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Guerra Gaza, l'Idf: "Abbiamo quasi smantellato Hamas a Rafah"

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Medioriente, Borrell: alto rischio escalation con Libano
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Medioriente, Borrell: alto rischio escalation con Libano
00:01:40 min

"Ci stiamo chiaramente avvicinando al punto in cui possiamo dire di aver smantellato la Brigata Rafah", ha detto il capo di Stato maggiore Herzi Halevi. "La fase più intensa della guerra a Rafah sta per finire. Avremo la possibilità di spostare parte delle forze a nord", ha aggiunto Netanyahu in un'intervista a Channel 14, riferendosi alla battaglia contro Hezbollah. Otto persone sono morte in un attacco aereo israeliano che ha colpito una scuola vicino alla città di Gaza, utilizzata per distribuire aiuti

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"Ci stiamo chiaramente avvicinando al punto in cui possiamo dire di aver smantellato la Brigata Rafah, che è sconfitta non nel senso che non ci sono più terroristi, ma nel senso che non può più funzionare come unità combattente". Lo ha detto il capo di stato maggiore Herzi Halevi in una riunione nell'area di Rafah.

"La fase più intensa della guerra a Rafah sta per terminare. Avremo poi la possibilità di spostare parte delle forze a nord e lo faremo. Prima e soprattutto a scopo difensivo e in seconda battuta per riportare gli sfollati alle loro case", ha aggiunto il premier  Benjamin Netanyahu, in una intervista a Channel 14, riferendosi alla battaglia contro Hezbollah. 

Otto persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite ieri in un attacco aereo israeliano che ha colpito una scuola vicino alla città di Gaza, utilizzata per distribuire aiuti. Lo riportano i media internazionali, citando fonti palestinesi. Il raid avrebbe centrato parte di un istituto gestito dall'Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). L'esercito israeliano ha affermato da parte sua che il sito era stato utilizzato dall'Unrwa ma ad oggi veniva usato da militanti di Hamas e della Jihad islamica, aggiungendo di aver preso misure precauzionali prima del bombardamento per ridurre il rischio di danni ai civili. L'Unrwa comunica che sta esaminando i dettagli dell'attacco segnalato prima di fornire ulteriori informazioni. 


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Blinken chiede a Israele di evitare escalation Libano

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto di impegnarsi per evitare un'ulteriore escalation in Libano durante i colloqui con il ministro della Difesa israeliano. Blinken "ha sottolineato l'importanza di evitare un'ulteriore

escalation del conflitto e di raggiungere una risoluzione

diplomatica che permetta alle famiglie israeliane e libanesi di

tornare alle loro case", ha dichiarato il portavoce del

Dipartimento di Stato Matthew Miller.

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Amb. Israele al Cairo: 'si tratta, ma la tensione è molto alta'

"Proseguono incessanti i contatti diplomatici per la pace a Gaza, ma la tensione in questo momento è molto alta": lo ha detto all'ANSA l'ambasciatrice israeliana al Cairo, Amira Oron, a margine di un evento promosso dall'Ordine di Malta al Cairo al quale ha partecipato una trentina di ambasciatori e vari rappresentanti di organizzazioni internazionali. "Si stanno facendo molti sforzi - ha detto  la diplomatica - soprattutto, in questo momento, nei confronti di Hamas, ma la tensione è molto alta". La principale preoccupazione di Israele - ha detto - è per il centinaio di ostaggi ancora nelle mani dei "terroristi" a fronte di una proposta di accordo allo studio in cui Israele "ha inserito concessioni senza precedenti". Grande attenzione - ha assicurato - viene data ai rapporti con l'Egitto, "nostro partner fondamentale a cui siamo legati da un accordo di pace". Tuttavia "sugli aiuti deve capire che non si può portare a Gaza qualunque cosa". Dall'altro lato del confine egiziano, c'è preoccupazione per una futura governance, della Striscia e, tanto per cominciare, anche della Rafah occupata, "di cui Hamas pretende di riconquistare il controllo". E una soluzione a due Stati? "La politica è più complicata di come si vuol far credere - afferma Oron, precisando che scopo di Israele non è "la conquista di Gaza" ma "l'eliminazione dei terroristi che minacciano Israele da decenni".

Le Maldive vieteranno l'ingresso nel Paese ai cittadini israeliani

Il provvedimento - che non è chiaro quando entrerà in vigore - è una   reazione alla guerra di Israele nella Striscia di Gaza; intanto il   ministero degli Affari Esteri di Israele ha raccomandato ai propri   cittadini "di evitare qualsiasi viaggio alle Maldive". LA DECISIONE

Israele, missile anticarro dal Libano al kibbutz Manara

Il portavoce dell'esercito israeliano ha riferito di un missile anticarro lanciato dal Libano al kibbutz Manara.   Il kibbutz ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che ci sono stati gravi danni a un edificio colpito dal missile anticarro. 

Biden: "sconvolto da scontri a sinagoga di Los Angeles"

Joe Biden è rimasto "sconvolto" dagli scontri avvenuti domenica attorno a una sinagoga a Los Angeles, dove si erano radunati manifestanti pro-Palestina. "Sono sconvolto - ha commentato - dalle scene avvenute fuori dalla sinagoga Adas Torah. Intimidire gli ebrei è pericoloso, da incoscienti, antisemitico e antiamericano". "Gli americani - ha aggiunto - hanno diritto a manifestare in modo pacifico, ma bloccare l'accesso a un luogo di culto e scatenare violenze non è mai accettabile".

