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Meloni a Pechino: "La Cina non ha convenienza a sostenere la Russia"

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La premier parla dell'incontro di ieri con il presidente Xi Jinping rispondendo ai giornalisti e ribadisce: "Spero che ci si renda conto che questa nazione può giocare veramente un ruolo dirimente. La Cina lavora sempre per la convivenza pacifica tra i popoli". E sul Libano: "Molto preoccupata per il rischio di un'escalation regionale"

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"Con il presidente Xi Jinping il dibattito è stato ampio e chiaramente ha coinvolto anche tutte le materie dell'agenda internazionale, è stato un confronto franco, trasparente, rispettoso su tutte le materie sulle quali la Cina rimane un interlocutore indispensabile, dalla guerra di aggressione russa all'Ucraina, alle tensioni che si vanno moltiplicando, dal governo dell'intelligenza artificiale fino alla riforma del Consiglio di sicurezza dell'Onu, alle questioni climatiche". Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un punto stampa a Pechino, il giorno successivo all'incontro con il presidente cinese. "Insomma", spiega la premier, "sono moltissime le materie che abbiamo trattato e lo abbiamo fatto con trasparenza, con lealtà, con franchezza. Penso e spero che possa essere utile per ingaggiare un interlocutore che è sicuramente molto molto importante in questa fase".  

"Chiari con la Cina, smetta di sostenere la Russia"

"Sicuramente noi siamo stati abbastanza chiari nel porre la questione" del sostegno della Cina alla Russia, "provando a ragionare insieme su quali siano gli interessi che ciascuno ha", ha detto Meloni: "Io penso che la Cina non abbia alcuna convenienza in questa fase a sostenere la capacità industriale russa, anche se come sappiamo non interviene direttamente, è evidente che questo crea una frizione perché lo abbiamo scritto in tutti i modi possibili e immaginabili e lo abbiamo ribadito e io spero che ci si renda conto che questa nazione può giocare veramente un ruolo dirimente, è il commento della premier a proposito dell'incontro con Xi Jinping rispondendo alle domande della stampa italiana a Pechino, sottolineando che "il presidente Xi diceva ieri che la Cina lavora sempre per la convivenza pacifica tra i popoli, ecco mi piacerebbe che si facessero dei passi in questo senso". 

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epa11505549 A handout photo made available by the Chigi Palace Press Office shows Chinese President Xi Jinping (R) shaking hands with Italian Prime Minister Giorgia Meloni (L) during their meeting in Beijing, China, 29 July 2024. Meloni is on her first official visit to China until 31 July 2024.  EPA/FILIPPO ATTILI/ PALAZZO CHIGI PRESS OFFICE HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES
Giorgia Meloni a Pechino. - ©Ansa

"Preoccupata per il Libano. Serve moderazione"

Parlando di quanto sta succedendo sul fronte della guerra in Medioriente, Meloni ha detto di essere "molto, molto preoccupata per quello che sta accadendo in Libano, per il rischio di una escalation regionale, proprio mentre sembrava che ci potessero essere degli spiragli e anche questo è un elemento che va valutato", ha detto la premier nel corso del punto stampa a Pechino.  "Chiaramente  - ha  spiegato - sono in contatto con il ministro degli Esteri, sono in contatto con il governo, sono in contatto con gli alleati, bisogna continuare a passare messaggi di moderazione in questa fase. La Cina sicuramente anche qui può essere un interlocutore molto importante visiti i solidi rapporti che esistono con Teheran, con Riad. Sicuramente nel lavoro per la normalizzazione nei rapporti particolarmente tra Paesi Arabi e Israele, la Cina è un interlocutore molto importante".  

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"Rapporti con l'Ue non stanno peggiorando"

Interpellata sui rapporti con Bruxelles nel corso del punto stampa, Meloni ha dichiarato: ."Non vedo ripercussioni negative per l'Italia, non ritengo che i rapporti con la Commissione europea stiano peggiorando. Io e la Commissione europea abbiamo discusso" del report sullo stato di diritto "e del resto la lettera che io ho inviato non è una risposta alla Commissione europea o a un momento di frizione con la Commissione europea, è una riflessione comune sulla strumentalizzazione che è stata fatta di un documento tecnico nel quale mi corre l'obbligo di ricordare che gli accenti critici non sono della Commissione Europea". Così la presidente del Consiglio interpellata sui rapporti con Bruxelles nel corso di un punto con la stampa italiana a Pechino.

"Nuovo approccio alternativo alla Via della Seta"

Il Piano d'azione siglato tra Italia e Cina "è un approccio alternativo alla Via della Seta. Io ho sempre detto che non condividevo l'ingresso italiano nella Via della Seta, la mia è stata una scelta di coerenza, ho sempre detto che la presenza italiana nella Via della Seta non era l'unico modo per avere rapporti e anche per far crescere i nostri rapporti con la Cina", ha continuato Meloni. "Del resto, come ho raccontato tante volte - riprende - noi eravamo l'unica nazione tra le grandi nazioni dell'Europa occidentale a far parte della Via della Seta, ma non eravamo la nazione che aveva il migliore interscambio con la Cina, tutt'altro. Ci sono altre nazioni dell'Europa, tra le principali nazioni europee, che hanno un volume di investimenti cinesi che è molto più alto. Ho sempre detto che - ricorda - si poteva uscire dalla Via della Seta e nello stesso momento ricostruire un rapporto di collaborazione più intensa con la Cina ed è esattamente quello che ho fatto".

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