Ritenuto più pericoloso del leader Sinwar, di cui era vice, il 58enne ucciso nel raid israeliano a Beirut era l'anello di congiunzione con Hezbollah e Iran. Nella periferia sud della capitale libanese, dove si era trasferito dal 2018, era solito cambiare più volte nascondiglio. Gli Usa lo avevano inserito nella lista dei "terroristi su scala globale"
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Con la situazione sul campo in costante evoluzione, abbiamo deciso di raccogliere qui alcune informazioni che permettano di farsi un'idea del contesto più ampio attraverso mappe, schede e approfondimenti.
Mente e stratega della lotta armata di Hamas, anello di congiunzione con Hezbollah e Iran, ritenuto ancora più pericoloso del leader Yahya Sinwar, di cui era vice. Questo è il profilo di Saleh al-Arouri, il numero due dell'organizzazione terroristica palestinese ucciso a Beirut, capitale del Libano, nel raid con il drone attribuito a Israele (LE ULTIME NOTIZIE DA GAZA).
Le ultime ore prima della morte
Sin dall'attacco del 7 ottobre, lo Stato ebraico aveva assicurato di voler dare la caccia ai leader di Hamas ovunque essi si trovassero. E così è stato fatto con Arouri, che era solito cambiare più volte nascondiglio nella periferia sud della capitale libanese, sua base operativa. Secondo fonti dell'intelligence libanese, l'uomo si era recato in quella palazzina di Musharrafiye, quartiere dove è avvenuto il raid, per una riunione segreta con gli altri vertici di Hamas in Libano. E c'è chi sostiene che qualche spia, infiltrata in Hezbollah, sia riuscita a informare il Mossad israeliano sulla posizione di Arouri prima del raid.
Il ruolo di Arouri
Nel 2015, gli Stati Uniti avevano messo una taglia di cinque milioni di dollari sulla sua testa, inserendolo nella lista dei "terroristi su scala globale", poi alzata a dieci milioni dopo i fatti di Gaza. Dal 7 ottobre coordinava anche le attività militari di Hamas dal fronte del sud del Libano contro l'esercito israeliano in Alta Galilea. Ma da anni il suo incarico principale era quello di anello di congiunzione tra la sua organizzazione e i gli alleati regionali, ossia Hezbollah e Iran. A Beirut era l'uomo di riferimento di Hasan Nasrallah, leader dell'organizzazione sciita libanese. I due si incontravano molto di frequente, specialmente dallo scoppio della guerra ai primi di ottobre.
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La sua storia tra carcere e militanza
Nato nel 1966 in Cisgiordania, il 58enne Arouri aveva passato 22 anni nelle prigioni israeliane, dalla fine degli anni Ottanta al 2007, con una breve interruzione alla fine degli anni Novanta. Rimesso in libertà, gli israeliani lo avevano espulso e deportato in Siria da Bashar al Assad, alleato dell'Iran e di Hezbollah. Nel 2011 aveva partecipato ai negoziati con Israele per lo scambio di prigionieri nel quale era tornato in libertà, tra gli altri, proprio il leader Sinwar. La guerra civile siriana nel 2012 aveva costretto tutta la dirigenza di Hamas a lasciare Damasco: Arouri era quindi finito in Turchia, dove si era distinto come mediatore tra Hamas e Fatah, il partito del presidente palestinese Mahmud Abbas (Abu Mazen), e tra Hamas e l'Egitto. Nel 2018, dopo la riconciliazione tra Turchia e Israele, Arouri si è trasferito definitivamente a Beirut. Fino alla morte.