in aree di transito e riduce l'efficacia del ricorso legale contro il respingimento", si legge. Tra le "poche aperture positive" si mette in luce "il 'reinsediamento umanitario', che rimane però opzionale per gli Stati membri".
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La rotta del Mediterraneo
Una delle vie più battute per l'ingresso in Europa resta quella del Mediterraneo. L'Unhcr (l'Agenzia Onu per i rifugiati) spiega che dal 2013 a oggi oltre 2,6 milioni di persone lo hanno attraversato. Più di 30.400 migranti hanno perso la vita. Al mese di dicembre, dall’inizio dell’anno, gli arrivi sono stati oltre 186.500 (di cui 40.400 minori). I numeri sono in calo rispetto al 2023, quando erano arrivate 270.100 persone (64.500 minori). Per quanto riguarda le morti, il report annuale della ong Sos Humanity parla di "più di 1.600 bambini, donne e uomini annegati nel solo Mediterraneo centrale" nel 2024.
I rifugiati ucraini
I dati sopracitati, spiega l'Unhcr, non tengono però conto né della rotta Balcanica, né dei rifugiati ucraini. Si stima che dall'Ucraina siano arrivati in Europa, con numeri aggiornati a giugno 2024, quasi 4 milioni e mezzo di rifugiati.