M.O, dopo attacco chiusi valichi Giordania. Netanyahu: “Ideologia assassina Iran"

Tre israeliani sono morti in un attacco al valico di Allenby. Le vittime sono tre uomini sulla cinquantina. L'attentatore è stato "eliminato", fa sapere l'Idf. Il primo ministro israeliano ha detto che "il braccio più forte dell'Iran è Hezbollah in Libano. Ho incaricato l'Idf di prepararsi a cambiare questa situazione". Hezbollah ha lanciato dei razzi contro una città nel nord di Israele come rappresaglia per un attacco che avrebbe ucciso tre operatori della protezione civile nel sud del Libano

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Tre israeliani sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco in un attacco al valico di Allenby, al confine con la Giordania. Lo hanno reso noto fonti del servizio di soccorso, secondo cui le vittime sono tre uomini sulla cinquantina. L'attentatore è stato "eliminato", fa sapere l'Idf.

Hezbollah ha affermato di aver lanciato dei razzi contro una città nel nord di Israele come rappresaglia per un attacco che, secondo il ministero della Salute libanese, ha ucciso tre operatori della protezione civile nel sud del Libano. Secondo Al Jazeera quattro palestinesi sono rimasti uccisi nel bombardamento israeliano di una casa nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia.


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Sciiti di stampo zaydita, controllano ormai da anni la capitale yemenita Sana'a. Dietro di loro c'è l'Iran, alleato ideologico, religioso e militare. Negli ultimi mesi sono entrati nel conflitto contro Israele accanto ad Hamas. Quasi ogni giorno, le forze yemenite hanno sparato contro navi cargo e petroliere dirette, innescando la decisione degli Usa di creare la coalizione marittima Prosperity Guardian e la missione Aspides dell'Ue per proteggere la navigazione in quel tratto di mare. L'APPROFONDIMENTO

Idf: "Due razzi sono stati lanciati da Gaza verso Ashkelon"

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Idf, ostaggi morti nel tunnel erano in condizioni disumane

L'Idf ha comunicato alle famiglie dei 6 ostaggi uccisi in un tunnel di Hamas a Rafah i risultati delle prime indagini sulle condizioni della prigionia e sulle circostanze della morte, rivelando che si trovavano in condizioni disumane. Lo riporta l'emittente televisiva israeliana Channel 12. Gli ostaggi - riferisce l'emittente - erano tenuti in un cunicolo stretto e angusto, a 20 metri di profondità, dove avevano difficoltà a stare in piedi, e solo due di loro potevano distendersi contemporaneamente. Il tunnel era privo di prese d'aria, rendendo la respirazione difficile. I ragazzi non avevano accesso a servizi igienici o docce, e ricevevano bottiglie d'acqua utilizzate sia per lavarsi che per bere. Il cibo era scarso, e sono stati trovati in condizioni di totale abbandono. Secondo l'autopsia eseguita dall'Istituto di medicina legale, che ha rilevato ferite da arma da fuoco alla testa, gli ostaggi, già in grave stato di abbandono, sono stati giustiziati pochi giorni prima dell'arrivo dell'Idf. Nel tunnel sono state trovate diverse barrette proteiche, un generatore e una piccola torcia che non funzionava sempre. Inoltre, le forze di sicurezza hanno recuperato una scacchiera, articoli di cancelleria e quaderni, che sono stati consegnati alle famiglie. 

Chi sono i coloni israeliani in Cisgiordania e perché gli insediamenti sono illegali

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In Israele arrestati 116 manifestanti per ostaggi e tregua

Almeno 116 persone sono state arrestate in Israele nella sola giornata di oggi per aver partecipato alle manifestazioni di protesta per la liberazione degli ostaggi e la tregua a Gaza, secondo l'organizzazione che dà supporto alla protesta, citata dal Jerusalem Post.  Le manifestazioni, cresciute in partecipazione e intensità dopo la morte di sei ostaggi, uccisi a sangue freddo da Hamas e per la cui morte viene data la colpa al governo Netanyahu, colpevole di non volere fare passi verso la pace, si sono susseguite per tutta la settimana. Fra domenica e lunedì scorsi gli arresti erano stati 85. 

Giordania, Amman indaga sulla sparatoria al valico di confine

Il ministero degli Interni giordano ha annunciato di avere già aperto le indagini sulla sparatoria al valico di frontiera di Allenby, che collega la Giordania con la Cisgiordania occupata, che ha provocato la morte di tre israeliani e dell'autista del camion che avrebbe aperto il fuoco. In una breve dichiarazione, il ministero ha detto che "le autorità hanno iniziato a indagare sulla sparatoria attraverso il Ponte Re Hussein", così infatti è conosciuto e chiamato il valico di Allenby in Giordania. Non sono tuttavia emersi ulteriori dettagli da parte delle autorità giordane su quanto accaduto oggi anche se la televisione di Stato del regno ha riferito che la Direzione della sicurezza giordana ha chiuso il Ponte Re Hussein dal lato giordano del confine, mentre le autorità israeliane hanno fatto lo stesso dalla loro postazione a questo valico e a tutti gli altri valichi da Israele in Giordania. Una decisione che impedisce per ora l'accesso al traffico - dei passeggeri e del commercio in entrambe le direzioni. Stando a quanto dichiarato dall'esercito israelianoun uomo alla guida di un camion, identificato come Maher al-Jazi, "è sceso dal mezzo e ha aperto il fuoco contro le forze di sicurezza israeliane che operavano sul ponte". Sempre l'IDF ha reso noto che le tre vittime erano "civili israeliani", identificati come Yohanan Schuri, Yuri Birenbaum e Adrian Marcelo Podzamczer e residenti di insediamenti israeliani in Cisgiordania illegali secondo il diritto internazionale. L'autista del camion è stato eliminato poco dopo. 

