Consiglio europeo, ok a negoziati adesione con Ucraina e Moldavia. Georgia Paese candidato
MondoProsegue oggi a Bruxelles il Consiglio europeo. Ieri l'ok all'apertura ai negoziati di adesione dell'Ucraina all'Ue, con Orban che cede ma pone il veto a ulteriori aiuti a Kiev. Zelensky parla di "una vittoria per l'Ucraina e per tutta l'Europa". Via libera anche al 12mo pacchetto di sanzioni contro la Russia. "La guerra ad Hamas sarà lunga, non potrà durare pochi mesi: alla fine vinceremo", ha detto il ministro della Difesa israeliano Gallant confermando la distanza tra Washington e Tel Aviv su Gaza
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Il Consiglio Europeo ha deciso di aprire i negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldavia (TUTTE LE NEWS DELLA SECONDA GIORNATA DEL VERTICE). Inoltre, ha concesso lo status di Paese candidato alla Georgia. Sono queste alcune delle decisioni prese durante il vertice in corso a Bruxelles dove sono riunini i leader dell’Unione europea. Nelle conclusioni sull'Ucraina e sull'allargamento si legge anche: "Il Consiglio Europeo accoglie con favore l'adozione del 12esimo pacchetto di sanzioni" contro la Russia. Una fonte ha poi precisato: "L'accordo è stato accolto con favore dai leader ma necessita ancora di un'adozione formale da parte del Consiglio".
L'allargamento dei confini europei verso i Balcani e l’avvio di alcuni negoziati di adesione erano uno dei temi principali sul tavolo. Il presidente Charles Michel, su X, oltre che Ucraina, Moldavia e Georgia ha citato anche un altro Paese: "L'Ue aprirà i negoziati con la Bosnia-Erzegovina una volta raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione e ha invitato la Commissione a riferire entro marzo in vista di tale decisione". I negoziati sugli altri punti in agenda proseguono. Durante il vertice, infatti, si discute anche di modifiche al bilancio comune - Roma chiede più risorse per migrazione e competitività - e di un nuovo stanziamento di fondi, per 50 miliardi di euro, proprio all'Ucraina. Poi c’è il Patto di stabilità: l'Italia sembra pronta anche al veto, pur di evitare che prenda forma un compromesso considerato troppo punitivo per i Paesi ad elevato debito. "Non è un segreto che questo Consiglio europeo sarà difficile”, aveva detto chiaramente il presidente Charles Michel, richiamando l’attenzione "sul senso di responsabilità comune da tutte le parti". In serata ha aggiunto: "Continuiamo a lavorare" sul bilancio pluriennale, "è un dibattito difficile" ma "sono fiducioso che nelle prossime ore riusciremo a prendere una decisione e a essere uniti".
Le conclusioni del vertice sull'allargamento
Al termine della prima giornata il Consiglio Europeo ha pubblicato le conclusioni sull'Ucraina e sull'allargamento. I negoziati sugli altri punti in agenda invece proseguono. Per quanto riguarda Kiev e Chisinau, la formulazione adottata è la seguente: "Il Consiglio Europeo decide di avviare i negoziati di adesione con l'Ucraina e la Repubblica di Moldova. Il Consiglio Europeo invita il Consiglio Ue ad adottare i rispettivi quadri negoziali una volta adottate le misure pertinenti indicate nelle rispettive raccomandazioni della Commissione dell'8 novembre 2023".
I negoziati di adesione dell'Ucraina all'Ue
L'avvia dei negoziati di adesione dell’Ucraina all’Ue (LE NEWS SULLA GUERRA) non erano scontati. Era pesante, infatti, il no dell'Ungheria: "Dovremo tornare in seguito su questa questione", quando le precondizioni per l'annessione saranno soddisfatte dagli ucraini, aveva spiegato il premier ungherese Viktor Orbán. Orbán non era presente nella sala del Consiglio Europeo quando c'è stata la votazione: ha notificato la sua assenza al presidente Charles Michel e non ha delegato nessun altro leader a rappresentarlo, quindi viene considerato come "non votante" e la decisione è considerata legalmente valida. Fonti europee, comunque, riguardo alla decisione di aprire i negoziati per l'accesso dell'Ucraina avevano sottolineato che "nessuno ha obiettato". "È una decisione presa dal Consiglio europeo che non è stata bloccata da alcuno Stato", hanno spiegato. Più tardi, Orban su Facebook ha scritto: "L'adesione dell'Ucraina all'Ue è una decisione sbagliata e l'Ungheria non cambia la sua posizione. D'altra parte gli altri 26 hanno insistito e allora dovranno andare per la loro strada". Su X, invece, il presidente ucraino Zelensky ha esultato: "Questa è una vittoria per l'Ucraina. Una vittoria per tutta l'Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato affinché ciò accadesse e tutti coloro che hanno aiutato. Mi congratulo con ogni ucraino per questo giorno. Mi congratulo anche con la Moldavia e personalmente con Maia Sandu. La storia è fatta da chi non si stanca di lottare per la libertà". La decisione di aprire i negoziati di adesione all'Ue con l'Ucraina "è un momento storico" e una decisione "molto forte. Questa sera il popolo ucraino sa che siamo dalla loro parte", ha detto invece Michel. La decisione, ha aggiunto, "dimostra la credibilità dell'Ue".