Gli Usa condannano il video con un palestinese legato sul cofano: "Idf conduca inchiesta rapida"

Gli Stati Uniti condanno il video "scioccante" che mostra un palestinese ferito legato sul cofano di un veicolo militare israeliano in Cisgiordania. "Questa pratica è assolutamente inaccettabile - ha detto il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller - esseri umani non devono essere usati come scudi umani. L'idf deve indagare in modo rapido quello che è successo e individuare i responsabili". 

Israele, cos'è la Nakba palestinese del 1948: storia e significato

Con questo nome si indica l'esodo forzato di 700mila arabi palestinesi   dai territori occupati nel corso della prima guerra arabo-israeliana. L'APPROFONDIMENTO

Medioriente, Borrell: "Alto rischio escalation con il Libano". VIDEO

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Medioriente, Borrell: alto rischio escalation con Libano
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Usa: "Continuato impegno militare Israele a Gaza è ricetta per proseguire il conflitto"

"Un continuato impegno militare a Gaza è solo la ricetta per un continuato conflitto, instabilità e insicurezza per Israele". Così il portavoce del dipartimento di Stato, Matthew Miller, esprime le perplessità di Washington di fronte alle dichiarazioni di Benjamin Netayahu che ha detto che Israele dovrà mantenere un generalizzato controllo di sicurezza su Gaza una volta conclusa la guerra e la capacità di entrare nella Striscia quando è necessario per impedire un ritorno di Hamas.

La questione israelo palestinese, cos'è e come è nata

L'attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele ha  riacceso i  riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e  su cui  non si riesce a trovare una soluzione. Anche se, negli anni,  qualche  tentativo è stato fatto. IL FOCUS

Cos'è Hamas, l'organizzazione che si scontra da oltre 30 anni con Israele

Fondata nel 1987, affonda le radici negli anni Settanta e nei Fratelli   Musulmani nati in Egitto. Oltre a un'ala militare, il Movimento di   Resistenza Islamica che controlla (anche se non completamente) la   Striscia di Gaza, possiede un braccio politico-sociale. Ma non mancano   le divisioni interne nell'organizzazione paramilitare palestinese. LA SCHEDA

Usa: "Ci opponiamo a controllo militare di Gaza dopo guerra"

Gli Stati Uniti "si oppongono all'idea di un controllo militare israeliano della vita dei civili palestinesi a Gaza" dopo la guerra. Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano in un briefing con la stampa a proposito di una serie di dichiarazioni del premier d'Israele Benyamin Netanyahu.

Blinken a Gallant: "Serve un piano per il dopo guerra"

"Antony Blinken ha sottolineato al ministro della Difesa israeliano che Israele deve proporre un robusto piano per il dopo guerra a Gaza". Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano in un briefing con la stampa a proposito dell'incontro a Washington tra il segretario di Stato americano e Yoav Gallant. Blinken "ha anche parlato della necessità di aumentare gli aiuti umanitari alla popolazione palestinese" e ha "ribadito il sostegno americano alla sicurezza di Israele".

Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente

Il  28 maggio Spagna, Norvegia e Irlanda hanno formalizzzato il  riconoscimento dello Stato di Palestina, il 30 è stata la volta della  Slovenia. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa dei membri  Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e  Stati Uniti. QUALI SONO

Famiglie di tre ostaggi diffondono video del loro rapimento

Le famiglie di 3 ostaggi israeliani nelle mani di Hamas hanno autorizzato la diffusione di un video con le terribili immagini del rapimento dei loro congiunti il 7 ottobre. Si tratta di Hersh Goldberg-Polin (23 anni), Or Levy (33) e Eliya Cohen (26), rapiti da miliziani armati della fazione da un rifugio dove si erano riparati dove essere fuggiti dal Festival musicale Nova nei pressi del kibbutz Beeri a ridosso di Gaza. Nel video si possono vedere i miliziani lanciare bombe nel rifugio per far uscire i tre, costringendoli a salire su un pick up e urlando "Allahu akbar".

Israele: "Intercettati due razzi lanciati da Gaza nord"

L'esercito ha intercettato due razzi lanciati dal nord di Gaza verso il sud di Israele. Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che sono stati intercettati dal sistema di difesa aereo. 

Netanyahu: "Fermeremo l'Iran a qualsiasi prezzo"

"A qualsiasi prezzo e in qualsiasi modo fermeremo le intenzioni dell'Iran di distruggerci". Lo ha detto alla Knesset il premier israeliano Benjamin Netanyahu in dichiarazioni rilanciate dai media locali.

Netanyahu: "No alla fine della guerra senza la liberazione degli ostaggi e la distruzione di Hamas"

"Non porremo fine alla guerra fin quando non riporteremo a casa tutti gli ostaggi" e "finché non avremo eliminato Hamas e fatto tornare gli abitanti del sud nelle loro case, al sicuro". Lo ha detto alla Knesset il premier israeliano Benjamin Netanyahu in dichiarazioni riportate dai media israeliani. 

