I cittadini sono chiamati alla urne giovedì 8 febbraio per eleggere l'Assemblea nazionale. La tornata elettorale arriva dopo una campagna molto complessa con l'ex primo ministro, Imran Khan, leader del Pakistan Tehreek-e-Insaf, in carcere e fuori dai giochi ma ancora molto influente, e con Nawaz Sharif, a capo della Lega musulmana pakistana-Nawaz, in esilio a Londra. Attesa anche per la prestazione del Partito popolare pakistano, guidato da Bilawal Bhutto-Zardari
Giovedì 8 febbraio i cittadini del Pakistan si recheranno alle urne per eleggere il governo e l'Assemblea Nazionale. Le elezioni arrivano dopo una campagna difficile: l’ex primo ministro Imran Khan si trova in prigione per corruzione e al suo partito, il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), è stato impedito di partecipare come coalizione, questo lascia campo aperto alla Lega musulmana pakistana-Nawaz (PML-N) che punta a ottenere i seggi necessari per dare il quarto mandato da premier al suo fondatore, Nawaz Sharif, al momento in esilio a Londra. In sua assenza la leadership della Lega musulmana è passata nelle mani del fratello, Shehbaz Sharif. Nella corsa elettorale si inserisce anche Bilawal Bhutto-Zardari con il il Partito popolare pakistano (PPP), anche se difficilmente otterrà i voti per governare da solo, è probabile che lo schieramento di Bhutto avrà un peso nei futuri equilibri politici del Paese. Infine, non va dimenticato il ruolo dell'esercito che ha governato per più di 30 anni e che negli ultimi tempi ha vissuto uno scontro politico proprio con l'ex primo ministro Khan. Ecco chi sono i principali candidati e schieramenti alle elezioni in Pakistan.
Imran Khan
Ex primo ministro cacciato dall'incarico con un voto di sfiducia nell'aprile 2022, Khan salterà queste elezioni a causa di una serie di condanne al carcere, tra cui 14 anni per corruzione, 10 per tradimento e 7 per ciò che la Corte ha definito un matrimonio illegale secondo la legge islamica. Inoltre è stato interdetto dalla politica per un decennio. La sua influenza, tuttavia, continua a essere notevole e, nonostante sia stato gravemente ostacolato dall’establishment militare, il suo partito Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI) può ancora puntare a buona prestazione alle elezioni di giovedì. In queste condizioni sembrerebbe facile mettere fine alla carriera politica dell'ex giocatore di cricket, ma Khan ha vinto molte partite partendo da sfavorito e il Pakistan ha visto dozzine di politici condannati a lunghe pene detentive, poi ribaltate al loro ritorno al potere. Khan ha goduto di un ampio sostegno popolare quando è diventato primo ministro nel 2018, ma si è scontrato in modo duro con l’establishment militare che aveva alimentato la sua ascesa. Khan ha intrapreso una campagna rischiosa e senza precedenti contro i militari. Lo scorso maggio, dopo il suo primo arresto, i suoi sostenitori hanno distrutto il quartier generale di un comandante dell'esercito.
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L'esercito
L'esercito, considerato l'istituzione più forte del Paese, ha governato il Pakistan per circa la metà dei suoi 76 anni di storia. È opinione diffusa che controlli la politica estera e di difesa anche durante i periodi di governo civile. I militari sono anche i guardiani delle scorte di armi nucleari del Paese da quando il Pakistan è diventato una potenza atomica nel 1998. Con quasi 1,5 milioni di membri in servizio attivo e riserve, l'esercito pakistano, secondo l'Institute for Strategic Studies, è il decimo più grande al mondo. I partiti politici e i loro leader crescono e cadono con il sostegno dei generali, anche se l’esercito nega abitualmente di interferire nelle elezioni. L’esercito è il più grande proprietario terriero del Paese, il suo capo di stato maggiore fa parte dello Special Investment Facilitation Council, il principale organo decisionale economico del Pakistan, e i consigli di amministrazione di enti di beneficenza, associazioni sportive, imprese statali e parastatali sono gestiti da ufficiali in pensione.
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Nawaz Sharif
Soprannominato il "Leone del Punjab", gli analisti prevedono che la Lega musulmana pakistana-Nawaz (PML-N) di Sharif otterrà abbastanza seggi per governare da sola o formare una coalizione di governo, consentendo a Nawaz di diventare primo ministro per la quarta volta. Sharif non è mai riuscito a completare un intero mandato da premier e durante la sua vita ha trascorso alcuni anni in prigione o in esilio all'estero per essere stato condannato per molteplici casi di corruzione. Il 74enne è uno degli uomini più ricchi della nazione, proviene da una famiglia che ha costruito la propria fortuna nel settore dell'acciaio. È ammirato dai suoi sostenitori per il suo comportamento da "uomo della terra". È visto come un conservatore fiscale, un sostenitore della liberalizzazione economica e del libero mercato, e anche desideroso di migliorare i legami con l’India.
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Shehbaz Sharif
Fratello più giovane e meno carismatico di Nawaz, Shehbaz è diventato primo ministro nel 2022 dopo che Khan è stato sfiduciato dall'Assemblea nazionale. Gli analisti dicono che Shehbaz non prenderebbe alcuna decisione importante senza prima consultare suo fratello, esiliato a Londra per sfuggire a una pena detentiva, ma è noto che i due non siano d'accordo su alcune questioni, inclusa quella militare. Descritto come un maniaco del lavoro che spesso si veste con abiti da safari, Shehbaz è stato in prima linea in una campagna elettorale poco brillante della PML-N, guidando le manifestazioni in assenza di suo fratello. Gli osservatori suggeriscono che gli verrà assegnato un ruolo di alto livello in qualsiasi governo che suo fratello potrà formare, probabilmente sarà responsabile di un ministero chiave per la pianificazione.
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Bilawal Bhutto-Zardari
La famiglia Bhutto-Zardari un tempo era al centro della scena politica pakistana, le loro fortune andavano e venivano come in una saga shakespeariana di tragedia e potere. Bilawal è il figlio di Benazir Bhutto, la prima donna leader musulmana al mondo, che fu eletta due volte primo ministro e assassinata nel 2007. Suo nonno Zulfikar Ali Bhutto, anche lui primo ministro, fu deposto con un colpo di stato e giustiziato nel 1979. Suo padre Asif Ali Zardari è stato in precedenza presidente del Pakistan, soprannominato da molti in Pakistan "il signor 10 per cento" a causa delle numerose accuse di corruzione. Il 35enne si presenta alle elezioni di giovedì per la sua prima esperienza da statista, dopo essere stato ministro degli Esteri nella coalizione che ha estromesso Khan nel 2022. Anche se è improbabile che il suo Partito popolare pakistano (PPP) ottenga abbastanza sostegno per governare da solo , il consenso di cui gode nella provincia meridionale del Sindh può avere un peso nell'eventuale formazione di una coalizione di governo.