Approvata la risoluzione in Consiglio di sicurezza, gli Usa si astengono. Netanyahu ha annullato la partenza per Washington. Il voto degli Usa "è un passo indietro chiaro dalle posizioni costanti degli Usa dall'inizio della guerra", dice il premier israeliano. Hamas: pronti subito a scambio ostaggi-prigionieri. Tel Aviv: "Una vergogna che l'Onu non condanni Hamas"
Onu, 14 voti a favore per la richiesta di tregua a Gaza
La bozza di risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza Onu che chiede "un cessate il fuoco immediato per il mese del Ramadan rispettato da tutte le parti, che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile, oltre al rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi", ha ottenuto 14 voti a favore e solo un'astensione, gli Usa. I membri che hanno sostenuto la bozza sono Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Algeria, Ecuador, Guyana, Giappone, Malta, Mozambico, Sud Corea, Sierra Leone, Slovenia e Svizzera.
Usa, Hamas liberi gli ostaggi dopo la risoluzione Onu
L'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thomas-Greenfield ha chiesto ad Hamas di liberare gli ostaggi dopo l'appello all'azione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco a Gaza. "Dobbiamo mettere pressione su Hamas, il cessate il fuoco può iniziare immediatamente con il rilascio del primo ostaggio, e questo è l'unico percorso", ha detto.
Guterres: "Ora un fallimento su Gaza sarebbe imperdonabile"
"Il Consiglio di Sicurezza Onu ha appena approvato una risoluzione tanto attesa su Gaza, chiedendo un cessate il fuoco immediato e il rilascio di tutti gli ostaggi. Questa risoluzione deve essere attuata, un fallimento sarebbe imperdonabile". Così il segretario generale Antonio Guterres ha commentato il via libera del Consiglio di Sicurezza alla bozza sulla tregua a Gaza.
Sventato tentativo contrabbando di armi iraniane in Cisgiordania
Lo Shin Bet e l'Idf hanno rivelato di aver scoperto un complotto dell'Iran per contrabbandare armi in Cisgiordania. In una dichiarazione congiunta, l'intelligence e le forze israeliane hanno riferito di aver localizzato "razzi, esplosivi a grappolo, mine, 13 missili anticarro e 25 granate. Sono state trovate anche 50 pistole e 33 fucili M4".
L'Onu chiede il cessate il fuoco a Gaza, è la prima volta
Dopo mesi di stallo il Consiglio di Sicurezza ha finalmente approvato una risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza. Nel documento, che ha ottenuto 14 voti a favore e l'astensione degli Usa, si "chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell'accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie". L'adozione è stata salutata con un lungo applauso.
Baerbock: 'Non deve esserci offensiva su larga scala a Rafah'
La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, è tornata a pronunciarsi contro un'operazione militare di terra israeliana su Rafah. "Non deve esserci nessuna offensiva su larga scala a Rafah. Le persone non possono svanire nel nulla", ha dichiarato Baerbock. Si ritiene che attualmente 1,5 milioni di residenti della Striscia di Gaza - su un totale di circa 2,2 milioni - abbiano cercato riparo a Rafah. A fronte di una situazione umanitaria catastrofica - ha poi aggiunto - l'invio di aiuti via terra e via mare contribuisce solo in minima parte ad alleviare le sofferenze della popolazione. "Quello che dobbiamo fare è aprire la via di terra". Per Baerbock il governo israeliano deve garantire l'accesso di beni alimentari e di acqua oltre a vie di fuga sicure per la popolazione. Il ministro degli Esteri tedesco ha poi sottolineato la necessità di riconoscere la sofferenza di entrambe le parti. "Dobbiamo fare tutto il possibile affinché la terribile situazione del popolo di Gaza abbia finalmente fine", ha detto. "E dobbiamo fare tutto il possibile per le famiglie che aspettano da più di cinque mesi i loro cari, le loro figlie, figli e genitori, che queste persone tornino finalmente a casa e che la minaccia contro Israele da parte dell'organizzazione terroristica Hamas giunga al termine". Dopo la sua breve visita al Cairo, Baerbock andrà oggi in Israele e in Cisgiordania.
Erdogan alza il tiro contro Netanyahu: "Dio lo distrugga"
"Affidiamo a dio un certo Benjamin Netanyahu nella speranza che l'onnipotente possa distruggerlo e renderlo miserabile". E' solo l'ultimo duro attacco sferrato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Parole di una violenza non nuova, ma che stavolta hanno scatenato la dura reazione dello Stato ebraico, al punto che lo scorso fine settimana su ordine del ministro degli Esteri, Israel Katz, il vice ministro degli Esteri turco a Tel Aviv e' stato convocato per una 'dura reprimenda'. "Ho dato precise istruzioni affinche' al vice ambasciatore turco sia inflitta una seria reprimenda dopo le parole rivolte da Erdogan nei confronti del nostro premier. Non c'e' nessun dio che ascolta chi sostiene le atrocita' di Hamas, Erdogan stia zitto e si vergogni", ha detto Katz.