Il capo dell'Idf: "Abbiamo quasi smantellato Hamas a Rafah"

"Ci stiamo chiaramente avvicinando al punto in cui possiamo dire di aver smantellato la Brigata Rafah, che è sconfitta non nel senso che non ci sono più terroristi, ma nel senso che non può più funzionare come unità combattente". Lo ha detto il capo di stato maggiore Herzi Halevi in una riunione nell'area di Rafah - nel sud della Striscia - di valutazione della situazione con il comandante del fronte sud Yaron Finkelman. 

Smotrich: "La Cisgiordania sia parte integrante di Israele"

Integrare la Cisgiordania nello Stato di Israele. E' il piano che il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha confermato durante una riunione di Sionismo Religioso, il partito di estrema destra di cui è leader. "Intendo rendere la Giudea e la Samaria (la Cisgiordania, ndr) parte integrante di Israele", ha affermato Smotrich, secondo quanto riferito dal quotidiano Haaretz.

"Stabiliremo prima la sovranità in Giudea e Samaria sul territorio, poi attraverso la legislazione. Intendo legittimare gli insediamenti emergenti", ha aggiunto, sottolineando che la "missione" della sua vita è "ostacolare la creazione di uno Stato palestinese".

Ieri Smotrich ha confermato l'autenticità del contenuto di una registrazione audio pubblicata venerdì dal New York Times sui suoi sforzi per annettere la Cisgiordania. In un incontro con i coloni del 9 giugno, Smotrich ha affermato, secondo la registrazione, che "il governo di Netanyahu è impegnato in un piano segreto per cambiare il modo in cui governa la Cisgiordania, per rafforzare in modo irreversibile il controllo di Israele su di essa senza essere accusato di annessione ufficiale".

Netanyahu: "Resta il nostro sostegno al piano accolto da Biden"

"Siamo impegnati a sostenere la proposta israeliana accolta con favore dal presidente Biden. La nostra posizione non è cambiata". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu intervenendo alla Knesset. "Vi prometto - ha detto - 3 cose: la prima è che non finiremo la guerra finché non avremo indietro i  nostri ostaggi, vivi o morti. La seconda, che non contraddice la prima, è che non vi porremo fine finché non elimineremo Hama e finchè non riporteremo sani e salvi i residenti del sud e del nord alle loro case". "La terza - ha concluso - è che ad ogni costo e in ogni modo, contrasteremo le intenzioni dell'Iran di distruggerci". 

Calovini: "La soluzione è due Popoli e due Stati"

"L'obiettivo dell'Italia è due popoli e due stati ma questo può avvenire dopo un duplice riconoscimento ed in un contesto di pace che ad oggi non c'è. L'Italia, insieme agli alleati del G7 e ai paesi europei si è sempre attivata per cercare soluzioni che possano portare stabilità all'interno della zona mediorientale ed è quello che il nostro Governo ha fatto bene fino ad oggi e che deve continuare a fare. Il Governo italiano è chiamato a collaborare con i partner internazionali per coordinare e promuovere iniziative per una pace negoziata e duratura tra Israele e Palestina nonché a sostenere nelle sedi europee e internazionali iniziative finalizzate al riconoscimento dello stato di Palestina, nel quadro di una soluzione negoziata e basata sulla coesistenza di due stati sovrani, democratici, che possano riconoscersi reciprocamente e vivere fianco a fianco in pace e sicurezza. Siamo, dunque, convinti che solo col dialogo, la cooperazione internazionale e un impegno concreto sul campo si possa costruire un futuro di pace e di sicurezza per tutti i popoli in Medioriente. Fughe in avanti o azioni politiche unilaterali potrebbero avere oggi una forte eco mediatica ma non andrebbero nella direzione auspicata da tutti. Oggi abbiamo bisogno di dialogo, responsabilità, di pace e di sicurezza. Ne abbiamo bisogno in ogni parte del mondo, soprattutto in quell'area". Lo dichiara il deputato di Fratelli d'Italia Giangiacomo Calovini, capogruppo in commissione Esteri alla Camera. 

Media, oltre 100 israeliani portano in tribunale l'Unrwa

Più di 100 israeliani, vittime degli eventi del 7 ottobre, intenteranno una mega causa presso il tribunale federale di New York contro l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa). Lo ha riferito Ynet secondo cui l'accusa presentata contro l'Unrwa è di "aver partecipato all'assistenza al genocidio, a crimini contro l'umanità, a torture e stupri sistematici commessi da Hamas in quel mese".  Ditza Hyman (84 anni) - rilasciata dalla prigionia di Hamas come parte dell'accordo l scorso novembre - ha detto, citata dalla stessa fonte, che "il terrorista che mi ha tenuto per 53 giorni lavorava come insegnante in una scuola dell'Unrwa". Altra accusa è che "i terroristi usavano i fondi e le strutture dell'Unrwa per scopi violenti". 

Israele, Netanyahu parlerà al Congresso Usa il 24 luglio

"L'incontro bipartisan e bicamerale simboleggia la relazione duratura tra Stati Uniti e Israele e offrirà al primo ministro Netanyahu l'opportunità di condividere la visione del governo israeliano per difendere la democrazia, combattere il terrorismo e stabilire una pace giusta e duratura nella regione". Così il presidente della Camera repubblicana, Johnson, ed il leader della minoranza al Senato, McConnell, in una dichiarazione congiunta". LEGGI L'ARTICOLO

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Palestinese legato sul cofano di un veicolo dell'Idf, la Germania chiede "chiarimenti"

"Chiarimenti e conseguenze" sono stati chiesti dal governo tedesco per il video, diffuso nei giorni scorsi dalle emittenti satellitari arabe, che mostra un palestinese ferito legato al cofano di un veicolo militare israeliano nel nord della Cisgiordania.

