Migranti, in Albania centri in stile Porto Empedocle: come funzionano i rimpatri veloci

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La prima nave della Marina Militare con a bordo 16 migranti è in arrivo nel porto di Schenjin e la scommessa del governo è replicare la procedura di rimpatri accelerati avviata per la prima volta a inizio settembre. Anche di questo tema si è occupata la puntata di "Numeri" di Sky TG24, andata in onda il 15 ottobre 2024

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Mentre a Lampedusa proseguono gli sbarchi, con oltre mille arrivi nelle ultime ore e l'hotspot di nuovo sotto pressione, in Albania è arrivata la nave della Marina Militare con a bordo 16 migranti che inaugura di fatto le attività dei due centri di accoglienza frutto dell'accordo tra Roma e Tirana. Per il governo la scommessa è replicare la procedura di rimpatri accelerati applicata per la prima volta nei confronti di due migranti tunisini ospitati nel Cpr di Porto Empedocle. Anche di questo si è occupata la puntata di Numeri, approfondimento di Sky TG24, andata in onda il 15 ottobre.

Nel 2024 flussi in calo

Nel 2024 il flusso di sbarchi è diminuito rispetto all’anno scorso quando gli arrivi a fine anno erano stati circa 155mila. A calare sono in particolare gli arrivi dalla Tunisia. Secondo i dati Unhcr, quest’anno le partenze dalle coste del Paese nordafricano sono state 16mila, circa 75mila in meno rispetto al 2023 (90mila). Il governo di Tunisi fa sapere che nei primi 5 mesi di quest’anno sono 53mila i migranti “bloccati” alla frontiera prima di imbarcarsi verso l’Italia. Ciononostante, la questione migratoria resta una priorità anche per l'esecutivo Ue guidato da Ursula Von Der Leyen che ha istituito un commissariato ad hoc per il Mediterraneo. "Dovremmo continuare a esplorare possibili strade da percorrere riguardo all'idea di sviluppare centri di rimpatrio al di fuori dell'Ue, soprattutto in vista di una nuova proposta legislativa sui rimpatri", ha scritto Von Der Leyen in una lettera ai 27 leader del Consiglio Europeo.

Come funzionano i rimpatri accelerati

Per il governo il funzionamento dei centri è direttamente proporzionale alla gestione dei rimpatri. L'obiettivo è arrivare a procedure accelerate della richiesta d'asilo che in tempi rapidi portino ad una decisione. I centri in Albania assomigliano ai Cpr attivi in Italia come quello di Porto Empedocle (Agrigento) tra gli ultimi ad essere costruito. Dopo mesi di rigetti da parte dei giudici e una modifica normativa, ad inizio settembre è avvenuto il primo rimpatrio accelerato di un migrante tunisino che era sbarcato a Lampedusa il 19 agosto precedente. Il 3 settembre l'uomo è stato trasferito al Cpr di Porto Empedocle e il 5 è stato rimpatriato in Tunisia da dove segue il procedimento. Una decisione simile ha riguardato anche un secondo ospite.

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procedura accelerata a porto empedocle
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Piantedosi: "Procedure accelerate efficaci"

Alla notizia dei primi due rimpatri, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi aveva definito - in un post su "X" - la procedura accelerata di frontiera come uno "efficace strumento di contrasto all'immigrazione irregolare". Resta tuttavia da capire se sarà possibile replicare l'iter anche nei due centri accoglienza in Albania dove vige la giurisdizione italiana. Sul punto non mancano i dubbi a partire dal ruolo dei giudici chiamati a decidere "da remoto" in concerto con i legali. Un altro punto critico è il concetto di "Paese sicuro", precondizione essenziale per arrivare al rimpatrio lampo.

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