Migranti, dall'Italia alla Germania: i rimpatri restano un problema di tutta l'Ue
Le capitali europee continuano a non riuscire a eseguire la stragrande maggioranza degli ordini di espulsione di stranieri verso i loro Paesi di origine, anche quando si tratta di Stati sicuri. Succede a Roma come a Berlino e Parigi. A sottolineare come il problema sia di tutta l'Unione europea è la scelta della Svezia di accordare ai migranti che rimpatriano volontariamente una somma che dal 2026 arriverà a 34mila dollari. Anche di questo si è parlato nella puntata di "Numeri" andata in onda il 26 settembre
- Il tema dei migranti resta tra i più spinosi in Ue: è uno dei dossier su cui si sono soffermati il premier Meloni e il cancelliere tedesco Scholz nel colloquio telefonico del 26 settembre. Il capo del governo di Berlino, ha spiegato Palazzo Chigi, "ha illustrato le ragioni alla base della recente decisione tedesca di reintrodurre i controlli di frontiera con gli Stati membri confinanti e le ulteriori iniziative introdotte per contrastare gli arrivi irregolari". Si è deciso di mantenere uno "stretto raccordo" sul tema
- Tra le capitali europee si torna poi a parlare di rimpatri ed espulsioni, anche sulla scia di episodi cronaca come il recente omicidio di una ragazza 19enne a Parigi. Il presunto killer, 22 anni, era di nazionalità marocchina e avrebbe dovuto essere espulso dal Paese: era stato condannato per uno stupro nel 2019. E ancora una volta emerge quanto sia difficile eseguire i rimpatri. Anche di questo si è parlato nella puntata di Numeri andata in onda il 26 settembre
- Restando in Francia, l’ultimo dato disponibile (relativo al 2022) ci dice che gli ordini di espulsione per stranieri che si trovano illegalmente nel Paese restano non eseguiti nel 93,1% dei casi
- Nemmeno la Germania riesce a eseguire i rimpatri come e quanto dovrebbe. Perché succede? Per vari motivi. Innanzitutto, tra tutti i migranti che andrebbero rimpatriati una buona parte è di nazionalità ignota: non si sa nemmeno dove andrebbero rimandati. Moltissimi altri casi risultano classificati come "non eseguibili" per diverse cause, da motivi di salute del migrante a intoppi burocratici o legali. E anche quando i rimpatri sono possibili, pochissime volte ci si riesce
- In Italia la situazione non è molto diversa. Dal 2013 al 2022 sono 186mila gli ordini di espulsione rimasti non eseguiti. Soltanto 44mila i migranti espulsi
- Questo succede anche nel caso di Paesi di origine considerati "sicuri" per i migranti e dove quindi il rimpatrio dovrebbe essere piuttosto semplice. Ne è un esempio il caso della Guinea. Su 22mila persone arrivate da lì negli ultimi 4 anni, solo 5 sono state rimpatriate
- I Paesi con cui per gli Stati Ue è più facile procedere con il rimpatrio sono Georgia, Albania, Moldova, Turchia e India
- A sottolineare come il problema sia di tutti i Paesi Ue è la scelta della Svezia di accordare ai migranti che rimpatriano volontariamente una somma che dal 2026 arriverà al corrispettivo di 34mila dollari