Una portavoce del ministero degli Esteri di Berlino ha affermato che il video è stato "difficile da sopportare", mentre le Idf hanno spiegato che i militari responsabili hanno agito "contro i protocolli dell'esercito". La portavoce ha aggiunto di essere consapevole che questo comportamento rappresenta una violazione della condotta delle Idf, sottolineando che il governo tedesco ora si aspetta "chiarimenti rapidi, risultati rapidi e conseguenze corrispondenti per i responsabili".

Gallant oggi a Washington vede Blinken e Burns, domani Austin

Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha in programma di incontrare oggi a Washington il segretario di stato Usa Antony Blinken e il capo della Cia William Burns, mentre domani avra' un colloquio con il capo del Pentagono Lloyd Austin. Mercoledi' faccia a faccia invece con il consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan.

Gallant: "Fase 3 a Gaza avrà un impatto sugli altri fronti"

Il passaggio alla Fase 3 della campagna militare a Gaza, che comprende la sconfitta degli ultimi battaglioni di Hamas a Rafah, "impatterà sugli sviluppi su tutti gli altri fronti e Israele si sta preparando ad ogni scenario sia militare sia diplomatico". Lo ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant che a Washington ha incontrato l'inviato speciale del presidente Joe Biden per il Medio Oriente Amos Hochstein. Nell'incontro - ha fatto sapere l'ufficio di Gallant - i due hanno discusso "le azioni per raggiungere un accordo quadro che consenta il ritorno degli sfollati israeliani al nord" dove persiste la minaccia dello scontro con gli Hezbollah. Gallant ha riaffermato "il suo impegno a cambiare la situazione di sicurezza al confine" con il Libano. 

Guerra Medioriente, oltre 100 morti in 24 per raid su Gaza. VIDEO

M5s: "Riconoscere la Palestina un segnale contro i crimini di Netanyahu"

"Il 28 maggio Spagna, Norvegia e Irlanda hanno riconosciuto lo Stato di Palestina. Il 4 giugno si è aggiunta la Slovenia e pochi giorni fa l'Armenia. Circa tre quarti delle nazioni del mondo riconoscono la Palestina e tredici nazioni dell'Unione europea. Non l'Italia, anche se il governo continua a parlare di 'due Stati per due popoli': solo una slogan vuoto usato per pulirsi la coscienza mentre continua ad astenersi sulle risoluzioni Onu su riconoscimento Palestina e cessate il fuoco e a vendere armi a Israele. Riconoscere lo Stato di Palestina sarebbe un segnale forte di disaccordo con la strategia terrorista di Netanyahu che ha finora causato la morte di oltre 37 mila civili tra cui oltre 14 mila bambini ai quali si aggiungono 4 mila bambini dispersi sotto le macerie e un numero imprecisato di bambini rinvenuti nelle fosse comuni o scomparsi dopo essere stati fatti prigionieri dalle forze israeliane, e ancora oltre 17 mila bambini rimasti orfani". Lo ha dichiarato la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, intervenendo in aula durante il dibattito sulla mozione M5S per il riconoscimento dello Stato di Palestina. "Nessuno può giustificare questo abominio, questo orrore con il diritto di Israele di difendersi, nemmeno la giustizia internazionale, con la Corte internazionale di giustizia che parla di plausibile genocidio e la Corte penale internazionale che chiede l'arresto di Netanyahu per crimini di guerra e contro l'umanita'. Il governo italiano non puo' continuare a nascondersi nel silenzio e nell'ignavia: servono gesti concreti. Anche la Palestina, oltre a Israele, ha il diritto di esistere", aggiunge Ascari. 

Ministri del Libano negano accumulo di armi dall'Iran nascoste nell'aeroporto di Beirut

Due ministri libanesi hanno smentito lo scoop del Telegraph secondo cui il movimento sciita Hezbollah starebbe accumulando una grande quantità di armi dall'Iran, compresi missili e razzi, presso l'aeroporto internazionale di Beirut in vista di una possibile guerra con Israele. 

Il ministro dei Lavori pubblici e dei Trasporti, Ali Hamiyeh, vicino a Hezbollah, ha riferito di aver discusso con il premier, Najib Mikati, eventuali misure legali contro il giornale britannico. "Questa questione è considerata parte della guerra psicologica contro il Libano e mira a distorcere la sua reputazione e quella dell'aeroporto", ha affermato Hamiyeh all'agenzia statale Nna.

Il ministro dell'Informazione, Ziad al-Makari, ha fatto sapere che potrebbe essere "un'estate promettente per il turismo" in Libano, sottolineando che le intenzioni dell'articolo "erano molto chiare".  Hamiyeh, intanto, ha invitato gli ambasciatori stranieri e i media a prender parte a un tour all'aeroporto, insieme ad altri ministri libanesi.