Olmert: questo governo doveva andarsene già prima 7/10
"Questo governo doveva andarsene a casa anche prima dell'inizio della guerra a Gaza, perché ha fallito lungo la strada. Credo quindi che se ne andra' a casa, non solo per quanto avvenuto il 7 ottobre, ma anche per il 7 ottobre". Ne è convinto l'ex premier israeliano Ehud Olmert, molto critico nei confronti dell'esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu, protagonista prima dello scoppio del conflitto di un durissimo scontro con una vasta opposizione interna al Paese, contraria al suo progetto di riforma della giustizia. Quanto alle polemiche interne per l'attacco di Hamas del 7 ottobre e le richieste di dimissioni avanzate da una parte della popolazione, che e' tornata a manifestare tutte le settimane nelle piazze, "non si discute che gli alti comandi dell'esercito, dei servizi segreti, hanno tutti fallito" nel non prevedere la massiccia operazione palestinese, riconosce Olmert in un'intervista all'AGI.
Esperto tedesco: "Da inizio guerra a Gaza enorme mobilitazione di jihadisti"
La maggiore minaccia terroristica contro la Germania e l'intera Europa occidentale torna ad essere rappresentata dai gruppi jihadisti. Ne è convinto Peter Neumann, politologo tedesco esperto di terrorismo: "Dall'inizio della guerra a Gaza a ottobre - ha dichiarato parlando oggi con la Deutschlandfunk - si è verificata un'enorme mobilitazione di islamisti, jihadisti in tutta l'Europa occidentale". Nella sola Germania, ha sottolineato, sono stati sventati tre o quattro attentati. In particolare, ha aggiunto il politologo, Is-k sta puntando a compiere attentati molto aggressivi e di ampia portata in paesi non musulmani, alcuni dei quali in Europa occidentale.
Per Neumann, la difficoltà per i responsabili politici è trovare l'equilibrio tra il mettere in guardia la popolazione su un pericolo che esiste e non spaventarla se non necessario. "Credo - ha aggiunto - che il governo federale stia gestendo la cosa piuttosto bene". Neumann ha poi ricordato i due piani sventati di recente in Germania, con l'arresto in Turingia di due sospetti che volevano compiere un attentato in Svezia e con il piano di sicurezza straordinario scattato tra Natale e Capodanno attorno al Duomo di Colonia.
Olmert: "Israele diventato arrogante e presuntuoso"
"Israele era già molto cambiato prima del 7 ottobre, quello è stato l'inevitabile risultato" di un Paese diventato "arrogante e presuntuoso". Lo afferma l'ex premier israeliano Ehud Olmert in un'intervista all'Agi, puntando il dito contro Benjamin Netanyahu. Il capo del governo per anni "ha ignorato la questione palestinese e questa gli è scoppiata in faccia". Per Olmert, l'attuale premier è responsabile in prima persona "non avendo capito che c'è bisogno di un approccio responsabile e realizzabile nei confronti dei palestinesi". Non solo, Netanyahu ha lavorato contro l'Autorita' nazionale palestinese (Anp) di Abu Mazen, favorendo Hamas "nella consapevolezza che questo non è un partner potenziale per negoziati di pace", al contrario di Ramallah.
Onu, votata nuova bozza per il cessate il fuoco a Gaza: "Urgente necessità di assistenza umanitaria"
Nella bozza di risoluzione al vaglio del Consiglio di Sicurezza Onu si sottolinea poi "l'urgente necessità di espandere il flusso di assistenza umanitaria e rafforzare la protezione dei civili nell'intera Striscia di Gaza, e si ribadisce la richiesta di eliminare tutte le barriere alla fornitura di assistenza umanitaria su larga scala, in linea con le norme del diritto internazionale umanitario". La bozza "deplora" inoltre tutti gli attacchi contro i civili e gli atti di terrorismo, e ricorda che la presa di ostaggi è vietata dal diritto internazionale, ma non contiene alcun riferimento ad Hamas.
Medioriente, bombardamenti di Israele su Khan Younis. VIDEO
Unicef: "Nel nord di Gaza la carestia è imminente"
"La carestia è imminente nel nord di Gaza. I bambini stanno morendo per malnutrizione e disidratazione. Le organizzazioni umanitarie devono avere un accesso completo e sicuro per raggiungere i bambini e le famiglie che hanno bisogno ovunque a Gaza. Le vite e il benessere dei bambini sono in bilico". Lo afferma la direttrice generale dell'Unicef Catherine Russell su X.
L'Onu vota una nuova bozza per il cessate il fuoco a Gaza
Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu vota alle 10 locali, le 15 italiane, una nuova bozza di risoluzione per il cessate il fuoco a Gaza, e secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, potrebbe avere anche il via libera degli Usa. I membri non permanenti del Cds hanno elaborato una bozza rivista in cui si "chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca ad un cessate il fuoco permanente e sostenibile, e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell'accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie". Inoltre, "si richiede che le parti rispettino i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale in relazione a tutte le persone detenute". Il testo ha gia' avuto il sostegno della Cina e del Gruppo Arabo, ma il rischio era il veto Usa.
