Meloni a Pechino, oltre la via della seta

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Andrea Bonini

Andrea Bonini

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A pechino l’incontro Meloni / Xi dopo l’abbandono italiano degli accordi firmati nel 2019. Pronti a cooperare di più, ma da Pechino reclamano dimostrazioni di sincerità. L’avvio del percorso di ricucitura comincia oggi

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Pechino a fine luglio e’ una città martoriata dal caldo e dall’umidità. Bella e vibrante ma non come in altre stagioni, quando si può stare seduti lungo i fiumi cittadini a godersi il luccichio dei grattacieli che si riflettono sull’acqua. Un po’ come i rapporti tra Italia e Cina in questo momento. 

Preparata in oltre un anno di lavoro, rinviata più volte, Giorgia Meloni arriva da Xi Jin Ping per chiudere le “incomprensioni” - così le definisce la stampa locale - per il mancato matrimonio sulla “Via Della seta”. I due presidenti si incontrano per 90 minuti. Mezz’ora in più del previsto, sottolineano dallo staff di Palazzo chigi. L’incontro va bene ma una cosa appare chiara: non sarà’ con questo viaggio che la situazione tornerà come prima. 

Oggi si consuma una tappa di quello che dovrà essere un percorso in cui l’Italia dovrà “dimostrare sincerità” nel voler cooperare con la Cina. Un messaggio ripetuto dallo stato maggiore del governo cinese, confermando una amarezza di fondo per quell’intesa stracciata, che qui non è ancora stata del tutto superata.

Una nuova spinta

Per provare a dare una spinta al rafforzamento dei rapporti si firma un piano di azione triennale con cui ci si impegna ad un maggior coordinamento delle rispettive strategie di sviluppo, approfondendo la cooperazione in vari campi.

Una formula che di fatto lascia ancora “pending” quello che realmente sarà.

La Cina non fa mistero del proprio rammarico per ciò che non si è fatto, inserendo in ogni resoconto la convinzione che Cina e Italia "dovrebbero sostenere e promuovere lo spirito della Via della Seta", tesoro condiviso" da entrambi i Paesi. 

Palazzo Chigi pone l'accento sull'importanza di una cooperazione equilibrata, mutualmente vantaggiosa e basata sulla reciproca fiducia.

La Cina "accoglie con favore le aziende italiane che investono" nel Paese "ed è disposta a importare più prodotti italiani di alta qualità", ma chiede "che l’Italia fornisca anche un ambiente imprenditoriale equo, trasparente, sicuro e non discriminatorio affinché le aziende cinesi possano svilupparsi in Italia". 

Incisi che confermano che il lavoro per dare quel “nuovo impulso” di fatto comincia oggi.

China's President Xi Jinping (R) walks with Italy's Prime Minister Giorgia Meloni (L) for a meeting at the Diaoyutai State Guesthouse in Beijing on July 29, 2024.  (Photo by Vincent Thian / POOL / AFP)

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I temi 

Sul tavolo del colloquio anche i grandi temi della situazione geopolitica internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina, con la Cina che potrebbe giocare un ruolo determinante nella ricerca di una soluzione al conflitto.

"Dobbiamo affrontare i dossier aperti - insiste Meloni - "partendo dai rispettivi punti di vista per ragionare insieme di come garantire stabilità e pace". 

“I Paesi devono sviluppare "collaborazione e unità - risponde Xi - oppure si ritireranno nella chiusura e nella divisione". 

Anche qui pronti a collaborare, ma come e in che modo si vedrà.

C’è un punto che potrebbe rendere tutto più semplice: trovare il modo di migliorare le relazioni con l’Europa. Pechino soffre i nuovi dazi sulle auto decise da Bruxelles. 

Xi auspica che l'Italia svolga "un ruolo costruttivo nella promozione del dialogo e della cooperazione Cina-Ue e nello sviluppo positivo e stabile delle relazioni" tra Pechino e l'Unione europea. 

L’Italia si dice pronta a farlo, con un risultato su questo fronte che compenserebbe davvero l’amarezza per quel matrimonio naufragato sulla via della seta.

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