Israele: "Un proiettile lanciato da Rafah è stato intercettato dall'Air Defense Array dell'Idf"

Tajani: "Siamo preoccupati per il Libano, Iran e Israele siano prudenti"

Nel Consiglio Affari Esteri di oggi "ci siamo soffermati anche sulla questione mediorientale. Continuiamo a ribadire la necessità di una de-escalation: siamo per un cessate il fuoco immediato. Siamo a favore del piano americano. Siamo preoccupati anche per quello che accade in Libano: Hezbollah continua a lanciare razzi contro Israele, ma bisogna anche essere prudenti nelle reazioni". Lo sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio a Lussemburgo.

Per il ministro, occorrerebbe "arrivare alla riformulazione della zona blu della frontiera che separa Israele dal Libano, controllato dalla parte di Hezbollah. Contemporaneamente, credo che si debba continuare anche l'azione da parte italiana, con la missione non Unifi, l'altra quella bilaterale, che forma le forze armate libanesi, per ridurre l'influenza militare di Hezbollah in Libano. Continuiamo a lavorare per la pace, per una situazione di grande equilibrio, continuando a invitare l'Iran a svolgere un ruolo positivo e non ad usare linguaggi e strumenti che possono provocare un'escalation".

"Questo è il messaggio che inviamo a tutti - continua - siamo sempre stati contrari all'attacco a Rafah. Siamo preoccupati anche per quello che è accaduto l'altro giorno: è stata colpita un'area vicina alla base della Croce Rossa. Anche al governo israeliano inviamo messaggi di grande prudenza e di contrarietà ad offensive che provochino altri i morti in quell'area. Noi siamo amici di Israele: proprio per questo invitiamo Israele alla prudenza, in questo momento delicato dal punto di vista politico. Ma la stessa prudenza deve avere l'Iran, che ha un ruolo non secondario, sia per quanto riguarda i rapporti con gli Houthi, sia quanto riguarda i rapporti con Hezbollah in Libano. Noi lavoriamo per la pace e facciamo il possibile per allentare la tensione in Medio Oriente", conclude.

"Rinviati i colloqui di riconciliazione Hamas-Fatah in Cina"

I colloqui di riconciliazione tra Hamas e Fatah, previsti in Cina questo mese, sono stati rimandati e non è stata fissata alcuna nuova data. Lo scrive la Reuters sul suo sito web citando funzionari delle fazioni palestinesi. Dopo aver ospitato un incontro delle fazioni palestinesi in aprile, la Cina aveva affermato che Fatah - guidata dal presidente Abu Mazen - e Hamas avevano espresso la volontà di cercare la riconciliazione attraverso colloqui di unità a Pechino. Funzionari di Fatah e Hamas avevano precedentemente affermato che l'incontro avrebbe avuto luogo a metà giugno. Basem Naim, alto funzionario di Hamas che ha partecipato all'incontro precedente, ha detto alla Reuters che l'incontro è stato rinviato e che non è stata fissata alcuna nuova data, incolpando Fatah che, a suo dire, ha chiesto di rimandare. Tre funzionari di Fatah hanno confermato il rinvio dicendo che il movimento rilascerà una dichiarazione in merito. Con le fazioni profondamente divise, gli analisti nutrivano poche speranze che i colloqui raggiungessero una svolta verso un accordo di riconciliazione che potesse creare un'amministrazione palestinese unificata per la Cisgiordania e la Striscia di Gaza occupate da Israele, controllate da Hamas dal 2007. 

Baerbock: "Escalation tra Israele ed Hezbollah sarebbe una catastrofe"

"Un'ulteriore escalation" dello scontro tra Israele e Hezbollah sarebbe una "catastrofe" per l'intero Medio Oriente. Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, attesa in visita nello Stato ebraico e successivamente in Cisgiordania e in Libano.

Sottolineando come niente sia "più preoccupante" della situazione che si è creata al confine tra Israele e Libano, Baerbock ha spiegato che per questo motivo "è così importante che riusciamo finalmente a stabilire un cessate il fuoco a Gaza".

Secondo una portavoce del ministero degli Esteri tedesco, nello Stato ebraico Baerbock incontrerà l'omologo, Israel Katz, e interverrà alla Conferenza annuale di Herzliya. Martedì a Ramallah vedrà il primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mohammed Mustafa. Successivamente Baerbock volerà in Libano per colloqui con il primo ministro, Najib Mikati. 

Baerbock

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Il governo di Israele punta a legge permanente contro Al-Jazeera

Il governo israeliano sta lavorando per rendere permanente le cosiddetta legge Al-Jazeera che permette di bloccare per 45 giorni le trasmissioni di emittenti straniere se causano danni reali alla sicurezza nazionale. Per evitare di dove approvare una proroga ogni mese e mezzo, è stato presentato un disegno di legge passato ora alla Knesset dopo l'approvazione in commissione per la Legislazione. 

Bardella: "Riconoscere Palestina è riconoscere terrorismo"

"Riconoscere uno Stato palestinese sarebbe riconoscere il terrorismo", ha detto Jordan Bardella. "Abbiamo sposato la posizione francese, a due Stati, che risponderebbero a diritti e doveri per i palestinesi'', ha sottolineato il ventottenne fedelissimo di Marine Le Pen, secondo cui adesso ''questa posizione è caduca viste le atrocità e gli attacchi di Hamas il 7 ottobre. Riconoscere uno Stato palestinese- sarebbe riconoscere il terrorismo". Bardella ha anche detto che da primo ministro intende essere uno "scudo per i nostri connazionali ebrei dinanzi ad un islamismo che non vuole solo separare la Repubblica, ma conquistarla''.