Staff Mezzaluna Rossa evacuato da ospedale al-Amal: "Ci hanno sparato"
La Mezzaluna Rossa palestinese ha riferito che i militari israeliani hanno costretto il suo personale e i feriti ricoverati all'ospedale di al-Amal a lasciare la struttura a Khan Younis, assediata da una settimana dall'Idf. "Durante il tentativo di uscire attraverso il posto di blocco militare, lo staff ha incontrato difficoltà a muoversi a causa degli scavi estesi e della distruzione delle infrastrutture", ha detto la Mezzaluna Rossa su X. Tuttavia ''hanno trovato il cancello dell'ospedale chiuso, rendendo impossibile il rientro delle squadre'', ha aggiunto. ''Durante il tentativo di rimuovere le macerie e gli ostacoli sulla strada, le forze di occupazione hanno aperto il fuoco contro due delle squadre che cercavano di rimuovere le macerie, ferendoli'', si legge ancora su 'X'. Più tardi, i militari israeliani ''hanno costretto le squadre a tornare'' in ospedale, ma loro ''hanno trovato il cancello dell’ospedale chiuso, rendendo impossibile il loro rientro''.
Israele: "Otto i razzi lanciati da Hamas su Ashdod"
Almeno 8 sono stati i razzi lanciati su Ashdod dalla Striscia di Gaza. Lo ha fatto sapere l'esercito. Secondo i media, 2/4 sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome e gli altri sono caduti in zone disabitate. Al momento non si hanno notizie né di danni né di vittime. Il lancio, secondo la stesa fonte, è stato rivendicato da Hamas. Era dallo scorso gennaio che non avvenivano lanci sulla città costiera che non dista molto da Gaza.
Sul Mail foto di stanza dove era tenuta 19enne israeliana a Gaza
Il tabloid britannico Daily Mail pubblica sul suo sito una fotografia "in esclusiva" affermando che si tratta della stanza in cui la 19enne Liri Albag e altre prigioniere israeliane erano state tenute da Hamas nei primi giorni dopo l'attacco condotto dai miliziani il 7 ottobre scorso contro lo Stato ebraico. Stando al giornale, si tratterebbe di una cameretta per bambini e al suo interno le truppe israeliane entrate nella Striscia avrebbero trovato tracce di sangue della giovane, in base all'esito di un test del Dna, e di altre donne tenute in ostaggio. "All'inizio quando l'ho vista ero felice perché era nella stanza di un bambino. C'erano vestiti per bambini nell'armadio e mi ha dato un po' di sollievo il fatto che non fosse in un posto spaventoso", ha dichiarato al Mail la madre di Liri, Shira Albag. "Ma poi ho capito che viveva con una famiglia. Loro la tenevano in ostaggio, non Hamas. È come se io tenessi i figli di qualcun altro chiusi in casa mia", ha aggiunto la donna. Nell'articolo si fa riferimento alle testimonianze di alcuni ostaggi israeliani rilasciati: Liri sarebbe stata costretta a pulire i bagni della famiglia dove era tenuta prigioniera e a cucinare cibo che lei non poteva mangiare, per poi venir trasferita nei tunnel dopo l'intensificarsi degli attacchi condotti dallo Stato ebraico nella Striscia. La madre della teenager spera che la figlia possa un giorno essere liberata e tornare a casa.
Società Prigionieri: '15 arresti in Cisgiordania'
Le truppe israeliane hanno arrestato 15 palestinesi nei raid iniziati ieri sera in Cisgiordania. Lo ha comunicato la Società dei Prigionieri Palestinesi. Con questi ultimi fermi, il numero totale delle persone arrestate dal 7 ottobre è di 7.770. Gli ultimi arresti si sono concentrati a Ramallah e Qalqilya, ma sono avvenuti anche a Jenin, Hebron e Betlemme.
Guterres: "Consenso crescente per dire a Israele che è necessario cessate il fuoco"
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che esiste un crescente consenso internazionale sul fatto che la comunità internazionale debba dire a Israele che è necessario un cessate il fuoco. Intervenendo in una conferenza stampa in Giordania, il capo dell'Onu ha affermato che è “assolutamente fondamentale preservare la vita della popolazione di Gaza” e che le Nazioni Unite “hanno insistito sulla necessità di un cessate il fuoco”. “All’inizio”, ha detto Guterres, “la nostra voce era relativamente sola, ma ora vediamo sempre più la comunità internazionale riconoscere la stessa cosa. Vediamo emergere un consenso crescente nella comunità internazionale per dire agli israeliani che il cessate il fuoco è necessario. Il consenso aumenta negli Stati Uniti, nell’Unione Europea, per non parlare ovviamente del mondo musulmano, per dire chiaramente agli israeliani che qualsiasi invasione via terra di Rafah potrebbe significare un disastro umanitario".
Allarme per razzi da Gaza a Ashdod nel sud di Israele
Le sirene di allarme anti razzi da Gaza sono risuonate, per la prima volta da mesi, ad Ashdod, città costiera del sud di Israele. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. L'ultimo lancio su Ashdod è dello scorso gennaio.