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Usa, il piano di Biden per il 2025: più tasse a ricchi e corporation

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Più tasse per i ricchi e per le grandi aziende, una tassa minima sui miliardari, tagli fiscali alla classe media oltre ad una graduale riduzione del debito pubblico nazionale, da tempo alle stelle. Queste le principali richieste che il presidente americano ha presentato al Congresso per il bilancio federale del 2025

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Un pacchetto di misure ambiziose da circa 7.300 miliardi di dollari che prevede più tasse per i ricchi e per le grandi aziende, una tassa minima sui miliardari, tagli fiscali alla classe media oltre ad una graduale riduzione del debito pubblico nazionale da tempo alle stelle. Queste le principali richieste che Joe Biden ha presentato al Congresso per il bilancio federale del 2025. E che però, difficilmente, sarà approvato così come proposto anche considerando che alla Camera la maggioranza è nelle mani dei Repubblicani e che attualmente si sta cercando la coesione sul bilancio dello scorso anno.

I punti principali del bilancio federale 2025

Nell'anno delle elezioni americane, dunque, Biden ha firmato la sua proposta di bilancio per il prossimo anno. Si tratta, in sostanza, di un documento finanziario di indirizzo che fornisce indicazioni circa le direttrici su cui vuole agire l'amministrazione. Con l’obiettivo di agevolare meno concentrazione di ricchezze per pochi ricchi e favorire un maggior investimento nel sociale, pur senza sforare i conti. In base a quanto emerso, infatti, dall'extragettito dovrebbero essere reperiti tremila miliardi di dollari che verrebbero poi utilizzati per abbassare il debito pubblico nell’arco del prossimo decennio. Il budget stanziato per l'anno fiscale 2025, al via il 1° ottobre 2024 e fino al 30 settembre 2025, è, come detto, di 7.300 miliardi di dollari. Cosa andrebbero a coprire? In gran parte i tradizionali programmi federali di assistenza medica e previdenziale, ovvero l'assistenza medica per le fasce medie e deboli, gli anziani, le pensioni e l'assistenza per gli ex militari. Ma non solo, perché Biden mira ad alzare la minimum tax per le corporation miliardarie dal 15 al 2%, oltre a raddoppiare quelle sui ricavi dall'estero delle multinazionali americane, passando dal 10,5 al 21%. Misura, quest’ultima, che tende a penalizzare chi apre stabilimenti all'estero a scapito del mercato del lavoro interno. Mantenute, poi, le detrazioni fiscali per chi guadagna meno di 400 mila dollari l'anno. Biden, infine, vuole calmierare il prezzo dei farmaci, tra cui l'insulina.

La strategia di Biden

"La strategia economica del presidente è chiara: costruire l'economia partendo dal basso e dal mezzo sta pagando". Così la responsabile budget per la Casa Bianca, Shalanda Young Ed è proprio la conferma di quanto Biden ha riferito al Paese durante il recente discorso sullo Stato dell'Unione, quando aveva sottolineato che ha come obiettivo quello di migliorare le condizioni della società partendo dal basso e non, come con Trump, dall'alto. "Immaginate - aveva detto il presidente nel suo discorso - un futuro in cui seguire i bambini sia sostenibile per tutti, con milioni di famiglie che hanno tutto ciò di cui hanno bisogno per poter andare a lavorare serenamente e dare un contributo a far crescere l'economia". 

Lo scontro con l’opposizione

Il piano Biden, però, scatenerà l'opposizione Repubblicana, poco propensa nei confronti dell’aumento della spesa sociale a fronte di tagli per le classi alte. Ma proprio su questo punto “Sleepy Joe” vorrà puntare per gestire la sua campagna elettorale in vista delle presidenziali. L’obiettivo, infatti, sarà quello di convogliare la rabbia degli americani contro i Repubblicani e mostrare al Paese chi non vuole tagliare i costi della vita alla classe media e a quella più bassa.

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