Intesa Egitto-Onu su aiuti a Gaza da Kerem Shalom

Una fonte egiziana di alto livello ha detto all'emittente statale Al Qahera che "l'Egitto si è coordinato con le Nazioni Unite per fornire temporaneamente aiuti alla Striscia di Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom, fino a quando il valico di Rafah non sarà nuovamente operativo". La fonte aggiunge che "le autorità egiziane competenti si sono coordinate con i funzionari delle Nazioni Unite consentendo l'ingresso di 2.272 camion di aiuti nelle ultime tre settimane. L'Egitto riafferma comunque - conclude la fonte - "il suo rifiuto di riprendere le operazioni al valico di Rafah in presenza dell'occupazione israeliana". Il valico di Rafah è chiuso da 49 giorni e fonti della sicurezza e della Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai confermano il persistente controllo delle autorità israeliane, che impediscono l'ingresso a Gaza degli aiuti umanitari e l'uscita dei palestinesi feriti e malati, degli stranieri e dei cittadini con doppia nazionalità.

Hamas, 'combatteremo fino a ultimo respiro, obiettivo è sconfiggere Israele'

L'obiettivo della guerra che Hamas sta conducendo nella Striscia di Gaza è quello di ''sconfiggere Israele''. Lo ha dichiarato un alto esponente del politburo di Hamas, Suhail al-Hindi, all'emittente con sede a Londra Al-Araby Al-Jadeed. ''La resistenza non alzerà bandiera bianca e combatterà il nemico fino all'ultimo respiro'', ha detto il rappresentante di Hamas sottolineando che non ci sarà alcun accordo con Israele ''senza un cessate il fuoco e il ritiro dell'occupazione'' dall'enclave palestinese.

Hindi ha detto poi di ritenere che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu stia continuando la guerra per restare fuori dal carcere. Israele ''sta cercando una immagine di vittoria'', ha proseguito, ma le Forze di difesa israeliane (Idf) ''vogliono mettere fine alla guerra perché sono esaurite''.

Iran e Bahrein 'd'accordo ad avvio colloquio per riallacciare rapporti'

Si riavvicinano Iran e Bahrein. I due Paesi annunciano di aver concordato di "istituire i meccanismi necessari per discutere della ripresa dei rapporti politici", riferisce l'agenzia ufficiale iraniana Irna riportando di un incontro avvenuto ieri a Teheran tra il capo della diplomazia del Bahrein, Abdullatif bin Rashid Al Zayani, e il ministro degli Esteri ad interim iraniano, Ali Bagheri Kani.

L'agenzia Bna del Bahrein - che aveva rotto le relazioni con l'Iran nel 2016 - dà notizia di una dichiarazione congiunta in cui si precisa che il faccia a faccia è avvenuto nel contesto delle "fraterne storiche relazioni" tra il regno e la Repubblica Islamica "e dei legami di religione, vicinato, storia comune e interessi comuni che uniscono" i due Paesi.

I due ministri si sono incontrati a margine dei lavori dell'Asia Cooperation Dialogue, a cui - secondo l'Irna - partecipano più di 30 Paesi della regione. Al Zayani era a Teheran il mese scorso per l'ultimo saluto a Ebrahim Raisi, il presidente iraniano morto in un incidente di elicottero insieme al ministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian.

Capo stato maggiore Usa, 'Usa non in grado di difendere Israele in guerra contro Hezbollah'

Gli Stati Uniti non saranno in grado di aiutare Israele a difendersi in una eventuale guerra complessiva con Hezbollah così come invece avevano fatto lo scorso aprile durante l'attacco con i droni dell'Iran, ha affermato il capo degli stati maggiori riuniti Usa, Charles Brown, ribadendo che da Washington si continua a consigliare a Israele di evitare di aprire un fronte contro il sud del Libano. L'Iran, ha aggiunto, "sarà più orientato a sostenere Hezbollah, soprattutto se ritengono che sia particolarmente minacciato". Una offensiva militare di qualsiasi tipo israeliana in Libano rischia di scatenare una guerra su più vasta scala, e di mettere le forze americane in pericolo. La sicurezza delle forze Usa è la priorità del Pentagono.

Media, bambini malati escono da Gaza via Kerem Shalom

Per la prima volta dall'avvio della guerra dopo i fatti del 7 ottobre, ad un gruppo di bambini di Gaza con seri problemi di salute è stato consentito di uscire dalla Striscia attraverso il valico israeliano di Kerem Shalom. Lo hanno riferito i media palestinesi - ripresi da quelli israeliani - secondo cui i bambini, della parte nord di Gaza, saranno poi curati all'estero. L'iniziativa è stata coordinata dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). 

Manifestanti a sindacato Israele: serve sciopero generale

Manifestanti antigovernativi hanno chiesto al sindacato dei lavoratori israeliano, Histadrut, di dichiarare uno sciopero generale fino a quando non verrà fissata una data per le nuove elezioni. La polizia sta tentato di disperdere la protesta in corso davanti alla sede a Tel Aviv del sindacato, dove attivisti bloccano l'ingresso. 

