Giallo mediatico circa la notizia , diffusa da fonti della Protezione civile di Hamas della Striscia, di un nuovo attacco israeliano "sulle tende" della zona umanitaria di al-Mawasi che avrebbe causato la morte di 21 palestinesi. Il portavoce militare Hagari ha detto di non essere "a conoscenza di un nuovo raid israeliano sulle tende". Gli Stati Uniti si dicono "profondamente rattristati" per i raid israeliani a Rafah e invitano Israele a "rispettare i diritti umanitari"
Giallo mediatico circa la notizia , diffusa da fonti della Protezione civile di Hamas della Striscia, di un nuovo attacco israeliano "sulle tende" della zona umanitaria di a-Mawasi che avrebbe causato la morte di 21 palestinesi. Il portavoce militare Hagari ha detto di non essere "a conoscenza di un nuovo raid israeliano sulle tende".
Gli Stati Uniti si dicono "profondamente rattristati" per i raid israeliani a Rafah e invitano Israele a "rispettare i diritti umanitari".
Israele ha consegnato ai mediatori di Egitto, Qatar e Usa un proposta "ufficiale scritta e aggiornata" su un possibile accordo per il rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito il giornalista Barak Ravid di Axios.
Diversi tank israeliani hanno raggiunto il centro di Rafah. I carri armati sono stati avvistati vicino alla moschea di Al-Awda.
Irlanda, Spagna e Norvegia, come annunciato la settimana scorsa, hanno ufficialmente riconosciuto lo Stato di Palestina, provocando l'ira di Israele. Si tratta di una decisione che "punta a mantenere viva la speranza", ha dichiarato il primo ministro irlandese Simon Harris, sottolineando che l'intenzione era di "riconoscere la Palestina alla fine di un processo di pace, ma abbiamo fatto questa mossa insieme a Spagna e Norvegia per mantenere vivo il miracolo della pace".
Gli approfondimenti:
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- Guerra Israele-Hamas, cosa c'è da sapere
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Per tutti gli aggiornamenti segui il live di mercoledì 29 maggio
Algeria presenta bozza Onu, stop uccisioni a Rafah
L'Algeria ha preparato una bozza di risoluzione su Rafah che presentera' ai membri del Consiglio di Sicurezza Onu questo pomeriggio. Lo ha detto ai giornalisti l'ambasciatore algerino al Palazzo di Vetro, Amar Bendjama, a margine delle consultazioni a porte chiuse dei Quindici. "Sara' un testo corto e risoluto per fermare le uccisioni a Rafah", ha detto. Non e' chiaro quando il testo andra' al voto, e se gli Usa hanno intenzione di bloccarlo con il veto
Stato Palestinese, quali sono i Paesi che lo riconoscono ufficialmente
Spagna, Norvegia e Irlanda hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina dal 28 maggio. A livello globale lo ha già fatto il 70% circa dei membri Onu, tra cui non ci sono Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti. LEGGI L'ARTICOLO
Nuovi raid su Rafah decine di vittime. ONU vuole inchiesta
Non solo Netanyahu, da Putin a Gheddafi: chi sono i leader finiti nel mirino dell'Aja
Il procuratore capo della Corte penale internazionale ha chiesto di emettere un mandato di arresto contro il premier israeliano - e contro i numero uno Hamas Sinwar - per "crimini di guerra e crimini contro l'umanità". Se accolta, il primo ministro dello Stato ebraico finirebbe in un elenco in cui compaiono molte figure controverse. CHI SONO
Abascal da Netanyahu: "Pedro Sanchez non è la Spagna"
Il presidente di Vox, Santiago Abascal, ha fatto visita a Gerusalemme al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, al quale ha espresso il suo sostegno, rassicurandolo che "Pedro Sanchez non è la Spagna". Lo ha reso noto un comunicato di Vox, secondo il quale i due si sono incontrati per più di un'ora nell'ufficio del primo ministro. Netanyahu -si legge ancora nella nota- ha definito "esemplare la difesa dello Stato d'Israele da parte di Abascal, che ha già visitato Israele due volte durante la guerra".
La visita di Abascal avviene in un momento di massima tensione tra i due Paesi dopo il riconoscimento, sancito proprio oggi, dello Stato palestinese da parte della Spagna
Eshkol Nevo: "Sogno l'abolizione della leva obbligatoria in Israele"
Abbiamo incontrato a Torino in occasione del Salone del Libro Eshkol Nevo che ci ha parlato della sua raccolta di racconti "Legami", della guerra in Medio Oriente e delle prospettive di pace. L'INTERVISTA
Usa: "Israele ha il dovere di proteggere i civili"
"Israele ha il diritto di combattere Hamas ma ha anche il dovere di proteggere i civili innocenti". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa sottolineando che le "immagini arrivate da Rafah sono orribili".
Usa: "La nostra politica non cambia dopo il raid a Rafah"
Dopo il raid di domenica contro Rafah "la nostra politica non cambia". Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa. "'E' appena successo, gli israeliani investigheranno", ha sottolineando precisando che Washington "non si vuole girare dall'altra parte" su quello che è successo.
