Salim Berrada, lo “stupratore di Tinder” a processo in Francia

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Chiara Piotto

Chiara Piotto

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Salim Berrada, 38 anni, si presentava alle donne sulla app di incontri come “fotografo di moda”. In 17 lo accusano di stupro o aggressione sessuale per fatti avvenuti tra il 2014 e il 2016. Il processo all’uomo, che rischia vent’anni di carcere, è iniziato lunedì 18 marzo alla Corte di Parigi 

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Chi lo ha visto sedersi e intervenire in aula a Parigi, al processo che lo vede accusato di stupro e aggressione sessuale da parte di 17 donne, lo ha descritto come “sicuro di sé” e “altezzoso”. Salim Berrada, soprannominato dai media francesi “lo stupratore di Tinder”, è sotto accusa dal 2016. In tribunale è presente per difendersi dalle accuse che nega del tutto, parlando di “pura immaginazione” davanti agli occhi delle sue presunte vittime. 

Il modus operandi dello “stupratore di Tinder”

La prima a denunciarlo fu una 26enne americana, che descrisse quello che si rivelò essere un modus operandi collaudato e ripetuto con numerose altre donne contattate tramite app dall’uomo oggi 38enne. Prima il contatto tramite Tinder o un sito specializzato in offerte lavorative per modelle, dove l’uomo si definiva un fotografo professionista e si faceva chiamare “Lou”, “Adam” o “Crépuscule”. Da lì l’invito a farsi fotografare nel suo studio nel 20esimo arrondissement di Parigi. Una volta sul posto, Berrada offriva alle ragazze un bicchiere di vino “per rilassarsi” prima della seduta fotografica. Bicchiere che - raccontano le presunte vittime - le lasciava tramortite e incoscienti, facendo perdere loro consapevolezza e controllo. In 17 - tutte all’epoca tra i 18 e i 26 anni - accusano oggi Berrada di averle costrette ad avere rapporti sessuali in quelle condizioni. 

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Chi è Salim Berrada

Il presunto responsabile, Salim Berrada, è originario del Marocco ed è arrivato in Francia a 20 anni. Ha raccontato di essere cresciuto in una famiglia modesta e di essersi iscritto, dopo le scuole superiori, all’Università di Bordeaux per studiare Ingegneria. A scuola aveva ottimi voti e dava ripetizioni di matematica per mantenersi. Subito dopo la laurea, Berrada ottenne dei contratti a tempo indeterminato come ingegnere, “un modo per assicurarmi il denaro necessario”, ha riferito, mentre ciò che lo interessava realmente era “raccontare delle storie, creare”. E’ così che nel 2013 si licenziò per iniziare una carriera da fotografo di moda, che gli avrebbe consentito “di fare molti soldi”, ha detto. Agli inquirenti si è descritto così: “Sognatore, determinato, disorganizzato”, sottolineando di non aver “alcuna dipendenza dal sesso”, ma di essere piuttosto “dipendente dall’idea di sedurre e di piacere”. 

"Falla ubriacare, poi ci pensiamo noi". E' iniziata in questo modo, a Palermo, la notte da incubo di una diciannovenne, violentata da sette giovani, finiti in manette a oltre un mese di distanza dai fatti, avvenuti la notte del 7 luglio. L'invito a far bere la ragazza era rivolto da uno degli indagati all'oste, un ambulante che vendeva alcol nel quartiere della Vucciria, sede di uno dei mercati storici del capoluogo siciliano che a sera viene preso d'assalto dal popolo della movida. La ragazza, poco dopo, è stata condotta dai sette, tutti giovani di età compresa tra i 18 e i 22 anni ad eccezione di uno all'epoca dei fatti minorenne, in una zona appartata del Foro Italico e ripetutamente violentata.
ANSA/IGNAZIO MARCHESE

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La difesa del presunto aggressore

L’uomo nega tutte le accuse, ammettendo di aver avuto “diversi rapporti e un lato manipolatore” per arrivare ai suoi fini, ma parlando di consenso. Nel corso delle indagini ha detto di considerare l’accettazione di un bicchiere d’alcol da parte delle donne come un segnale chiaro di consenso a un rapporto sessuale. Ha inoltre accusato le donne di “essersi messe d’accordo” per vendicarsi dopo essersi rese conto che le aveva invitate da lui con lo scopo “di sedurle” e non di ritrarle in foto. Berrada nega, inoltre, di aver utilizzato delle droghe per stordire le donne invitate nel suo studio, nonostante siano state ritrovate tracce di droghe e antistaminici in diverse analisi fatte sulle presunte vittime. Va detto che in ogni caso l’utilizzo di droghe all’insaputa della vittima per alterarne la percezione non sarebbe considerato come un’aggravante, perché riconosciuto come tale per legge solo dal 2018. Tuttavia vengono considerati come elementi a danno di Salim Berrada il numero di presunti stupri - ovvero la serialità - e l’abuso di autorità, per via del suo supposto ruolo di fotografo di moda professionista. 

Una veduta esterna della discoteca Alcatraz in via Valtellina 25, Milano, 24 febbraio 2024. ANSA/ PAOLO SALMOIRAGO

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Il processo

L’uomo rischia fino a 20 anni di carcere. Berrada era già stato posto in detenzione provvisoria per due anni e mezzo a partire del 2016, prima di essere dimesso - rimanendo sottoposto al controllo giudiziario - con il divieto di svolgere il mestiere di fotografo. In seguito altre donne avevano segnalato che l’uomo si era di nuovo iscritto sulle app di incontri, ripetendo lo stesso modus operandi, portando a nuove accuse di aggressioni sessuali su cui un’altra indagine è in corso. Da luglio 2023 Berrada si trova di nuovo in carcere, ragione per cui compare in veste di detenuto in tribunale per il processo in corso, che durerà due settimane. 

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