Netanyahu, 'operazione Rafah quasi conclusa, poi potremo spostare militari a nord'

"La fase più intensa della guerra a Rafah sta per terminare. Avremo poi la possibilità di spostare parte delle forze a nord e lo faremo. Prima e soprattutto a scopo difensivo e in seconda battuta per riportare gli sfollati alle loro case", ha affermato il Premier  Benjamin Netanyahu, in una intervista a Channel 14, riferendosi alla battaglia contro Hezbollah. 

Una volta completata la fase più intensa delle operazioni a Rafah quindi, "affronteremo il nord. Faremo il necessario. Posso garantire agli israeliani che se sarà necessario impegnarsi in questa sfida, lo faremo. Siamo in grado di combattere su diversi fronti e ci stiamo preparando a farlo", ha detto. 

Israele è disposta ad accettare a una soluzione diplomatica per porre fine alla minaccia di Hezbollah, ha aggiunto, precisando che tale passo "dovrà essere secondo i nostri termini, quindi includere la rimozione di Hezbollah dal confine". I residenti del nord di Israele devono poter tornare a casa, ha concluso.

Israele, 'ucciso comandante di Hamas, responsabile armi'

L'esercito israeliano ha detto che in un raid nella scorsa notte "è stato ucciso Muhammad Salah, un alto comandante di Hamas nella Striscia di Gaza che aveva un ruolo chiave nell'operazione di produzione di munizioni del gruppo". Lo ha fatto sapere il portavoce militare aggiungendo che Salah "ha guidato le operazioni strategiche di Hamas nella Striscia e ha comandato le squadre terroristiche incaricate dello sviluppo di armi". Nel frattempo l'Idf sta continuando ad operare nell'area di Rafah dove hanno distrutto - secondo la stessa fonte - "diversi imbocchi di tunnel trovati nel quartiere Tel al-Sultan della città".

Borrell, il conflitto in Libano è sempre più probabile

"La consegna degli aiuti a Gaza è impossibile: nulla entra e una parte degli aiuti marcirà presto, sarà perso. E anche quel poco che entra non può essere distribuito, perché la società civile è stata distrutta. Il piano Biden non viene attuato, per mancanza di sostegno da entrambi i lati". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Josep Borrell tratteggiando uno scenario tragico sul terreno. "Questo weekend è stato tra i più sanguinosi dall'inizio del conflitto e il rischio di un contagio nel sud del Libano è ogni giorno sempre più grande", ha messo in guardia.

Borrell, accesso umanitaria a Gaza ora impossibile

"La fornitura di assistenza umanitaria all'interno di Gaza è diventata impossibile. Nonostante tutte le pause tattiche, gli annunci, la situazione è che nessun aiuto sta entrando a Gaza. Sono stoccati fuori dal confine, alcuni beni si stanno deteriorando e saranno distrutti. La cosa più importante non è il prezzo delle cose che andranno perse ma il fatto che non possono entrare. E se entrassero, non c'è possibilità di distribuirli a causa della mancanza di ogni tipo di organizzazione. Il tessuto sociale, non gli edifici, è stato distrutto". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, al suo arrivo al Consiglio Esteri a Lussemburgo. 

Manifestanti Israele bloccano autostrada, verso sciopero generale

I manifestanti antigovernativi in Israele hanno bloccato questa mattina il traffico sull'autostrada 2, vicino a Tel Aviv, come parte di una protesta finalizzata a chiedere le dimissioni del primo ministro Benjamin Netanyahu. Lo scrive il Times of Israel aggiungendo che i manifestanti hanno chiesto che giovedì si arrivi a uno sciopero generale in tutta Israele in modo da esercitare maggiore pressione sul governo. ''Mentre gli ostaggi vengono abbandonati a Gaza, il nord sta bruciando e un'altra guerra minaccia di scoppiare, il governo sta trascurando tutte le nostre vite'', hanno detto i manifestanti in una nota. ''Questa è una situazione di emergenza. E' chiaro che Netanyahu non è né adatto, né degno'' a guidare il Paese, aggiungono.

Israele, colpiti obiettivi Hezbollah nel sud del Libano

L'esercito israeliano ha effettuato diversi raid la notte scorsa su "obiettivi terroristici di Hezbollah nel Libano meridionale, inclusa una struttura militare di Hezbollah nell'area di Aitaroun, nonché siti di infrastrutture operative e terroristiche nelle aree di Kfarkela e Khiam". Lo ha fatto sapere il portavoce militare. La stessa fonte ha poi detto che "in seguito ad un attacco con proiettili anticarro nella zona di Metulla la scorsa notte  due riservisti dell'Idf, membri della squadra di sicurezza, sono rimasti feriti in modo lieve e grave". 

Israele testa sistema di propulsione a razzo

Il ministero della Difesa di Israele ha annunciato che da una base nel centro del Paese è stato effettuato un lancio di prova di "un sistema di propulsione a razzo". "L'esperimento - ha spiegato il ministero - è stato stabilito in anticipo dal sistema di sicurezza ed è stato eseguito come previsto". 