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La posizione su Bosnia-Erzegovina
Fonti diplomatiche, in merito al dossier allargamento, sottolineano che, nelle conclusioni, c'è "un significativo passaggio sulla Bosnia Erzegovina" dove si "esprime la volontà dell'Ue di aprire i negoziati di adesione con una chiara prospettiva temporale e precise indicazioni procedurali". Le stesse fonti, in merito all'apertura dei negoziati con Sarajevo, osservano che la dicitura "il Consiglio europeo è pronto a" è stata sostituita con "il Consiglio europeo aprirà". Nel testo inoltre si mette per iscritto che la Commissione riferirà "al Consiglio sui progressi compiuti al più tardi nel marzo 2024, in vista di una decisione".
I nodi da sciogliere
Tra i primi ad esultare è stato anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. "Questi Paesi appartengono alla famiglia europea, è un segnale potente", ha scritto su X. "Giornata storica! Contro ogni previsione, abbiamo raggiunto l'accordo", gli ha fatto eco l'estone Kaja Kallas. "Sia l'Ucraina che la Moldavia hanno fatto il loro dovere e sono pronte a compiere i prossimi passi per entrare a far parte della nostra famiglia europea". Bene. Il Consiglio Europeo però continua. C'è ancora da sciogliere il nodo della correzione del bilancio comunitario con più risorse, per la migrazione, per le imprese e per l'Ucraina (50 miliardi di assistenza pluriennale, 33 in prestiti e 17 in sussidi). Budapest si era messa di traverso anche qui, contestando le regalie (ma non i prestiti) per Kiev. Michel si è detto "ottimista" sul fatto che si riuscirà "a prendere una decisione" per sostenere l'Ucraina con "una maggiore assistenza finanziaria".
La posizione dell'Italia
Sull'avvio dei negoziati è arrivato anche il commento di Palazzo Chigi: "Giorgia Meloni esprime grande soddisfazione per i concreti passi avanti nel processo di allargamento raggiunti al Consiglio europeo per Ucraina, Moldova, Georgia e Bosnia Erzegovina. Si tratta di un risultato di rilevante valore per l'Unione Europea e per l'Italia, giunto in esito ad un negoziato complesso in cui la nostra Nazione ha giocato un ruolo di primo piano nel sostenere attivamente sia Paesi del Trio orientale sia la Bosnia Erzegovina e i Paesi dei Balcani occidentali".
La strategia di Meloni
Intanto, nella notte tra mercoledì e giovedì, la premier Giorgia Meloni – in uno storico albergo di Bruxelles – ha parlato per oltre due ore con il capo dell’Eliseo Emmanuel Macron: "Un'ottima discussione", ha spiegato il presidente francese. I due sono poi stati raggiunti dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Oggi, prima dell'inizio del vertice, Meloni si è confrontata sui principali dossier anche con Orbán. Gli incontri della premier di queste ultime ore riflettono un "metodo che conferma quanto sottolineato dallo stesso presidente Meloni in occasione delle comunicazioni in Parlamento quando ha affermato che fare politica estera vuol dire parlare con tutti", spiegano fonti di Palazzo Chigi.
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Michel propone mediazione sul bilancio comune
"Le nuove sfide portano nuovi obblighi”, aveva scritto Michel ai leader nella sua lettera d'invito al vertice. Limpido il messaggio sulla revisione del quadro finanziario pluriennale: "Raggiungere il consenso richiederà davvero uno sforzo congiunto decisivo e un forte impegno politico da parte di tutti voi". In apertura del vertice, Michel ha presentato una proposta di compromesso tra quella avanzata dalla Commissione e la posizione dei Paesi frugali, contrari all'immissione di nuovi fondi se non per l'Ucraina. Nella proposta di Michel le nuove risorse, a quanto si apprende, sono pari a 1/3 dei 66 miliardi proposti dalla Commissione con in un più la previsione di redistribuire i fondi già in bilancio.
Metsola: "Non possiamo fare di più con meno risorse"
Parlando delle risorse, la presidente dell'Eurocamera Roberta Metsola ha messo le cose in chiaro: "Questo è il momento in cui si deve realizzare che non possiamo fare di più con meno, in termini di budget comunitario, anche nel contesto di quanto accadrà sul fronte migratorio vista la situazione in Medio Oriente. Dobbiamo essere realisti".