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Esplosione cercapersone Hezbollah, da accuse a Israele a ricostruzioni: cosa sappiamo

Mondo
©Ansa

Lo scoppio simultaneo di migliaia di cercapersone in dotazione a esponenti di Hezbollah in Libano e Siria ha provocato almeno 18 morti e 4mila feriti. Il gruppo ha incolpato Israele e promesso vendetta, mentre l'esercito israeliano non ha commentato. L’esplosivo sarebbe stato piazzato dal Mossad nei dispositivi prima che venissero consegnati e l’operazione sarebbe avvenuta ora per paura di essere scoperti. La taiwanese Gold Apollo dice che i cercapersone sarebbero stati prodotti in Europa ma società ungherese nega

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Il giorno dopo l’esplosione simultanea di migliaia di cercapersone in dotazione a esponenti di Hezbollah in Libano e Siria, che ha provocato almeno 18 morti e circa 4 mila feriti, crescono sempre di più i sospetti (e le accuse) che dietro lo scoppio ci sia Israele. L’esplosivo, secondo alcune fonti, sarebbe stato piazzato dal Mossad nei dispositivi prima che venissero consegnati. Hezbollah ha incolpato Israele per le esplosioni, mentre l'esercito israeliano ha rifiutato di commentare. Ecco cosa sappiamo su quanto successo (GLI AGGIORNAMENTI LIVE).

La reazione di Hezbollah

Ad accusare Israele è prima di tutto il gruppo sciita sostenuto dall'Iran. Il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah, ha fatto sapere il gruppo, terrà un discorso giovedì. Nasrallah parlerà alle 17 locali (le 16 in Italia) in un discorso che affronterà "gli ultimi sviluppi", ha affermato Hezbollah. Miliziani libanesi del gruppo, intanto, hanno dichiarato che “continueremo come in tutti i giorni passati con le nostre benedette operazioni a sostegno" della Striscia di Gaza. "Questo percorso è in atto e separato dalla dura resa dei conti che il nemico criminale deve attendere per il suo massacro" di ieri, ha aggiunto Hezbollah in una dichiarazione rilasciata su Telegram. Anche l'Iran ha condannato Israele. Il rappresentante della Repubblica islamica all'Onu Saeed Iravani, durante una sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha definito la detonazione coordinata dei cercapersone un "cyber attacco terroristico", aggiungendo che "il regime di Israele deve essere ritenuto responsabile di tale aggressione e di tale crimine efferato".

epa11610037 Paramedics transport an injured person to the American University of Beirut Medical Center (AUBMC) after an incident involving Hezbollah members' wireless devices in Beirut,  Lebanon, 17 September 2024. According to Lebanon s state news agency, several  wireless communication devices (pagers) were detonated using advanced technology.  Hundreds of people with various injuries have been arriving at Lebanese hospitals, according to the Lebanese Public Health Emergency Operations Center of the Ministry of Public Health.  EPA/WAEL HAMZEH

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L’esplosivo

Continuano, intanto, i tentativi di ricostruire quanto successo. Secondo il New York Times, che cita alcune fonti americane, Israele avrebbe messo l'esplosivo nei cercapersone venduti a Hezbollah: l'esplosivo sarebbe stato posizionato vicino alla batteria di ogni dispositivo e attivato tramite un messaggino. Inoltre, riporta il quotidiano americano, i cercapersone che Hezbollah aveva ordinato alla taiwanese Gold Apollo - che dice che a realizzarli è stata un’azienda in Europa che ha il diritto di usare il marchio, che però nega di averli prodotti - sarebbero stati manomessi prima di raggiungere il Libano. La maggior parte dei cercapersone era del modello AP924, anche se nella spedizione erano inclusi anche altri tre modelli. I dispositivi erano programmati per emettere un segnale acustico di diversi secondi prima di esplodere. Ne sono stati ordinati più di 3.000 cercapersone. Non è chiaro né quando sono stati ordinati né quando sono arrivati in Libano. L'ipotesi più accreditata è che il materiale esplosivo sia stato inserito nei cercapersone prima della loro consegna e del loro utilizzo in una sofisticata infiltrazione nella catena di fornitura.

