Haiti, chi è Jimmy Chérizier alias Barbecue: l’ex poliziotto a capo di nove gang criminali
È accusato di uno dei peggiori eccidi nelle bidonville di Port-au-Prince ed è attualmente il più potente e temuto uomo di Haiti. Ha respinto il piano Usa per porre fine al caos nel Paese e dice di voler liberare la sua terra “dai politici tradizionali e dagli oligarchi corrotti”
- Jimmy Chérizer, anche noto con il soprannome Barbecue, è l’uomo più temuto e potente di Haiti. Sarebbe nato nel 1976 o 1977 ed è attualmente a capo di un’alleanza tra gang criminali di Haiti chiamata “Revolutionary Forces of the G9 Family and Allies”, una federazione di 9 bande con base nella capitale Port-au-Prince. È stato un ex poliziotto ed ex braccio destro armato del presidente Juvenel Moïse, assassinato tre anni fa
- Chérizier spesso appare in pubblico in abiti militari e con un berretto. Si definisce leader di “una rivoluzione armata”. Si ritiene sia il responsabile di numerosi massacri su larga scala nell’area di Port-au-Prince
- Il soprannome Barbecue, Babekyou in creolo, sembra se lo sia guadagnato per l’abitudine di carbonizzare le sue vittime. Lui invece sostiene che gli sia stato dato durante l’infanzia in riferimento al fatto che accompagnava la madre a vendere pollo fritto in strada
- Nel 2018, mentre era ancora poliziotto nell’unità speciale per il mantenimento dell’ordine, avrebbe organizzato il massacro della bidonville La Saline nel quale vennero assassinate più di 70 persone, tra cui donne e bambini. È accusato di essere coinvolto anche nel massacro di Grande Ravine del 2017 che ha ucciso almeno nove persone e in quello di Bel-Air del 2019
- Nel dicembre 2018, Chérizier è stato licenziato dalla polizia, ma poco dopo è stato reclutato dall’allora presidente Moïse, che gli diede soldi e armi, per controllare i quartieri poveri ed evitare rivolte antigovernative. Dopo l’assassinio di Moïse, avvenuto in circostanze ancora misteriose, la nuova élite al potere ha tolto l’appoggio a Chérizier
- Senza più legami con il potere, Barbecue si è messo alla guida delle nove gang criminali più violente della città e ha formato l’alleanza “G9 Family”. Il gruppo è formato principalmente da ex poliziotti e bambini di strada che commettono omicidi, furti, estorsioni, stupri e rapimenti
- Secondo l’Onu, Barbecue controlla la bidonville di Port-au-Prince, ossia l’80% di una città di 10 milioni di abitanti. Le gang di Chérizier distribuiscono anche cibo e beni di prima necessità, però, garantendo alle organizzazioni non governative — che spesso forniscono i servizi di base al posto dello Stato — il permesso di operare all’interno
- Sanzionato da Usa e Nazioni Unite, ricercato per un gran numero di reati, Chérizier ha continuato a “minacciare la pace e la stabilità di Haiti”, secondo l’Onu. Il premier Henri, mai eletto, che avrebbe dovuto dimettersi a febbraio e governava senza un Parlamento in funzione, ha così chiesto l’invio di una forza multinazionale. Il Kenya ha offerto un migliaio di uomini
- Mentre Henri era in Kenya, Chérizier è uscito allo scoperto. Ha compiuto una serie di attacchi mirati contro aeroporti, commissariati e carceri, da cui sono evasi 4.000 detenuti e ha fatto sapere che “se la comunità internazionale continua a sostenere Henri, andremo dritti verso una guerra civile che porterà al genocidio”. “O Haiti diventa un paradiso per tutti, oppure un inferno per tutti”, ha minacciato l’autoproclamato “Robin Hood haitiano” che dice di ispirarsi all’ex dittatore François Duvalier
- Chérizier ha respinto il piano messo a punto dagli Stati Uniti e dai Paesi del Caraibi (Caricom) per porre fine al caos, ovvero le dimissioni del premier Arierl Henri e l’istituzione di un consiglio presidenziale provvisorio e ha detto di voler “liberare Haiti dai politici tradizionali e dagli oligarchi corrotti” perché “sono gli abitanti dei quartieri popolari e il popolo haitiano che devono prendere in mano il destino e scegliere i propri leader”