Israele: dal kibbutz ai grattacieli di Tel Aviv, l’attesa degli sfollati del Sud
I residenti delle comunità attaccate il 7 ottobre aspettano un accordo che liberi gli ostaggi, metta fine alla guerra a Gaza e li riporti nelle loro case. IL REPORTAGE
Premier Svezia a Israele: "Interrompere l'offensiva a Rafah"
Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha espresso preoccupazione per quanto sta avvenendo a Rafah: "È molto preoccupante che oggi Israele abbia spostato carri armati nel centro di Rafah" ha scritto il premier su X, sottolineando il rischio di ulteriori morti tra la popolazione civile, come quanto avvenuto domenica notte. "La Svezia e l'Ue si aspettano che Israele si conformi alla decisione della Corte internazionale di giustizia e interrompa l'offensiva a Rafah per proteggere i civili" ha concluso il post.
Attacco Iran a Israele, la situazione un mese dopo e i possibili scenari
Il conflitto dura da 40 anni, ma dallo scorso mese ha conosciuto un'escalation senza precedenti con attacchi missilistici e droni, sottolineando un'ideologica ostilità persistente tra le due Nazioni. Nonostante una tregua momentanea, le minacce nucleari iraniane mantengono alta la tensione. LO SCENARIO
Pentagono: "Il molo a Gaza sarà rimosso e riparato"
Il molo temporaneo davanti a Gaza sarà rimosso per essere riparato e verrà ripristinato dopo gli interventi. Lo ha detto la vice portavoce del Pentagono Sabrina Singh.
I tank di Israele penetrano nel centro di Rafah
Truppe e tank israeliani sono stati visti nel centro di Rafah, l'ultima città del sud della Striscia su cui da settimane si concentrano le operazioni dell'Idf. A darne notizia sono stati residenti locali ripresi dalla Reuters e altri media; altre fonti del posto hanno riferito che l'esercito si è poi posizionato nell'area di a-Sultan, nel nord ovest della città, dove finora l'Idf non aveva operato sul terreno. Ma a suscitare un giallo mediatico è stata la notizia - diffusa da fonti della Protezione civile di Hamas della Striscia e da medici - di un nuovo attacco israeliano "sulle tende" della zona umanitaria di a-Mawasi che avrebbe causato la morte di 21 palestinesi. Un raid negato con forza dall'Idf: "Contrariamente ai rapporti di queste ultime ore, l'esercito non ha colpito nella zona umanitaria di A-Mawasi", a ovest di Rafah. Poco prima lo stesso portavoce militare Daniel Hagari aveva detto di "non essere a conoscenza" dell'episodio.
Usa rattristati da Rafah: "Israele rispetti il diritto"
Gli Stati Uniti si dicono "profondamente rattristati" per i raid israeliani a Rafah e invitano Israele a "rispettare i diritti umanitari". Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, in un briefing con la stampa. Washington aspetta, in particolare, la conclusione dell'indagine sui raid di domenica e auspica che sia "rapida e trasparente". "Monitoreremo i risultati", ha detto Miller, sottolineando che gli Stati Uniti continueranno "chiedere ad Israele di rispettare pienamente il diritto umanitario internazionale, minimizzare l'impatto delle sue operazioni sui civili e massimizzare il flusso di aiuti umanitari verso coloro che ne hanno bisogno".
Guerra in Medioriente, tra la vita e la morte: cosa significa diventare madri a Gaza
Nella Striscia ci sono 50mila donne in gravidanza e in media 180 partoriscono ogni giorno. Ma accedere alle cure medice pre e post partum è difficilissimo, spesso impossibile. I letti mancano e nelle tende, dove molte sono costrette a partorire, mancano anche le minime condizioni igieniche. L'ospedale emiratino di Rafah è l’unico a fornire assistenza alla maternità. La presidente di Medici Senza Frontiere: "Situazione inimmaginabile, serve un cessate il fuoco permanente". L'APPROFONDIMENTO
Macron, riconoscimento Palestina "al momento giusto"
La Francia riconoscerà lo Stato palestinese "al momento giusto" senza lasciarsi andare all'"emozione". Lo ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron nella conferenza stampa a Meseberg insieme al cancelliere
Danneggiato molo temporaneo a Gaza, Usa sospendono aiuti
Gli Stati Uniti sono stati costretti a sospendere gli aiuti a Gaza dopo che il maltempo ha danneggiato il molo temporaneo. Lo riferiscono fonti americana, dell'Onu e israeliane a Nbc news precisando che ci potrebbe volere una settimana per ripararlo. Durante il fine settimana tre navi americane sono rimaste incagliate a causa del maltempo ma avevano continuato a consegnare gli aiuti.
Da Gaza a Trieste, l'Ong che ha salvato otto bambini palestinesi dalla guerra
Un gruppo di bambini palestinesi, malati o feriti, è stato trasferito all'ospedale pediatrico triestino Burlo Garofolo grazie all'operazione umanitaria organizzata dall'associazione Gaza Kinder Relief (GKR), in collaborazione con Save a Child. Ne abbiamo parlato con Alisa Kireeva, co-fondatrice della Ong GKR che si è occupata in prima persona, insieme alle altre volontarie, di portare a termine l'intera missione. L'INTERVISTA
Michel: "Favorevole al riconoscimento della Palestina"
"Sono favorevole alla soluzione dei due Stati e al riconoscimento di uno Stato palestinese. Ma questo Stato deve essere sostenibile. Ed è per questo che penso che la cosa migliore sarebbe un approccio coordinato con gli Stati membri dell'Ue e i Paesi terzi, in modo da avere un'influenza". Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in un'intervista a Euronews. Il riconoscimento della Palestina dovrebbe essere un modo per l'Ue di chiedere "passi importanti in termini di riforme".