Ambulances are surrounded by people at the entrance of the American University of Beirut Medical Center, on September 17, 2024, after explosions hit locations in several Hezbollah strongholds around Lebanon amid ongoing cross-border tensions between Israel and Hezbollah fighters. Hundreds of people were wounded when Hezbollah members' paging devices exploded simultaneously across Lebanon on September 17, in what a source close to the militant movement said was an "Israeli breach" of its communications. (Photo by ANWAR AMRO / AFP)

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Il Mossad

Secondo Sky News Arabia, l'attacco su larga scala è stato possibile perché l'agenzia di spionaggio del Mossad è entrata in possesso dei dispositivi di comunicazione di Hezbollah prima che venissero consegnati al gruppo terroristico. Secondo la fonte, l'agenzia di spionaggio israeliana avrebbe posizionato una quantità di Petn, un materiale altamente esplosivo, sulle batterie dei dispositivi e li ha fatti esplodere aumentando la temperatura delle batterie da lontano. Il Wall Street Journal ha riferito che alcuni membri di Hezbollah avevano sentito i loro cercapersone surriscaldarsi e li avevano eliminati prima della serie di esplosioni. Al Jazeera, citando una fonte della sicurezza libanese, spiega che il peso dell'esplosivo inserito in ogni dispositivo era inferiore a 20 grammi e che i cercapersone fatti saltare in aria erano stati importati cinque mesi fa. È in corso un'indagine su come è stata attivata la carica esplosiva, ha aggiunto la fonte.

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Gold Apollo

Intanto, Gold Apollo ha fatto sapere di non aver prodotto i cercapersone utilizzati dai militanti di Hezbollah che ieri sono esplosi: sono stati realizzati, ha spiegato la società di Taiwan in una nota, dal partner ungherese Bac Consulting Kft. La società ungherese, però, ha negato di aver prodotto i cercapersone esplosi ma dice di aver svolto solo una funzione di mediazione. Cristiana Barsony-Arcidiacono, ad della Bac Consulting, ha confermato al giornale online ungherese telex.hu di aver collaborato con la società di Taiwan Gold Apollo, ma ha negato di aver prodotto i dispositivi. "Non sono stata io a fabbricare i cercapersone, sono solo una mediatrice. Credo abbiate frainteso questa cosa", ha detto. Qualche ora prima, il fondatore dell'azienda Gold Apollo Hsu Ching-Kuang aveva ribadito che i dispositivi incriminati erano stati realizzati da un'azienda in Europa che aveva il diritto di usare il marchio di Gold Apollo. "Il prodotto non era nostro. Aveva il nostro marchio", ha detto Hsu. "Gold Apollo è stata una vittima dell'incidente, siamo un'azienda responsabile e quanto accaduto è molto imbarazzante", ha aggiunto. I cercapersone AR-924, quindi, secondo Gold Apollo sarebbero stati prodotti da Bac Consulting KFT, azienda con sede nella capitale ungherese. "Secondo l'accordo di cooperazione, autorizziamo Bac a utilizzare il nostro marchio per la vendita di prodotti in regioni designate, ma la progettazione e la produzione dei prodotti sono di esclusiva responsabilità di Bac", ha precisato Gold Apollo. L’azienda ha aggiunto che è in vigore da tre anni un accordo di autorizzazione all'utilizzo del suo marchio con la compagnia ungherese. "Questa azienda ha collaborato con noi e rappresenta molti dei nostri prodotti - ha detto Hsu -. Volevano anche realizzare cercapersone e mi hanno chiesto se potevano usare il marchio della nostra azienda".

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L’operazione

Tornando all’esplosione, l'Associated Press ha scritto che Israele ha informato gli Stati Uniti riguardo all’operazione dopo la sua conclusione. Riguardo alle tempistiche, tre funzionari statunitensi avrebbero rivelato a Axios che Israele ha deciso di far esplodere i cercapersone dei membri di Hezbollah in Libano e Siria per timore che la sua operazione segreta potesse essere scoperta dal gruppo. "È stato un momento 'use it or lose it'”, ha detto un funzionario Usa descrivendo il ragionamento che Israele ha comunicato agli Stati Uniti in merito alla tempistica dell'attacco. Un ex funzionario israeliano a conoscenza dell'operazione, poi, ha detto che i servizi segreti israeliani avevano pianificato di usare i cercapersone con trappole esplosive come colpo di apertura a sorpresa in una guerra totale per cercare di paralizzare Hezbollah. Ma negli ultimi giorni, scrive ancora Axios, i leader israeliani hanno iniziato a preoccuparsi che Hezbollah potesse scoprire i cercapersone manomessi. Il premier Benyamin Netanyahu, i suoi ministri e i capi delle Idf e intelligence, quindi, avrebbero deciso di usare il sistema ora piuttosto che correre il rischio che venisse scoperto da Hezbollah, ha detto un funzionario statunitense.

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