Introduzione
Nel pomeriggio di oggi, 17 settembre, si sono registrate diverse esplosioni di ricetrasmittenti in Libano e Siria. A esplodere sarebbero stati i cosiddetti ‘cercapersone’ utilizzati da membri di Hezbollah. Secondo le autorità sanitarie le esplosioni avrebbero causato almeno 18 morti e 4mila persone ferite, di cui 200 in modo grave. Il leader Hasa Nasrallah non sarebbe rimasto ferito. Un funzionario di Hezbollah citato dai media israeliani - che ha voluto mantenere l'anonimato - ha affermato che dietro le esplosioni "c'è il nemico Israele". Hezbollah ha accusato Israele della "totale responsabilità" per le esplosioni, e avvertito che ci sarà una "giusta punizione”.
Secondo il Wall Street Journal, i cercapersone esplosi facevano parte di una nuova fornitura che l'organizzazione sciita libanese aveva appena ricevuto. Un esponente di Hezbollah ha precisato che questi dispositivi erano in dotazione a centinaia di operativi del gruppo, ipotizzando che un malware potrebbe aver causato il surriscaldamento e la loro esplosione. Non è comunque ancora chiaro cosa abbia causato l'esplosione dei cercapersone: c'è anche l'ipotesi di cariche di esplosivo inserite nei dispositivi e fatte detonare a distanza.
Quello che devi sapere
Che cosa è successo
- Oggi in diverse località del Libano e in Siria si sono registrate esplosioni di ricetrasmittenti utilizzate dai membri di Hezbollah. Almeno tre esponenti del gruppo sarebbero rimasti uccisi. A esplodere sarebbero stati i cosiddetti ‘cercapersone’ utilizzati dai miliziani. Un funzionario di Hezbollah citato dai media israeliani - che ha voluto mantenere l'anonimato - ha affermato che dietro le esplosioni "c'è il nemico Israele". Le autorità sanitarie hanno fatto sapere che le esplosioni hanno causato almeno 18 morti e 4mila feriti di cui 200 gravi.
- Hezbollah ha accusato Israele della "totale responsabilità" per le esplosioni, e avvertito che ci sarà una "giusta punizione”. Il leader Hasa Nasrallah non sarebbe rimasto ferito nell'attacco.
- Il governo israeliano ha tenuto una riunione d'emergenza. Il premier Benjamin Netanyahu ha preso le distanze da un collaboratore che ha lasciato intendere sui social che ci sarebbe Israele dietro l'ampio attacco coordinato.
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Il video di un’esplosione
- In un breve video, diffuso sui social network poco dopo l’attacco, si vede un uomo a una cassa distratto dal bip del cercapersone e subito dopo investito dall'esplosione del dispositivo attaccato alla cintura. La cassiera e un'altra persona vengono anch'essi colpiti dalla deflagrazione. Il filmato sembra ritrarre una delle decine di esplosioni causate da un attacco contro membri di Hezbollah.
Per approfondire:
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L’allerta negli ospedali
- Il ministero della salute libanese ha messo in allerta gli ospedali del Paese, per accogliere i numerosi feriti dell'attacco che avrebbe fatto esplodere decine di cercapersone nella periferia sud di Beirut, nel sud del Libano e nella valle orientale della Bekaa. Hezbollah ha invitato i suoi membri, seguaci e familiari delle vittime dell'attacco odierno a non diffondere pubblicamente immagini dei feriti negli ospedali del Libano. Il timore del partito armato libanese è che Israele possa identificare le vittime e nuovi potenziali obiettivi. Il ministero della Salute ha invitato a donare il sangue.
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Attacco a Hezbollah, Libano, Iran e Hamas accusano Israele. Usa: "Noi non informati"
I cercapersone di Hezbollah
- L'analista militare Elijah Magnier ha dichiarato ad Al Jazeera che Hezbollah fa molto affidamento sui cosiddetti cercapersone per evitare che Israele intercetti le comunicazioni dei suoi membri e ha ipotizzato che questi dispositivi potrebbero essere stati manomessi prima di essere distribuiti tra i membri di Hezbollah. "Questo non è un sistema nuovo, è stato usato in passato. Quindi in questo caso c'è stato il coinvolgimento di una terza parte per consentire l'accesso e per attivare da remoto l'esplosione", ha affermato. Secondo fonti della sicurezza israeliana citati da Channel 12, i cercapersone esplosi in Libano e a Damasco erano l'ultimo modello usato dagli Hezbollah da pochi mesi.
