Thomas Fugate, chi è il 22enne scelto da Trump come capo dell'Antiterrorismo

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Scelto dal presidente americano, è stato nominato a capo del Center for Prevention Programs and Partnerships (CP3), l’ufficio del Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) incaricato della prevenzione del terrorismo interno negli Stati Uniti. Senza particolare esperienza per un ruolo così delicato, la sua nomina è al centro dei dubbi di diversi analisti ed oppositori del tycoon

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Mentre nel Medio Oriente imperversa il conflitto, con gli Stati Uniti al centro della contesa tra Israele ed Iran, è aumentata sensibilmente l’allerta terrorismo nel Paese. A fare scalpore, tra l’opinione pubblica, è la figura del responsabile della sicurezza a stelle e strisce. Il contro-terrorismo è stato affidato da Donald Trump, infatti, a Thomas Fugate, 22enne senza alcuna esperienza nell’ambito con un passato da commesso in un supermercato ma fervente sostenitore del presidente americano e volontario della campagna “Maga”.

La laurea e poi la nomina al CP3

Poche settimane fa, infatti, Fugate è passato dal mostrarsi sui social con il cappellino rosso del movimento ai comizi ad essere nominato a capo del Center for Prevention Programs and Partnerships (CP3), l’ufficio del Dipartimento della Sicurezza Interna (DHS) incaricato della prevenzione del terrorismo interno negli Stati Uniti. Come sottolinea anche "Il Sole 24 Ore", è nato in Texas nel 2002 ed ha conseguito la laurea in Scienze Politiche nel maggio 2024 presso l’Università del Texas. Si è spesso contraddistinto per il suo impegno politico, partecipando al programma Texas Civic Ambassadors e svolgendo tirocini presso uffici parlamentari repubblicani alla Camera dei Rappresentanti. Ma nel suo pur giovane passato non c’è alcuna esperienza nel campo della sicurezza nazionale o nella prevenzione della radicalizzazione. Prima della laurea, Fugate ha lavorato nella manutenzione dei giardini e in alcuni supermercati, oltre a fare lo stagista presso la Heritage Foundation, fino poi al coinvolgimento nella campagna di Donald Trump per le presidenziali dello scorso anno. In questi frangenti Fugate si fa notare e ottiene un ruolo nello staff presidenziale, succedendo a William Braniff alla guida del CP3, in quella che è stata una nomina piuttosto “chiacchierata”. Il CP3, nato con Biden, era stato pensato con un ruolo importante contro il proliferare della violenza interna, ma con Trump è ridotto decisamente ridimensionato, con pochi addetti coinvolti ed un budget piuttosto scarno.

Un azzardo?

Oltre alle tensioni con l’Iran e alle minacce che arrivano agli Usa dal contesto internazionale, il Paese deve affrontare problematiche differenti sul fronte interno, dalle sparatorie di matrice politica alle minacce ai pubblici ufficiali. E proprio date queste circostanze, molti analisti ed oppositori trumpiani hanno giudicato la scelta di un profilo inesperto come Fugate un vero e proprio azzardo.

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