Una Germania che chiude i confini ai migranti è un problema per l'Europa?

La Germania vara una nuova linea dura sui migranti. E andrà valutato se il vero obiettivo del governo del cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz sia, come annunciato, un contenimento del crimine o, piuttosto, una risposta alla crescente pressione del partito di estrema destra Alternative für Deutschland le cui richieste di maggior fermezza sul contrasto all’immigrazione hanno contribuito agli ottimi risultati in Turingia e Sassonia nelle recenti elezioni amministrative. Formalmente, la Germania ha invocato l'Articolo 25 degli accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione Europea. L’articolo prevede che, qualora esista una minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna di uno Stato membro, quest'ultimo può eccezionalmente ripristinare i controlli di frontiera. Le nuove regole recentemente approntate dal governo entreranno in vigore da oggi e per i prossimi sei mesi su tutti i confini terrestri della Germania. La polizia tedesca avrà facoltà di fermare auto e persone in entrata, controllarne i documenti e respingere eventuali immigrati irregolari. Le giustificazioni del governo La ministra dell’Interno Nancy Faeser, compagna di partito di Scholz, lo ha detto chiaramente: "Vogliamo ridurre ulteriormente l'immigrazione irregolare", ha affermato Faeser. "A tal fine, stiamo adottando misure che vanno oltre i provvedimenti precedentemente in vigore". Faeser ha espresso questa volontà a poca distanza dall’attentato di Solingen, in cui tre persone sono state uccise a coltellate il 24 agosto scorso ad opera di un immigrato siriano la cui domanda di asilo era stata respinta. L’episodio era stato fortemente criticato dall’Afd, che nelle scorse settimane ha più volte puntato il dito contro il governo formato da Spd, Verdi e Liberali, accusandolo di debolezza nel contrasto al terrorismo. E ha contribuito a spingere i partiti di governo alla stretta, in un contesto che vede sondaggi sempre più negativi per i membri della coalizione “semaforo” a un anno dal voto per il rinnovo del Bundestag. Nessun partito di governo ha superato la doppia cifra nei voti dei Lander di Turingia e Sassonia, dove Afd si è classificata rispettivamente prima e seconda. Con le elezioni in un terzo Land orientale, il Brandeburgo, previste per il 29 settembre, che prevedono di riservare un analogo copione, il tempismo della mossa appare motivato dalla volontà politica di rispondere a timori crescenti nella società tedesca per i problemi legati all’immigrazione e alla sicurezza. Di cui Afd si è fatta portavoce. La Germania è sempre meno aperta. E per l’Europa è un problema Raphael Bossong, esperto di politica migratoria europea presso l'Istituto tedesco per gli affari internazionali e la sicurezza, ha dichiarato a Deutsche Welle che l’efficacia delle misure adottate dall’esecutivo appare incerta: “È difficile pensare che questo tipo di controlli selettivi farà davvero una grande differenza in termini di riduzione dei numeri di migranti irregolari o di cattura di potenziali terroristi”. Problematico, invece, il messaggio che l’iniziativa manda all’Europa. La Germania appare sempre “meno aperta”, e questo crea un precedente in un continente fondato sulla libera circolazione delle persone e delle merci. Se è vero che da tempo si parla della necessità di un approccio comune all’immigrazione, lo è anche il fatto che sempre di più i singoli Paesi tendono ad agire per conto proprio, aggirando le norme comunitarie. E se a farlo è la Germania, paese fondatore del blocco e dal peso specifico enorme per il suo ruolo politico, economico e diplomatico, il rischio è di infliggere un duro colpo all’ideale di un’Europa sicura e senza barriere. E di confermare, anziché contrastare, la visione politica di un’Europa atomizzata di cui si fanno portavoce partiti come Afd. Con chiare conseguenze per le prospettive elettorali dei partiti di governo, non solo in Germania.

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