Censis, 57% italiani teme stili di vita dei migranti. Redditi giù del 7% in 20 anni

Economia
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Introduzione

I temi internazionali che dettano l'agenda, la crisi del ceto medio che peserebbe anche sulla partecipazione al voto e le crescenti preoccupazioni per i flussi migratori: sono alcuni dei capitoli al centro 58° “Rapporto sulla situazione del Paese”, presentato oggi dal Censis, da cui emerge una società italiana turbata e in profondo cambiamento

Quello che devi sapere

Migranti, 57% italiani si sente minacciato da stili di vita diversi

  • Secondo il rapporto, "il 57,4% degli italiani si sente minacciato da chi vuole radicare nel nostro Paese regole e abitudini contrastanti con lo stile di vita italiano consolidato, come ad esempio la separazione di uomini e donne negli spazi pubblici o il velo integrale islamico". Ma c'è anche un 38,3% di nostri connazionali che si sente minacciato da chi vuole facilitare l'ingresso nel Paese dei migranti. E un 29,3% vede come un nemico chi è portatore di una concezione della famiglia divergente da quella tradizionale. Si tratta, a detta degli autori dello studio, di differenze che possono trasformarsi "in fratture e potrebbero degenerare in un aperto conflitto".

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Quasi 1,5 milioni di nuovi cittadini italiani in 10 anni

  • “Negli ultimi 10 anni sono stati integrati quasi 1,5 milioni di nuovi cittadini italiani, che prima erano stranieri". E in questo l'Italia si colloca al primo posto tra tutti i Paesi Ue per quantità di cittadinanze concesse (213.567 nel 2023). Con un numero molto più alto delle circa 181mila acquisizioni in Spagna, delle 166mila in Germania, delle 114mila in Francia e delle 92mila in Svezia

In 20 anni redditi giù del 7%

  • Dal punto di vista economico, nel nostro Paese negli ultimi 20 anni i redditi sono calati del 7%. E nell’ultimo decennio anche la ricchezza pro-capite è diminuita del 5,5%. Un processo che alla maggioranza degli italiani appare irreversibile: l’85,5% è convinto che ormai sia molto difficile risalire nella scala sociale

 

Welfare in affanno

  • L’Italia presenta una percentuale di persone a rischio di povertà prima dei trasferimenti sociali pari al 27,2% e al 18,9% dopo di essi, mentre i dati della media Ue sono pari rispettivamente al 24,8% e al 16,2%. Secondo i dati il 9,8% degli italiani maggiorenni vive in famiglie in cui il reddito non è sufficiente a coprire le spese mensili. Inoltre, l’8,4% degli italiani si trova in una condizione di povertà alimentare, il 9,5% in povertà energetica e 2,7 milioni di maggiorenni in condizione di povertà oculistica

Cresce l'occupazione giovanile. Disoccupazione al 15,4%

  • Nell'ultimo triennio gli occupati nella fascia d’età 15-29 anni raggiungono la soglia dei 3 milioni (+206.000 dal 2019), di cui circa 1,8 milioni maschi e 1,2 milioni femmine. Il primo semestre del 2024 mostra un ulteriore aumento dello 0,4% dei giovani occupati. Di riflesso, il tasso di disoccupazione giovanile si è ridotto al 16,7% nel 2023 (5,6 punti in meno rispetto al 2019). Secondo i dati più recenti del 2024 il tasso di disoccupazione giovanile è sceso al 15,4%

Le difficoltà del ceto medio e l'astensionismo

  • Alle difficoltà del ceto medio si sta accompagnando la messa in discussione dei grandi valori unificanti del passato modello di sviluppo, come il valore irrinunciabile della democrazia e della partecipazione, un conveniente europeismo e atlantismo. È riprova di questo "il ritrarsi dalla vita pubblica, con un tasso di astensione che alle ultime elezioni europee del 2024 ha toccato un livello mai raggiunto prima nella storia repubblicana, pari al 51,7%, non dimenticando che alle prime elezioni dirette del Parlamento europeo, nel 1979, l'astensionismo si fermò al 14,3%", evidenzia il Censis

Il peso degli eventi internazionali

  • Mai come in passato la bussola della politica italiana è legata allo scacchiere internazionale, non a caso per il 49,6% degli italiani il futuro sarà condizionato dal cambiamento climatico e dagli eventi atmosferici catastrofici, ma anche per il 46% dagli esiti della guerra in medio oriente e dal rischio (45,7%) di crisi economiche e finanziarie globali

 

L'istruzione

  • In tema di istruzione emerge che la mancanza di conoscenze di base "rende i cittadini più disorientati e vulnerabili". In termini di apprendimento non raggiungerebbe l'auspicato traguardo per la lingua italiana il 24,5% degli alunni al termine del ciclo di scuola primaria, il 39,9% al terzo anno della scuola media e il 43,5% all'ultimo anno della scuola superiore (dato che negli istituti professionali sale vertiginosamente all'80%)

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