Media: "Morto in un raid dell'Idf il capo dei servizi di soccorso a Gaza"

Il Gruppo di difesa civile palestinese, dedito ai soccorsi fra le macerie dei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, afferma che il suo vice direttore, Mohammed Morsi, è rimasto ucciso in un raid dell'Idf sul campo profughi di Jabaliya, a nord-est di Gaza City. Lo riporta il Guardian, che aggiunge che nella sua abitazione colpita hanno perso la vita anche quattro membri della sua famiglia. L'Idf, scrive il Guardian, non ha commentato.

Rivelazioni della Bild, l'Idf avvia un'indagine interna

L'Idf ha annunciato di aver avviato un'indagine interna dopo che alcuni documenti recuperati nella Striscia di Gaza sono stati fatti arrivare alla stampa estera in un apparente tentativo di influenzare l'opinione pubblica sui negoziati per gli ostaggi. Nel fine settimana, un articolo del quotidiano tedesco Bild ha affermato che un documento di Hamas trovato sul computer del leader Yahya Sinwar mostrava le tattiche del gruppo terroristico per fare pressione su Israele e bloccare i negoziati sugli ostaggi.

I presunti contenuti del documento, che sostengono che Hamas sta cercando di dividere l'opinione pubblica israeliana e che il gruppo terroristico non vuole raggiungere un accordo in tempi brevi, sono quasi identici ai punti espressi dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu in recenti interviste e conferenze stampa.

L'IDF afferma che il documento citato dalla Bild è stato trovato a Gaza circa cinque mesi fa e non è stato scritto da Sinwar stesso, ma piuttosto da un ufficiale di Hamas di medio livello. La fuga di notizie - sottolinea l'esercito - costituisce un grave reato e sarà oggetto di indagini”.

Borrell: "Restiamo impegnati con Israele per la pace"

"Il mio intento di visitare Israele, presentato alle sue autorità in linea con la prassi diplomatica, riflette l'impegno dell'Ue a continuare il coinvolgimento verso una risoluzione dell'attuale crisi e la ripresa del processo di pace". Lo afferma all'ANSA l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, dopo aver modificato i suoi piani di recarsi a Tel Aviv a causa dell'indisponibilità del ministro degli Esteri Israel Katz. "La mia squadra ha ricevuto una risposta per cui non era possibile in questa occasione a causa di problemi di agenda, cosa che comprendiamo perfettamente", sottolinea Borrell impegnato da oggi a giovedì in una missione in Egitto e in Libano, indicando che "date le difficili circostanze, e in linea con i ripetuti appelli dei leader Ue, compresi quelli sul rischio di un'escalation regionale, sia il mio ruolo che la mia volontà sono di rimanere impegnato anche con le autorità israeliane".  Il capo della diplomazia Ue ricorda quindi di aver accolto Katz su suo invito per il Consiglio Ue Affari esteri di gennaio e di essere al lavoro per organizzare un Consiglio di associazione Ue-Israele ad hoc.

L'Anp discute con Egitto la situazione nella striscia di Gaza

Il primo ministro e ministro degli Affari Esteri dell'Autorità Nazionale palestinese, Mohammad Mustafa, ha incontrato oggi a Ramallah  l'ambasciatore egiziano Ihab Suleiman per discutere degli ultimi sviluppi della guerra in corso nella Striscia di Gaza. Lo riferisce l'agenzia Wafa. L' incontro ha anche affrontato i piani per la ricostruzione di Gaza, e la situazione dei palestinesi Gazati curati negli ospedali egiziani. Mustafa ha lodato gli sforzi dall'Egitto, elogiando il sostegno alla causa palestinese in tutti i forum internazionali. 

Salta la visita di Borrell in Israele, Katz indisponibile

L'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, ha valutato l'opzione di una visita in Israele e in Cisgiordania nel quadro della sua missione in Medio Oriente, al via oggi in Egitto, ma il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, non era disponibile nelle date proposte. E' quanto si apprende da fonti Ue.   Borrell aveva notificato alle autorità israeliane la sua intenzione di recarsi in Israele dopo essere stato invitato dall'istituto Van Leer, una ong pro-pace, a tenere un discorso in questi giorni a Tel Aviv. La richiesta è però stata declinata per problemi di agenda dal ministro, che ha suggerito di posticipare il viaggio. 

Onu, mozione palestinese chiede il ritiro di Israele dalla Cisgiordania e da Gerusalemme est

La delegazione palestinese all'Onu ha presentato una bozza di risoluzione all'Assemblea Generale, che dovrebbe essere votata la prossima settimana, in cui si chiede a Israele di attuare le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja. A renderlo noto è la missione israeliana alle Nazioni Unite, citata dal Times of Israel. 

La risoluzione chiede il ritiro di Israele dai Territori entro sei mesi, la fine degli insediamenti e "il ritorno dei palestinesi alla loro terra”, oltre all'applicazione di sanzioni agli alti funzionari israeliani e il blocco delle vendite di armi a Israele che potrebbero essere utilizzate nelle aree palestinesi.

La bozza chiede anche che non vengano più istituite ambasciate a Gerusalemme. L'ambasciatore delle Nazioni Unite Danny Danon ha dichiarato che, se approvata, la bozza sarà "una ricompensa per il terrorismo e un messaggio al mondo che il barbaro massacro di bambini, lo stupro di donne e il rapimento di civili innocenti è una mossa fruttuosa". "Sia chiaro", ha detto, "nulla fermerà o scoraggerà Israele nella sua missione di riportare tutti gli ostaggi e sconfiggere Hamas".

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