Gaza, famiglie ostaggi, Netanyahu arretra da proposta tregua Usa

Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani critica Benjamin Netanyahu per le sue dichiarazioni di ieri all'emittente Channel 14 su un accordo per il cessate il fuoco, accusandolo di ritirare il suo sostegno alla proposta di tregua avanzata dagli Stati Uniti. "Condanniamo fermamente la dichiarazione del primo ministro in cui si è ritirato dalla proposta israeliana. Ciò significa che abbandona 120 ostaggi e danneggia il dovere morale dello Stato di Israele nei confronti dei suoi cittadini", afferma il gruppo in una nota citata dai media locali. Da parte sua Hamas ha rilasciato una dichiarazione in cui descrive le recenti osservazioni di Netanyahu come dimostrazione che il premier israeliano vuole solo un "accordo parziale dopo il quale la guerra riprenderebbe" nella Striscia di Gaza e non la proposta che l'amministrazione Biden "ha cercato di vendere". 

Gaza, Hamas: Netanyahu dimostra di non volere l'accordo Biden

Hamas ha rilasciato una dichiarazione in cui descrive le recenti osservazioni di Benjamin Netanyahu come dimostrazione che il primo ministro israeliano vuole solo un "accordo parziale dopo il quale la guerra riprenderebbe" e non la proposta che l'amministrazione Biden "ha cercato di vendere". "La nostra insistenza affinché qualsiasi accordo includesse un cessate il fuoco permanente e un ritiro completo" delle forze israeliane "era necessaria per bloccare il percorso di Netanyahu", aggiunge Hamas in un comunicato citato dai media arabi. Ieri il premier israeliano ha detto all'emittente Channel 14 che accetterà di sospendere temporaneamente i combattimenti nella Striscia di Gaza per il rilascio di alcuni ostaggi ma che non porrà fine alla guerra finché Hamas non sarà distrutto. In tarda serata poi l'ufficio di Netanyahu ha affermato che è il movimento islamista e non Israele a rifiutare l'accordo di tregua. 

Gaza, media: personale medico tra vittime ultimo raid Israele

L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che due operatori sanitari sono rimasti uccisi e diversi altri feriti in un bombardamento israeliano che nella tarda serata di ieri ha colpito la clinica Daraj, nel centro della città di Gaza. Raid sono stati segnalati nelle stesse ore anche a Khan Younis, nel sud della Striscia. Il bilancio delle vittime dal 7 ottobre nell'enclave palestinese è di almeno 37.598 morti e 86.032 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale gestito dal movimento islamista Hamas. 

Gaza, Qatar insieme a Spagna per pace giusta ed equa

Il Qatar e la Spagna hanno ribadito il loro impegno per "una pace giusta ed equa" nella Striscia di Gaza che garantisca ai palestinesi uno Stato e "la sicurezza reciproca con Israele", secondo una dichiarazione rilasciata ieri sera dal Ministero degli Esteri qatariota a seguito di un vertice tra i due paesi a Doha. Spagna e Qatar "hanno rafforzato la loro richiesta per un cessate il fuoco immediato, duraturo e sostenibile" nell'enclave palestinese "che consenta la consegna senza ostacoli di aiuti umanitari urgenti e il rilascio degli ostaggi", si legge nel comunicato di Doha. 

Gaza, ufficio Netanyahu: è Hamas a rifiutare accordo tregua

Dopo che Benjamin Netanyahu ha detto all'emittente Channel 14 che accetterà di sospendere temporaneamente i combattimenti nella Striscia di Gaza per il rilascio di alcuni ostaggi ma che non porrà fine alla guerra finché Hamas non sarà distrutto, l'Ufficio del primo ministro israeliano ha affermato che è il movimento islamista a rifiutare l'accordo di tregua e non Israele. Il premier "Netanyahu ha chiarito che non lasceremo" l'enclave palestinese "finché non avremo riportato tutti i 120 ostaggi, vivi o morti", si legge in una nota diffusa nella tarda serata di ieri. "Hamas è quello che si oppone all'accordo, non Israele", sottolinea l'Ufficio del primo ministro israeliano. I media dello Stato ebraico fanno notare che i commenti di Netanyahu a Channel 14 sembrerebbero contraddire i termini dell'ultima proposta israeliana di cessate il fuoco e accordo sugli ostaggi, i cui dettagli sono stati presentati il ;;mese scorso dal presidente americano Joe Biden: una tregua temporanea nella prima fase dell'accordo, che sarebbe estesa a "una calma sostenibile (cessazione permanente delle operazioni militari e delle ostilità)" in una seconda fase. Netanyahu ha tuttavia ripetutamente negato che la proposta israeliana preveda la fine della guerra prima che lo Stato ebraico raggiunga i due obiettivi dichiarati di distruggere Hamas e riportare a casa tutti gli ostaggi. 

Gaza, media: 8 morti in raid Israele su scuola usata da Unrwa

Otto persone sono morte e diverse altre sono rimaste ferite ieri in un attacco aereo israeliano che ha colpito una scuola vicino alla città di Gaza, utilizzata per distribuire aiuti. Lo riportano i media internazionali, citando fonti palestinesi. Il raid avrebbe centrato parte di un istituto gestito dall'Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). L'esercito israeliano ha affermato da parte sua che il sito era stato utilizzato dall'Unrwa ma ad oggi veniva usato da militanti di Hamas e della Jihad islamica, aggiungendo di aver preso misure precauzionali prima del bombardamento per ridurre il rischio di danni ai civili. L'Unrwa comunica che sta esaminando i dettagli dell'attacco segnalato prima di fornire ulteriori informazioni. 

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