Ucraina, l’Unione europea lavora al piano B per aiutare Kiev con 20 miliardi di euro
Dopo il veto di Orban delle scorse settimane, Bruxelles pensa a uno schema di prestiti. Il nuovo vertice straordinario, in programma l’1 febbraio, sarà interamente dedicato alla revisione del bilancio comunitario. In vista di quella data la Commissione europea studia un programma di sostegno per salvare Kiev da un'incombente crisi finanziaria
- L’Unione europea lavora a un piano B per aggirare il veto di Viktor Orban e portare all'Ucraina gli aiuti necessari a resistere nella guerra contro la Russia. Gli strascichi politici dell'ultimo grande scontro delle scorse settimane tra i leader Ue e il premier ungherese non sono archiviati e anzi sono destinati a farsi sentire anche nel 2024
- In vista del nuovo vertice straordinario - in programma il primo febbraio - interamente dedicato alla revisione del bilancio comunitario, la Commissione europea è al lavoro per redigere un programma di sostegno dal valore di 20 miliardi di euro e salvare così Kiev da un'incombente crisi finanziaria
- La direzione intrapresa, è l'indicazione che trapela da fonti europee, punta verso uno schema di garanzie che consentirebbe all'esecutivo di Ursula von der Leyen di andare sui mercati con un metodo collaudato durante la pandemia
- I dettagli sono ancora tutti da definire e la somma sarà ben più bassa dei 50 miliardi (sovvenzioni comprese) contemplati all’inizio. Ma il dialogo con i governi è aperto
- Dopo il “no” di Orban (in foto) agli aiuti alla popolazione ucraina, l'idea di uno schema di prestiti sul modello del programma Sure - usato durante la crisi del Covid-19 per finanziare gli schemi di cassa integrazione nazionali - è planata sul tavolo delle capitali e del commissario Ue responsabile per il Bilancio, l'austriaco Johannes Hahn
- Tra i suoi punti di forza, il metodo delle garanzie anticipato dal Financial Times fa affidamento alla partecipazione obbligatoria dei Paesi con i migliori rating creditizi
- Uno schema per eludere l'unanimità e la 'vetocrazia' di Orban, pur con qualche possibile ritardo sulla tabella di marcia auspicata: alcuni Paesi, come la Germania e i Passi Bassi, avrebbero infatti bisogno dell'approvazione parlamentare
- Ma il processo, nella migliore delle prospettive pronosticata dai funzionari Ue, potrebbe concludersi entro marzo. L'intesa politica a febbraio darebbe anche al Fondo monetario internazionale le rassicurazioni necessarie a erogare la prossima tranche di finanziamenti per Kiev del valore di circa 900 milioni di dollari
- Chiusi nella riservatezza delle trattative, i funzionari Ue ricordano le parole pronunciate da Von der Leyen a dicembre: sfruttare il tempo utile fino a febbraio "per garantire che qualunque cosa accada al prossimo vertice ci sia una soluzione operativa"
- E in caso di stallo sul piano A - che resta comunque la via preferita dai vertici comunitari -, "sono possibili diverse opzioni", aveva assicurato anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel (in foto). Una partita contro il muro ungherese considerata cruciale per dare ossigeno alle casse di Kiev, ma anche per il destino elettorale del fronte europeista