WSJ: cercapersone esplosi nuova fornitura
- I cercapersone in dotazione a militanti di Hezbollah esplosi facevano parte di una nuova fornitura che l'organizzazione sciita libanese aveva appena ricevuto: a riferirlo è il Wall Street Journal, che cita persone a conoscenza della questione. Un esponente di Hezbollah ha precisato che questi dispositivi erano in dotazione a centinaia di operativi del gruppo, ipotizzando che un malware potrebbe aver causato il surriscaldamento e la loro esplosione. La stessa fonte di Hezbollah ha affermato che alcune persone hanno sentito i cercapersone riscaldarsi e se ne sono liberati prima che esplodessero.
Cosa ha causato le esplosioni
- Non è comunque ancora chiaro cosa abbia causato le esplosioni: secondo un esperto di munizioni in passato parte dell’esercito britannico - citato dalla BBC - è possibile che i cercapersone siano stati riempiti con una piccola quantità di esplosivo, nascosto dentro false componenti elettroniche. Le cariche sarebbero state attivate tramite un segnale. L’agenzia di stampa nazionale parla di “diversi strumenti di comunicazione wireless sono stati fatti detonare usando una tecnologia avanzata”.
“Attacco preparato da tempo”
- Secondo Elijah Magnier, esperto di intelligence e di tecnologie militari, a lungo basato a Beirut e con più di 30 anni di esperienza in teatri di guerra in tutta la regione, l’attacco sarebbe stato preparato da tempo ed è la dimostrazione delle elevate capacità israeliane di operare nell'ambito dello spionaggio industriale, mettendo a nudo l'incapacità del movimento di Hezbollah di mettere in sicurezza i suoi quadri.
L’ipotesi di attacco alla “supply chain”
- Secondo un altro esperto di sicurezza, Dmitri Alperovitch, gli attacchi alla supply chain rappresentano una preoccupazione crescente nel mondo della sicurezza informatica: di recente si sono verificati numerosi attacchi informatici di alto profilo, causati da hacker che hanno ottenuto l'accesso ai prodotti mentre erano in fase di sviluppo. Ma questi attacchi sono solitamente limitati al software. Gli attacchi alla supply chain hardware sono molto più rari perché implicano l'acquisizione del dispositivo stesso. Se si fosse trattato davvero di un attacco alla supply chain, avrebbe comportato - sottolinea Alperovitch - "un'operazione su vasta scala per aprire i cercapersone in un ambiente simile a quello di una fabbrica e manometterli segretamente in qualche modo".
“Un messaggio prima dell’esplosione”
- La rete libanese Mtv ha riportato che “un messaggio è arrivato sui dispositivi prima dell'esplosione”. Un altro media, 'Al-Hadth', ha invece confermato che i cercapersone esplosi erano "dell'ultimo modello adottato da Hezbollah negli ultimi mesi".
"La più grave violazione della sicurezza"
- Secondo quanto riportato da Haaretz, un funzionario di Hezbollah - che ha voluto mantenere l'anonimato - ha affermato che l'esplosione dei cercapersone è stata "la più grande violazione della sicurezza" a cui il gruppo abbia mai assistito in quasi un anno di guerra con Israele.
Netanyahu prende le distanze dall'attacco
- Uno stretto collaboratore e portavoce storico del primo ministro Benjamin Netanyahu ha lasciato intendere sui social che ci sarebbe Israele dietro l'ampio attacco coordinato in cui i cercapersone di membri di Hezbollah sono esplosi contemporaneamente. L’ufficio del premier però ha preso le distanze.
Onu: “Sviluppi preoccupanti”
- L'Onu in serata ha dichiarato che "gli sviluppi in Libano sono estremamente preoccupanti, considerando il contesto molto instabile" e ha deplorato le vittime civili. Ora l'establishment della sicurezza israeliana stima che l'escalation non sia lontana e prevede che Hezbollah si stia preparando a lanciare un'operazione militare.
Ferito l’ambasciatore dell’Iran
- Nell’attacco, secondo quanto riportato da Haaretz, sarebbe rimasto ferito anche l'ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani. Secondo la tv saudita al Hadath tra i feriti per le esplosioni di cercapersone in Libano ci sono anche alti comandanti di Hezbollah e il loro entourage.
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