Israele-Hamas, il ruolo degli Usa e le figure chiave del “gabinetto di guerra” di Biden
Il conflitto in Medio Oriente ha costretto il presidente americano a occuparsi in modo attivo del dossier: non è un caso, infatti, che si sia recato di persona nell’area e abbia una serie di consiglieri dentro l'amministrazione, che lo consigliano di volta in volta. Dalla vicepresidente Harris e dal segretario di Stato Blinken fino al direttore della Cia Burns e all’inviato presidenziale per gli ostaggi Carstens, ecco di chi si tratta
- La nuova guerra tra Israele e Hamas ha costretto il presidente americano Joe Biden a spostare l'attenzione nuovamente sul Medio Oriente. Il capo della Casa Bianca è profondamente attivo sul dossier: si è recato di persona nell'area, riceve briefing almeno una volta al giorno e sente con frequenza il premier Benjamin Netanyahu. A consigliarlo c’è un vero e proprio "gabinetto di guerra", come lo ha definito la testata Axios
- Tra i presenti c’è ovviamente il segretario di Stato Antony Blinken: capo della diplomazia Usa e confidente del presidente di vecchia data, è attualmente in Medio Oriente per il secondo tour nell'area da quando è scoppiato il conflitto. È il volto pubblico dell'amministrazione Biden in questo frangente e tiene contatti con l'alleato israeliano così come con i principali leader arabi della regione
- C’è poi anche il segretario alla Difesa, Lloyd Austin: il capo del Pentagono è costantemente aggiornato sull'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, in stretto coordinamento con Biden e la Casa Bianca. Ha anche rafforzato la presenza militare Usa nella regione e inviato consiglieri americani in Israele per aiutare l'alleato nella pianificazione della campagna
- Presente anche il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan: presenza costante quando si tratta di politica estera, era un sostenitore della necessità di rivedere la priorità del conflitto israelo-palestinese nell'agenda dell'amministrazione Biden, ma la situazione attuale ha costretto a un cambio di passo
- C'è poi anche il vice consigliere per la sicurezza nazionale, Jon Finer: il numero due di Sullivan supervisiona il coordinamento tra le agenzie sulla politica estera. È uno dei pochi alti funzionari dell'amministrazione con un'esperienza diretta del conflitto a Gaza, sia come assistente principale dell'ex segretario di Stato John Kerry che come reporter per il Washington Post (in foto con l'ex segretario di Stato John Kerry)
- Sono presenti anche il direttore della Cia, Bill Burns, e la direttrice dell'intelligence, Avril Haines: entrambi hanno un ruolo chiave, con i loro aggiornamenti quotidiani al presidente sull'evolversi della situazione
- Tra questi c'è anche l'inviato speciale per le questioni umanitarie in Medio Oriente David Satterfield: illustre diplomatico, era in pensione quando è stato richiamato da Biden con il compito di supervisionare la risposta umanitaria degli Stati Uniti a Gaza
- Presente anche il coordinatore per il Medio Oriente nel Consiglio per la Sicurezza nazionale (Nsc) Brett McGurk: è la persona di riferimento della Casa Bianca per il Medio Oriente. È stato profondamente coinvolto nei colloqui tra Washington e il governo israeliano e nel dialogo con Egitto e Qatar sulla situazione a Gaza, in particolare sulla questione degli ostaggi
- Alle riunioni ovviamente non manca la vicepresidente Kamala Harris: la numero due della Casa Bianca ha partecipato a numerose chiamate con Netanyahu e a molti degli incontri e dei briefing chiave sulla crisi. Come lei stessa ha raccontato al programma '60 Minutes' il suo ruolo è essere l'ultima nella stanza prima che vengano prese le decisioni chiave
- Nel gabinetto c’è anche il consigliere per la sicurezza nazionale della vicepresidente Phil Gordon: in precedenza coordinatore per il Medio Oriente nel Nsc durante l'amministrazione Obama, è stato anche presente nella stanza durante riunioni ad alto livello (in foto, Phil Gordon con Kamala Harris)
- A queste riunioni è presente anche l'inviato presidenziale per gli ostaggi Roger Carstens: il rilascio dei sequestrati in mano ad Hamas, tra i quali dieci americani di cui non si conosce il destino, è una delle priorità di Biden. Il vice di Carstens, Steven Gillen, è in Israele per gran parte del tempo, dopo lo scoppio della guerra, coordinandosi con l'alleato sulla questione degli ostaggi
- Presente nel gabinetto anche il comandante del Comando Centrale Usa (Centcom) il generale Erik Kurilla: è in contatto costante con le forze armate israeliane e supervisiona il movimento delle truppe e delle navi americane nella regione. Sotto il suo controllo, ci sono anche i militari di stanza in Iraq e Siria, finiti di recente nel mirino di attacchi