Ucraina, la promessa mancata di Trump: la guerra continua. Le mappe

Ventiquattro ore. Era questo il tempo che il candidato Donald Trump diceva avrebbe impiegato per mettere fine al conflitto in Ucraina una volta vinte le elezioni. A sette mesi dalla vittoria e a cinque dall’insediamento alla Casa Bianca, la guerra continua, le prospettive di pace sembrano lontane e anche il presidente americano appare decisamente meno ottimista sulla possibilità di arrivare a una soluzione della contesa, che va avanti da oltre tre anni. Ma come è cambiata la situazione sul campo dall’elezione di Trump a oggi? Proviamo a capirlo con l’aiuto di una serie di mappe e visualizzazioni. L’esercito russo avanza lentamente Quella tra Russia e Ucraina è da tempo una guerra di trincea lungo una linea del fronte che appare piuttosto stabile. Questo non significa, però, che non ci siano dei mutamenti: magari non vistosi e non troppo evidenti, ma comunque significativi. In particolare, da novembre – quando Trump è stato eletto – a oggi, le mappe militari registrano avanzamenti russi verso la città di Pokrovsk. Secondo le analisi dell’Institute for the Study of War , si tratta del più significativo cambio di controllo del terreno negli ultimi mesi, anche se – sottolineano gli analisti – la difesa ucraina ha comunque inflitto perdite ingenti all’esercito russo, rallentandone l’avanzata. Complessivamente, come ha notato l’emittente britannica BBC, i guadagni territoriali russi procedono lentamente. Le truppe russe hanno impiegato un anno per spostare di 40 km la linea del fronte. Secondo un’analisi del Center for Strategic & International Studies , gli avanzamenti nell’area di Kharkiv procedono a una media di 50 metri al giorno: uno dei ritmi di progressione più lenti tra i conflitti moderni. Gli attacchi russi aumentano Oltre alla lenta avanzata lungo la linea del fronte, negli ultimi mesi la Russia ha intensificato gli attacchi sul suolo ucraino, sia attraverso missili balistici che con il ricorso a droni. L’incremento di azioni di questo tipo risulta particolarmente significativo a partire da settembre 2024 e non si è arrestato, anzi si è intensificato, dopo la vittoria di Donald Trump a novembre e, in particolar modo, dopo la proclamazione a presidente nel gennaio 2025. Se non visualizzi il grafico clicca qui Secondo gli analisti del CSIS, l’obiettivo che si prefiggono i russi con questi attacchi, che combinano droni e missili, è esaurire le difese aeree ucraine più velocemente di quanto gli alleati occidentali siano in grado di rifornirle. In secondo luogo, il presidente russo Vladimir Putin intende dimostrare che la campagna russa per aumentare la produzione interna di droni ha avuto successo: un messaggio agli avversari, ma anche ai loro alleati occidentali. Le vittime crescono Più volte Donald Trump ha detto di voler far terminare la guerra e mettere così fine alle perdite di vite umane causate da un conflitto che ha definito “orribile”. Tuttavia, le perdite dei due eserciti hanno continuato ad accumularsi anche negli ultimi mesi di battaglie con il presidente repubblicano alla Casa Bianca. Secondo una recente stima del CSIS, i caduti russi dall’inizio dell’invasione sarebbero tra 200.000 e 250.000. Le vittime ucraine, invece, tra 60.000 e 100.000. Se non visualizzi il grafico clicca qui Se si tiene conto anche dei feriti, le perdite russe stimate salgono a 950.000, un numero che supererebbe il totale di perdite in tutti i conflitti a cui hanno preso parte Unione Sovietica e Russia dalla fine della Seconda guerra mondiale fino all’invasione dell’Ucraina. Tre anni di guerra sono costati a Mosca 15 volte più vittime rispetto al decennale conflitto in Afghanistan. Per quanto riguarda l’Ucraina, le perdite complessive arrivano, sempre secondo il CSIS, a 400.000.

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